Internet e l'aborigeno

24 dicembre 2007

E alla fine è arrivato natale


Alla fine anche quest'anno è arrivato Natale.
Non so perchè, ma da quando sono bambino io adoro questo periodo.
Delle due grandi vacanze, quella "estiva" e quella "invernale", io è questa che preferisco.
Forse perchè da ragazzino, mentre in quella estiva rimanevo solo a morire di caldo in una città dannatamente vuota di amici ed attrattive, in quella invernale mi godevo la città colorata che si animava di mille feste e cene e cartate e...
Forse perchè la suggestione dei buoni sentimenti e la poesia delle luci colorate e dei regali sotto l'albero di Natale mi vince.
Forse per altri motivi, ma in ogni caso io adoro questo periodo ed è piena la mia mente di dolci ricordi ad esso legati.

La colazione con il panettone.
La cena con i parenti stretti, quelli che davvero vuoi vedere.
I mille cartoni animati passati in tele, pezzi rari non passati in altri periodi.
I capolavori di Bruno Bozzetto.
Le mille trasposizioni di Regalo di Natale.
I mille balconi illuminati e gli alberi dentro le case.
Quelle risate ed allegria contagiose che aleggiano nell'aria.
Gli auguri e le chiacchierate con persone che non senti da mesi.
I visi dei bambini.

Nessuno, neanche gli psicotici regalo-dipendenti filo-centro-commerciali, intasa-strade-di-Roma-fino-all'ultimo-secondo-utile riusciranno a farmi cambiare idea.
Ovviamente, però, c'è un "ma"... bello questo periodo, ma basta regali a profusione.
Anche quest'anno nella mia famiglia si è mantenuta la promessa di non fare regali se non qualche pensierino ai piccoli. Ma si é andati anche oltre.
Sono orgoglioso di uno dei miei fratelli che ha preso i vecchi regali dei suoi figli, ci ha aggiunto la somma che pensava di spendere per i regali, ed ha portato tutto ad un orfanotrofio (sapete che lo stato dà loro - almeno a questo orfanotrofio - per ogni bambino solo 36 euro al mese? Un pó poco, in effetti).
Insieme a moglie e figli è anche rimasto lì, a giocare con loro, e credo che vi tornerà per altre feste.

Non amo il Natale regalocentrico, consumista a tutti i costi.
Non amo le strade intasate e chi si fa il sangue amaro per i regali: per loro il Natale sarà sempre e solo una punizione.

Ora mi godo questi giorni, e vi auguro


BUON NATALE



Solo una domanda rimane a tormentarmi... Panettone con o senza canditi? Oppure pandoro?

14 dicembre 2007

Vecchi fogli (2)

Ancora privo di parole, me le faccio prestare nuovamente dalla lettera dell'altra volta, che proseguiva così:
"
E l’amore, che ti fa sentire su un altro pianeta, cambia il colore delle cose, ti dà energie in continuazione; non scorderai mai quei bei momenti di silenzio che precedono e seguono i baci appassionati.
Quegli attimi a cui si arriva guardandosi negli occhi, magari sorridendo, ma poi il viso cambia, diventa serio, la bocca si socchiude, seguita dagli occhi che fanno altrettanto, e allora tutto si confonde.
In quel momento ti perdi in un odore, in un sapore, almeno all’inizio.
Con calma, senza fretta, assaporare quell’attimo e la persona che hai davanti.
Quello è il silenzio che intendevo, quello che ti prende all’improvviso, e ti spegne il cervello.
Il cervello si scioglie, diventi solo corpo, e dopo ti ricorderai solo le sensazioni, perché al bacio segue altro, e diventa importante anche il tatto, il gusto, e ti perdi ancora di più… la pelle, il calore, il freddo… e sei perso oramai, il corpo dell’altra persona fuori e dentro di te.
A quel silenzio ne segue un altro, quello fatto di carezze, di sguardi e sorrisi, dove le parole non trovano proprio posto perché sono inutili, forse addirittura “obsolete” perché oramai sai comunicare in un altro modo.
Ci hai mai pensato? Quando uno bacia chiude gli occhi proprio per questo: annulli le parole e gli occhi - il nostro modo di comunicare consueto - e ti lasci andare ad un altro tipo di comunicazione, usando il canale del corpo, delle sensazioni, del tatto, del gusto.
Non ne hai abbastanza fino a che non conosci a perfezione la pelle, il sapore, i brividi dell’altro.
Perchè se ti fermassi prima ti sembrebbe di avere interrotto un discorso a metà.
"

04 dicembre 2007

Vecchi fogli

Sto passando un periodo non facile. Anche se ora mi sto rasserenando come il tempo e forse comincio a vedere un poco di sole.
La vita pensata non fa capire dove sia la vita vera; ma poi, grattando via un poco di polvere dalle superfici, i materiali tornano a splendere.

Volendo cercare il buono in ogni cosa, in questo periodo sto crescendo.
Sto riscoprendo antichi piaceri, che non avevo dimenticato, ma sotterrato nella mia "depressione".
Sto riscoprendo il piacere di alcune cose che temevo non tornassero.
Mi sto conoscendo. Mi sto godendo gli amici e i fratelli.
Rapporti.
Calore.
E un gruppo di persone cariche di energia positiva, di voglia di comunicare che mi sta conquistando e che spero di conoscere davvero meglio.

Ed ho rispolverato cose scritte tempo fa ed ora mi sembra il momento giusto di tirarle fuori.
Questa cosa l'avevo scritta all'interno di un discorso più ampio, almeno sei anni fa, una specie di lettera ad una persona a cui tengo.
E questa parte si addice al momento:

"L’amicizia –ti auguro di avere nella tua vita degli amici come i miei, veri- quel condividere dei momenti particolari impossibili da spiegare, perché le parole non possono rendere l’atmosfera che si crea tra due amici: si capiscono senza parlare, ridono per cose che gli altri trovano stupide.
Un amico ti fa sentire in compagnia anche quando sei solo, anche quando lui è a chilometri di distanza; ti mette sicurezza anche senza parlare, un braccio sulle spalle che ti accompagna in silenzio ma con presenza.
Certo, nelle grandi decisioni della vita sarai sempre solo, perché da soli si devono decidere le svolte fondamentali della propria strada… eppure in quei momenti un vero amico sarà l’appoggio che ti salva, la serenità che ti aiuta, la certezza che ti manca.
Per non parlare di quei momenti in cui sarai stanco di tante situazioni, abbattuto, privo di iniziativa anche nelle piccole cose: sarà proprio in quei momenti che capirai quanto avere degli amici di cui ti fidi e con cui condividi quasi tutto sia prezioso, perché il massimo della libertà e del rilassamento sarà affidare il copione delle tue giornate a loro, registi con la tua massima fiducia, che ti guideranno in tutte le scene, sceneggiatori occulti di alcuni attimi della tua vita."

26 novembre 2007

Periodi

A volte non basta un'intera sera, una mattina ed un pomeriggio abbracciati in silenzio per capirsi.
Allora due strade si dividono... ma non diventano parallele, nè divergono.
E speri che nuovi incroci siano pronti a ravvivare la tua guida.

A volte capita che i tuoi comportamenti e pensieri diventino confusi, non sai bene quello che vuoi e da fuori si vede.
E così capita che quelle che tu vorresti fossero attenzioni lusinghiere possano sembrare asfissianti imposizioni di presenza.
Un poco sorridi, perchè capisci che le parole rimangono, purtroppo, un mezzo molto limitato.

A volte capita che non riesci a vivere, ma pensi a come dovrebbe esser la vita.
La vita pensata.
Gran brutta storia.

Allora ti senti in dovere di fermare il mondo e di scendere.
Sperando che siano tutti degli arrivederci, quelli che dai a chi continua il viaggio, e non degli addii.

23 novembre 2007

L'essenziale è invisibile agli occhi

Sono un paio di anni che seguo, oramai, Radio Rock Italia.
Un buon "rapporto", fatto anche di "scambio".
Il sabato e la domenica più intensamente, ma anche quando sono in macchina, andando e tornando da lavoro.
Ultimamente, di mattina, è passata la lettura del Piccolo Principe, un libro che mi è sempre piaciuto molto, che sta sul mio comodino "da consultazione": semplice, lineare, ma profondo e "fulminante".
La lettura del capitolo giornaliero è introdotta da un pezzo: Passi, dei SenzaNome.
Questo pezzo inizia con un estratto della parte più citata del libro: l'incontro con la volpe.
Devo dire che, nel leggerlo, ho sempre provato un amoreodio per questo capitolo: qualche frase non mi piaceva per nulla.
Sentire questo pezzo, però, mi ha fatto venire voglia di adattare quel capitolo, così denso, ai miei desideri.
Ed ecco il mio estratto:

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carina."
"Sono la volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", disse il Piccolo Principe.
"Non posso", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire addomesticare?"
[…]
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi."
[…]
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore. Credo che mi abbia addomesticato."
[…]
"[…]Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda!
Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano."
[…]
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "Piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".

20 novembre 2007

Svolta intimista

Mi sono trovato a pensare alla morte, in questi giorni.
Non in modo preoccupante, certo, questi miei pensieri non hanno cambiato il mio umore.
Non posso negare, però, di averci pensato.
Intensamente.
Non ne ho paura, sono sincero.
Non credo in nessun dio, non credo che esista la vita dopo la morte, non credo nella reincarnazione.
Ho sempre pensato che fossero solo giochi di parole, fantasie per non dover avere di fronte la realtà: siamo a tempo determinato, precari in questo mondo.
Questa convinzione non mi spinge al fatalismo, questo no, perchè credo che la vita si autoalimenti: ho questa vita e non chiede altro che esser vissuta, e vivo per renderla migliore possibile, per me e per gli altri.

La morte, per quel che mi riguarda, è un problema dei vivi, di chi rimane.

Altro problema è la sofferenza: quella mi preoccupa di più, ma non voglio divagare.

Ho pensato alla morte.
In modo pratico e in modo sognatore, come mi si addice, dicotomico figlio del pensiero pensato.
Pratico perchè ho lasciato indicato dove e come reperire tutti i miei averi (tanto tempo per guadagnarsi le cose, pensa te se le voglio lasciare in banca, assicurazioni od altro! Ma non iniziate la caccia al tesoro, ho poco da lasciare è inutile che vi affanniate a cercarlo :-) ).
Sognatore perchè ho pensato a come mi piacerebbe che mi ricordassero.
Mi sono trovato a pensare che tante persone, che ho conosciuto ma che non frequento, semplicemente non saprebbero più nulla di me.
Persone che ho conosciuto solo su web probabilmente penserebbero solo che io non mi sono più fatto vivo con loro.

E allora il desiderio di comunicare si è fatto più forte.

La svolta intimista del blog è quindi oramai compiuta: ci sarò sempre di più io, qui dentro, per quanto riuscirò a scrivere di me, delle mie idee e dei miei pensieri.

Aborigeno, io e te non abbiamo un c...o da dirci, ma io scrivo lo stesso.

TEDevoraccontareunacosa

16 novembre 2007

Una sera a Roma


E' che a volte le cose belle arrivano
e, anche se eri lì ad aspettarle, ti prendono un poco alla sprovvista
E' che a volte 4 ore passano in un attimo
e ti trovi a scrivere, come a scuola, in un banco con carta e penna, ma lo fai volentieri
E' che la birra a volte ha un altro sapore e il porto caldo ti scalda meno di quanto faccia ciò che hai intorno
e puoi uscire a bere in una serata fredda anche solo con il maglione addosso
E' che a volte non te lo aspetti, ma ti trovi a tuo agio
e tutto scorre in modo così naturale...
E' che ti chiedi perchè, provi a dargli una dimensione, una profondità
e poi decidi che non è poi così importante inquadrare la prospettiva
E' che a volte le cose belle arrivano
e ti prendono un poco alla sprovvista, ma gli dai il benvenuto

...come io lo do a voi...

13 novembre 2007

Inizio giornata con morale

Esco presto con il cane.
L'aria è frizzantina, mi piace il fresco che mi sveglia le idee.
E poi oggi c'è l'aria di cristallo, quella che quasi quasi parli piano per non rischiare di infrangerla.
Il cane è contento, giochiamo un poco.

Le foglie gialle e rosse d'autunno coprono il terreno e danno un colore spettacolare.
Fa strano vedere dell'erba nuova e tenera che cresce tra le foglie ormai morte.
E il cielo, quelle nuvole tagliate di azzurro, non compatte, che sembrano rincorrersi.
Le guardo a naso in su e...
CIAK ma porc... (due passi indietro) CIAK
Della serie, falla finita di fare il poeta e di stare a naso in su, che che a finire nella merda ci vuole un attimo.

12 novembre 2007

Bel week end

Bel week end.
Gran bel week end davvero.
Una petroliera ha deciso che il Mar Nero non fosse abbastanza nero.
Quindi, vai col greggio, anche perchè tanto costa poco, quindi spargiamolo nella natura.
Visto che ci stiamo, una spruzzatina di zolfo.
Un poliziotto ha deciso di correre con la pistola in mano, un colpo è partito ed è passato tra le macchine di un'autostrada, attraverso la rete che divide le corsie, tra i guardrail, nel vetro di una macchina ed ha colpito in un punto vitale un ragazzo di 28 anni, uccidendolo.
La stessa probabilità di vincere al superenalotto, ma qui han perso tutti.
Gente esaltata ha dato sfogo alla propria rabbia repressa, prendendo come scusa l'uccisione del ragazzo, e ha dato fuoco a macchine, colpito persone, devastato palazzi.
Uno stato assente ha permesso che le partite si giocassero e che la violenza degenerasse.
Giletti è ancora in televisione, nonostante ogni volta apra bocca ci sia da vergognarsi pensando che i soldi che prende sono anche i miei.
Un sedicenne annuncia la strage su YouTube e vuole anche metterla in atto.
Davvero un bel week end.
Perchè un pessimisma non è altro che un ottimista stanco.

08 novembre 2007

More Fool Me

Con calma ma perseverante, ecco la traduzione di un altro pezzo di Selling Englad by the Pound dei Genesis.

Premessa: probabilmente questa è l'unica canzone del disco che non mi piace per niente; la riporto per "dovere di cronaca".

Che stupido (More Fool Me)


Eccomi qui
Buttando via i giorni
Da quando te ne sei andata
Troppo a lungo mi sono coricato da solo
Senza sapere da che parte girarmi.


Ed eccoti là
Così sicura d’aver ragione
Sapendo bene
Che sarei stato io il primo
A crollare.


E tu saresti stata quella a ridere
Eccetto quando le cose non ti andavano per il verso giusto
Quindi avresti detto di averne avuto abbastanza
Andando in giro da sola.


Il giorno che sei partita
Forse già sapevi di non voler ritornare
Beh, almeno sembrerebbe così
Perché non mi hai mai detto addio.
Ma quando il tutto si riduce a me e te
Sono sicuro che tutto si risolverà bene.


E tu saresti stata quella a ridere
Dandomi qualcosa di cui non ho bisogno
Sai, vorrei sempre stringerti e riscaldarti

Oh! Che stupido.
Ma quando il tutto si riduce a me e te
Mi chiedo
Credo io veramente
Nel tuo amore.
Si, sono sicuro che tutto si risolverà bene.

05 novembre 2007

Se improvvisamente la luce...

Roma è una città piena di contraddizioni. Storia gloriosa, presente così così.

Grande capitale, 7 milioni di abitanti, enorme estensione, capace di organizzare eventi di enorme portata e di ospitare un numero enorme di persone.

Eppure, incapace di non allagarsi appena cadono due gocce d'acqua più del normale. Il che fa specie, perchè le precipitazioni medie in questa città non sono elevatissime, ma neanche così basse, soprattutto a Novembre.
L'altra sera mi sono trovato a casa di mia madre durante un temporale bello forte. Dieci minuti e le strade erano tutte intasate e allagate.
Ho deciso, pertanto, di aspettare che spiovesse.... e mi sono trovato per un poco nel passato.
Mentre eravamo in corridoio, un tuono molto forte ha fatto vibrare i vetri e, contemporaneamente è andata via la luce.
Attimo di panico.
Il cane, terrorizzato dal tuono, correva al buio in mezzo alle gambe di tutti.
Mia nipote, impaurita, è scoppiata a piangere.
Noi non vedevamo nulla.
Mi stavo per incazzare come al solito (non sono dotato di enorme pazienza, devo ammettere), soprattutto perchè siamo così poco abituati a non avere la tecnologia a portata di mano che per un attimo non sapevamo cosa fare:
"Accendi la luce" "ma se manca" "apri la porta per la luce delle scale" "manca a tutto il quartiere" "allora prendi una torcia" "non ce l'ho
Stavo per incazzarmi, dicevo, invece m'è venuto da ridere :-)

Sono riuscito a radunare il "gregge" in salone e sono andato a tastoni a prendere un pò di candele. Le ho accese tutte! sembrava un salone dell'800, con le persone a chiacchierare sui divani a lume di tante candele.
Mia nipote, ora calma, andava in giro cantando, nel suo linguaggio ancora stentato, "tanti auguri a te" soffiando per spegnere le candele. Mi sono calmato e mi sono anche divertito.
Siamo così abituati alla tecnologia che, ogni tanto, ricordarci che potremmo tranquillamente farne anche a meno (la tecnologia semplifica la vita, è vero, ma non ne siamo dipendenti) fa solo che bene. E le risate di mia nipote mi suonano ancora nella testa.

Per un'associazione strana, mi è poi venuta in mente una poesia che da poco ho ricordato, parlando di "francesi" con Eba, a cui sono affezionato.

Parigi di notte

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

02 novembre 2007

Una sentenza importante

Ogni tanto mi ricordo che questo blog è nato principalmente per parlare di internet e tecnologia (è una cosa che dimentico spesso e facilmente, il mio ego ha avuto il sopravvento ;-).

Premetto che io non sono una persona che odia Microsoft, non credo che debba scomparire dalla faccia della terra, non ritengo che Linux sia migliore e non faccio di tutto per boicottarlo.Tuttavia, il comportamento spregiudicato che mantiene sul mercato è da criticare e, quando possibile, da fermare (non credo che in amore ed in affari tutto sia ammesso, anzi).

Un'altra mia convinzione è che spesso noi non facciamo il nostro dovere di "cittadini" in senso lato, ovvero non eseguiamo quel ruolo di controllo che, in parte, ci appartiene (in parte, mi raccomando, non penso che ognuno debba per forza avere la forza di combattere battaglie sociali, dovrebbe già esistere chi si occupa della nostra difesa).
Il nostro ruolo è quello di indignarsi, non prendere tutto per scontato, non dire "tanto è così, non ci posso fare nulla" o, ancora peggio, dire "così va il mondo, è NORMALE".

Per questo motivo, ho salutato con piacere la sentenza che ha portato alla cancellazione del costo di ricarica (partita dall'intervento di un singolo ragazzo che si è indignato ed ha combattuto: devo ammettere che, in quel caso, io ero uno di quelli che considerava la cosa NORMALE, cieco al problema). Ecco qui un poco di storia ed un poco di informazioni, tra cui la campagna per il rimborso dei costi di ricarica.

Per questo motivo, saluto con piacere questa nuova sentenza che impone alla HP, società che produce anche Hardware, a vendere i pc anche senza Microsoft preinstallato, oppure ad accettare di stornare il costo delle licenze dei software al momento della vendita del pc.

Anche in questo caso, mi devo purtroppo unire al gruppo degli "è NORMALE". Infatti, non sapevo che, nel costo di acquisto di un pc, la presenza del software preistallato avesse un costo (il pagamento delle licenze) che si aggira sugli 80-100 euro (a seconda dei pacchetti). Io ero convinto che l'accordo tra le società fosse del tipo "tu metti il mio software, io non ti faccio pagare le licenze". Bè, mi sbagliavo. Si ha diritto, pertanto, ad un eventuale rimborso per le licenze che non si andranno ad utilizzare.

A differenza del caso della sentenza per la rimozione del costo di ricarica, nel quale le associazioni dei consumatori si dileguarono alla richiesta di aiuto da parte del ragazzo per poi ripresentarsi solo quando c'era oramai la certezza della vittoria - l'aiuto attivo venne solo da Beppe Grillo -, in questo caso una associazione dei consumatori ha avuto un ruolo primario nella storia (e meno male, sennò che difesa dei consumatori sarebbe??).

Ecco qui un poco di informazioni.

25 ottobre 2007

quando dentro ti esplode la musica

quando dentro ti esplode la musica
come fai a tenerla

l'orecchio le apre la porta
lei si insinua
la testa gira da un'altra parte
il tempo non ha molto senso
ti distrai, la segui, nota per nota
senti ogni singolo strumento
noti la sfumatura
senti scorrere il pianoforte
tintinnare il triangolo
tieni il tempo della batteria
vibri con la chitarra

potresti aver sentito quella canzone mille volte
ma oggi... oggi sei suo
è una sirena e tu sei ulisse
se non fossi legato, la seguiresti ovunque
il corpo non la segue
ma la testa si
e vorresti essere slegato

vorrei saper scrivere musica
vorrei saper creare queste note
tesserle insieme e saperle amalgamare

ma ora mi accontento di ascoltarla

23 ottobre 2007

IO E TE + DI ALTRI

Joseph Conrad, nel suo romanzo "La linea d'ombra", definisce il fascino della gioventù come "il fascino dell'esperienza universale dalla quale ognuno si aspetta una sensazione particolare e personale – un po' di noi stessi".

E' normale, perciò, che quando uno è giovane viva di superlativi: nell'universalità si ha tutto il tempo e tutto lo spazio a disposizione, ogni esperienza è la più incredibile, ogni amore durerà per sempre. Poi si impara che non è così, ma si capisce anche che è stato bello lasciarsi andare alle esperienze con una simile, totalizzante partecipazione.

Quindi, uno si ama tanto tantissimo, l'amore durerà per sempre (anche se due giorni dopo, magari, ci si tradisce, in quel momento si pensa sul serio di amare per sempre), una storia o esperienza è la più incredibile che sia mai esistita.

Fino alle fastidiose gare di superlativi (come se si potesse dare una gradazione dell'assoluto):
"il mio amore è grande come l'infinito" "il mio di più"
"il mio amore durerà per sempre" "il mio di più"

Queste cose, però, in bocca a dei ragazzini o a degli innamorati folli (si sa che l'amore sovverte un pò le regole nei cervelli), sono però accettabili, a volte anche tenere.

Fa un poco più impressione, invece, che un 44-enne continui a mietere soldi scimmiottando il fare pischellesco del "tutto è meraviglioso e grandissimo".
(Poi scopri che Federico Moccia è figlio di Giovanni Moccia, in arte Pipolo, quello di Castellano&Pipolo e si capisce perchè i suoi libri - che se fossero stati scritti da una persona qualasiasi nello stesso identico modo non avrebbero neanche visto la luce - sono addirittura diventati dei film)


Dato questo lungo preambolo, arrivo però al tema.
Vicino casa mia, dove porto il cane a "pascolare", campeggia una scritta in caratteri cubitali:

IO E TE + DI ALTRI.

Non so davvero come interpretare questa frase.
Un innamorato che, mentre stava scrivendo "io e te più di tutti" ci ha ripensato, rendendosi conto che stava esagerando?
Un idiota che è convinto di aver scritto una frase carina al suo amore ma non sa bene cosa abbia scritto?

Ovviamente non so chi sia stato nè cosa lo abbia spinto.

Mi piace immaginare, però, che siano due geni, due ragazzini che si ribellano alla pochezza dei superlativi detti così, tanto per dire, e si siano detti la verità, ridendo di quegli irragiungibili, vacui, falsi e stupidi "tre metri sopra al cielo" di "mocciosa" memoria. Me li immagino ancora insieme, a ridere di quei deficienti che si sono ingegnati per scrivere sui ponti una frase già detta da altri, o sono corsi ad allucchettare il loro amore a Ponte Milvio fino a tirare giù il lampione solo dopo che qualcuno ne aveva scritto. Me li immagino ancora insieme a ridere di quelle persone, perchè loro, nella loro normalità, sono stati davvero ironici ed originali. E me li immagino a ridere di me, che cerco di capire cosa volessero dire con quella frase :-)

19 ottobre 2007

A volte, anche nel traffico...



Non sto per parlare di qualche film porno, quindi pregasi maliziosi evitare facili battute.
:-)
Parlerò di uccelli, ma quelli veri, quelli che volano!


Ieri, per mia immensa sfortuna, mi son dovuto spostare dall'Eur a Ponte Milvio, alle sei del pomeriggio! (no, dico, alle sei del pomeriggio, solo chi abita a Roma sa cosa intendo dire con quelle tre parole, in che abisso di difficoltà mi sono gettato con la mia macchina).


Mentre camminavo verso la mia meta (e ho usato la parola "camminavo" appositamente, visto che andavamo a passo d'uomo), ascoltavo la radio che dava bollettini sempre più drammatici della situazione:
  • raccordo bloccato per un incidente
  • inaugurazione della festa del cinema (no, la festa del cinema no, devo passare per i parioli!! :-( )
  • raccordo chiuso per un incidente
  • sciopero dei taxi
  • raccordo imploso per colpa di un incidente

Stavo per impazzire! Qualsiasi tipo di parolaccia mi passava per la mente, battevo i pugni sul volante e sospiravo "perchè, Perchè, PERCHE'".
Intanto, su radio rock, gente disperata si dava appuntamenti nei bar per aspettare insieme che il traffico si sbloccasse (bar?? e come ce volete arrivare al bar?? NON SI CAMMINA) ed è partito il sondaggio "ti piacerebbe lasciare la città e andare a vivere in campagna?"
Poi, tra Castro Pretorio e la Nomentana, ho alzato gli occhi e...

E ho visto quello spettacolo che ogni anno mi incuriosisce e mi attira: gli Uccelli che, in questo periodo, si muovono a frotte e si danno appuntamento per organizzare il viaggio delle loro vacanze.
Sopra Castro Pretorio, una gru era completamente ricamate di uccelli, ordinati, in fila, che risaltavano con il loro nero sul giallo della gru. Su di un cavo elettrico ve ne erano altrettante migliaia, è mi hanno ricordato il corto animato della Pixar "Pennuti Spennati" (vero, Vera?).

Sul parco della Nomentana (Lanciani o Glori?? non ricordo mai) nel cielo si raggrumavano e rarefacevano macchie nere, forme in movimento.

Era bello, ed in quel momento ho smesso di insultare il traffico e l'ho apprezzato per avermi permesso di distrarmi così, a naso in su (d'altronde la testa è tonda per permettere alle idee di cambiare direzione...).

Come è che diceva Battiato? Ah, già:

Volano gli uccelli volano nello spazio tra le nuvole
con le regole assegnatea questa parte di universo
al nostro sistema solare.

Aprono le ali
scendono in picchiata atterrano
meglio di aeroplani
cambiano le prospettive al mondo
voli imprevedibili ed ascese velocissime
traiettorie impercettibili
codici di geometria esistenziale.

Migrano gli uccelli emigrano
con il cambio di stagione
giochi di aperture alari
che nascondono i segreti
di questo sistema solare.

17 ottobre 2007

Come smontare un mito

Tarzan: l'uomo della giungla, il moderno buon selvaggio.
Un mito per intere generazioni: libri, film, cartoni animati...
Poi arriva Ascanio Celestini, con il suo libro La Pecora Nera, in cui racconta una realtà scomoda di malattia mentale, di difficoltà in manicomio, tra persone malate e persone semplici, pratiche.
E il mito diventa questo, attraverso gli occhi di un bambino e di sua nonna:

"Conosci Tarzan? Lui è uno che non conosce nessuna parola tranne Io, Tu, il suo nome e quello di una scimmia che si chiama Cita. E nel corso del film si impara anche il nome di una bella donna bianca che si chiama Gein."
[...]
"Ma a un certo punto si capisce che la scimmia è gelosa della donna bianca, così la scimmia si offende e non parla più. Infatti nel film non parla mai tranne qualche strilletto da scimmia incazzata... Mentre la donna bianca chiacchiera sempre. Chiacchiera per tutti. Chiacchiera talmente tanto che sembra molto più ritardata di cervello della scimmia.
Ma la scimmia è tutta pelosa e Tarzan la schifa. Mentre che la bianca invece è tutta depilata e Tarzan resta perplesso. Ma poi si innamora e mia nonna dice che 'Tarzan ha scoperto che anche la bianca ci ha il pelo. Ma ce l'ha soltanto dove serve e a Tarzan gli piace questa donna e questa concentrazione di pelo. Gli piace più della scimmia!'"
[...]

Come distruggere un mito con la praticità della mente semplice, appunto...

Consiglio molto questo libricino, la Pecora Nera, di Celestini, artista che ho imparato ad apprezzare vedendo scemo di guerra, passato di notte tardi su rai tre qualche anno fa.
E' semplice, tagliente, usa un linguaggio studiatamente semplice (e non è per niente facile riuscire a parlare e scrivere così, non so se ci avete mai provato).
Il libro è duro, triste, ma sempre ogni cosa è raccontata con leggerezza.

16 ottobre 2007

Press play on tape!

Quando ero più piccolo, leggevo volentieri, oltre il fantasy, anche la fantascienza.
Immagino questo denoti la mia attitudine a sfuggire la realtà, poi fortunatamente un poco diminuita con l'età.

Nelle mie letture fantascientifiche, oltre Asimov e Dick, oltre "Le meraviglie del Possibile" - raccolta bellissima che consiglio a chiunque, con il racconto breve "La Sentinella", assolutamente da leggere -, oltre alle raccolte di PlayBoy - toglietevi quel sorriso dalla faccia, PlayBoy fu tra i principali mecenati di autori fantasy di grande livello, giuro! :-) -, entrava di diritto Nathan Never, un fumetto che, soprattutto nei primi 50 numeri, era davvero molto bello.

Come tutti i fumetti della Bonelli, attingeva a man bassa da libri e film di fantascienza, le storie erano ben strutturate, i disegni molto belli.

E' in Nathan Never che ho sentito, per la prima volta, la parola "drone", che in robotica indica un robot con limitate capacità decisionali guidato remotamente (ovviamente nel fumetto non era affatto limitato, anzi). I droni servivano per allenamenti di combattimento, per controllare detenuti e prigionieri ed altre attività dove era meglio limitare al minimo il rischio di perdite umane.


Lo studio della robotica, legato allo studio della nanotecnologia, aveva poi portato alla realizzazione di droni-spia, minuscoli e difficilmente rilevabili.


Perchè questo preambolo? Bè, perchè, come riporta il titolo della raccolta sopra indicata, queste fantasie non erano altro che "meraviglie del possibile".

Attualmente, infatti, droni militari sorvolano zone ad alto rischio per fare rilevamenti e per spiare territori.

Ma non ci si è fermati a questo. In Francia, dove la fantascienza ha probabilmente preso piede più che da noi o dove si sentono, forse, in guerra, si è deciso di utilizzarli per controllare le Banlieue (e tanti saluti alla legge sulla privacy).

Mentre in America, sembra che siano utilizzati degli insetti spia davvero futuribili.

E pensare che ogni tanto io ho ancora nostalgia del buon Commodore 64!
Load *",8,1
Press play on tape!
ZZZ Z Z Z Z Z Z Z Z
e poi finalmente qualche gioco innocuo con mega pixeloni a girare per il monitor!

ps: mi astengo dalle valutazioni morali che l'utilizzo dei droni comporta, non mi sento in grado di affrontare un simile discorso.

NOTA: per alleggerire un poco questo post, dico che sono stato alla sagra della castagna di Soriano nel Cimino, che è bella e la consiglio a tutti, e che chiunque, quando gli capita, deve assaggiare zuppa di Farro e Castagne e spezzatino di Vitella e Castagne.

Qui sotto una foto (non si vede bene anche se l'ho schiarita) della preparazione delle castagne, fatta con enormi padelle appese con delle catene sopra al fuoco e mosse di continuo, con un turbinare di lapilli davvero caratteristico nel buio della notte.

10 ottobre 2007

Attenzione all'attenzione

C'è poco da fare.
Ci sono giorni in cui le riunioni non riesco proprio a seguirle.
Io li guardo, provo ad ascoltarli, ma la testa se ne va, se ne va per conto suo.

Come Calvin, mi perdo nelle storie del capitano Spiff e la maestra... puff, non c'è più
:-)


Nel mio sogno ad occhi aperti, però, non c'è Spiff, non ci sono astronavi, ma un odore di aria fresca... aria con neve, probabilmente.

In ogni caso aria invernale, o autunnale (è iniziato l'autunno, la stagione che preferisco in assoluto, soprattutto per i colori che ci sa dare... e poi perchè ritorna il fresco - io ODIO il caldo).

C'è gente che parla, davanti ad un thè caldo, o davanti al fuoco.
Ci sono idee, che passano da testa a testa, da bocca a bocca.

C'è una chitarra che strimpella, o una voce che canticchia, o un suono che gracchia da una radio.

C'è una mano che accarezza i capelli, presente ma non ingombrante.
E spesso, si, c'è una gatta, possibilmente tigrata roscia o completamente bianca.

Ci sono lavoro di casa da fare, cose da preparare, progetti da pensare, qualcosa da fumare e anche da mangiare, perchè no.

Ci sono rumori attutiti, odori forti, aria pungente, sapori antichi, maglioni morbidi al tatto, colori caldi, vino rosso, cognac o porto caldi, schioccare di risate o mormorii seri di discussioni.

Soprattutto, c'è un benessere che mi piglia, improvviso, incredibilmente profondo, che mi fa vibrare la spina dorsale di piacere.


Meno male che sono bravo in quello che faccio e che questo non mi accade che per pochi attimi, altrimenti non riuscirei a nascondere a tutti che, durante certe riunioni, io non ci sono proprio.
:-)

Come già era a scuola prima e all'università dopo, certi momenti il mio cervello dovrebbe seguire ciò che accade, ascoltare le parole che sono dette, invece si rifiuta, e tutto quello che accade intorno si trasforma, i suoni si attutiscono e diventano sottofondo conciliante, come il rumore del treno in viaggio.


A quel punto il mio io sognante si chiede perchè io non mi impegni a far si che questi sogni diventino realtà.
Almeno per un giorno alla settimana, o un giorno al mese... perchè io, lontano dalla mia Roma, non ho ancora voglia di stare.


PS: sabato e domenica, sagra della castagna a soriano nel cimino!

08 ottobre 2007

Consigli cinematografici

Non sono un esperto di cinema, lo ammetto.
Però ho visto alcuni film che mi fa piacere "pubblicizzare" in qualche modo, perchè li ho trovati davvero ben fatti.
Guarda caso, entrambi sono presi da libri.
Ho una mia teoria, riguardo alle sceneggiature: mi sono accorto che, mediamente, ogni volta che vedo un film dove i personaggi mi colpiscono perchè sono ben strutturati ed hanno spessore, è un adattamento di un libro.
Non è una regola fissa: ci sono molti film derivati da libri che mi hanno fatto schifo, mentre ci sono alcuni "originali" (Amelie, Lost in Translation, La mia vita a Garden State) che mi sono piaciuti da morire. Però mediamente è così.

Mio fratello è figlio unico, di Daniele Luchetti, mi è piaciuto molto, pur essendo io lontano da ideali politici così forti come quelli che animano i personaggi. Questi ideali sono lo spunto anche per tracciare il percorso di crescita di un ragazzo, Accio, che ha bisogno di qualcosa, ha bisogno di una via, ha bisogno, come lui stesso ammette, di regole.
Fin da piccolo cresce all'ombra del fratello, capace di catalizzare su sè tutte le attenzioni, le ammirazioni, le simpatie. Accio ne soffre e, amando ma invidiando il fratello, sembra scegliere strade completamente opposte. Eppure i due destini sono legati a doppio filo. Solo alla fine del suo percorso di crescita, spezzati i legami con il passato, Accio riesce a prendere in mano la sua vita e a fare ciò che voleva fare fin da piccolo, aiutare gli "ultimi" (l'ultima scena, però, è forse eccessivamente retorica).
Mi è piaciuto molto, soprattutto grazie all'interpretazione di Elio Germano, un ragazzo di cui ho una stima infinita si dai tempi di Romanzo Criminale e di Quo Vadis Baby.
Scamarcio, invece, fa se stesso - che non è moltissimo -, ma non mi sento di criticarlo troppo, nel film fa la sua parte.

L'altro film è "Correndo con le forbici in mano": un film strano, davvero strano.
Non sono riuscito ancora a prendere una posizione a riguardo, soprattutto riguardo la tematica: la crescita di un bambino abbandonato dalla madre egocentrica e malata di mente e dal padre alcolista, che cresce nella strampalata famiglia dello psichiatra della madre -dove nessuno ha regole nè vincoli, libero di esprimersi ma anche lasciato a se stesso -, bambino che si scopre gay a 15 anni, quando ha il suo primo rapporto con un sociopatico 34-enne.
Eppure mi è piaciuto, lo stile del racconto mi è piaciuto e, per alcuni versi, mi ha ricordato i Tenenbaum, anche se quest'ultimo tratta temi meno pesanti e risulta quindi più leggero alla visione.
Anche in questo caso, il giovane cerca regole senza le quali si trova perso. La frase "Allora capii che avevo bisogno di regole, perchè senza regole la vita è sempre una sorpresa".

La scena dell'urlo liberatorio presente in "Correndo con le forbici in mano" mi ha ricordato un film che ho visto tempo fa, La mia vita a Garden State, sceneggiato diretto ed interpretato da Zach Braff (il J.D. di Scrubs) e con una grande Natalie Portam. E' un film lento, questo, ma assolutamente da vedere.

Di "Correndo con le forbici in mano" e "La mia vita a Garden State" mi sono piaciute molto anche le colonne sonore, belle belle belle.

02 ottobre 2007

Incubi cittadini

Un incubo.
Ho vissuto un incubo.
Tutta la zona romanina tuscolana casilina.
Tutti quei maledetti centri commerciali.
E via, in un negozio megamaxigrandepieno per cercare vestiti sportivi per il mio dolce quarto (troppo più piccola di me di stazza per poterla chiamare metà :-)
Ero nervoso, e il posto non aiuta.
Mi aspettavo i forconi, Dante e Virgilio.
"Ciao Dante"
"Ehi, Virgi, senti, mi accompagni a cercare le scarpe?"
Sono allergico all'umanità, alla massa, letteralmente sbrocco.
Sono sociopatico? Forse
Una bestemmia si stava formando sulle mie labbra, come la canzone di Shannara prendeva corpo e sarebbe potuta essere così potente da distrugger tutto.
Ho resistito, applausi per Ted.
In ogni caso, ho avuto l'ennesima prova che dio non esiste(1) e che, se esistesse, dovrebbe avere una buona scusa.
La cosa più impressionante? I mille bambini in lacrime rimproverati a brutto muso dai genitori. Stanchi, rintronati dai rumori, letteralmente spappolati da luci colori consumismo pubblicità, devono anche sentirsi rimproverare dagli esseri inumani che li costringono a sopportare tutto questo.
Ne ho visto uno (e non sto scherzando) buttato per terra, sulla moquet, abbracciato ad una scarpa tipo orsetto, tra due corsie, che provava a dormire...

(1) prova della non esistenza di Dio, da Guida Galattica per Autostoppisti di Douglas Adams
"Ora, è così bizzarramente improbabile che una cosa straordinariamente utile come il pesce Babele si sia evoluta per puro caso, che alcuni pensatori sono arrivati a vedere in ciò la prova finale e lampante della non-esistenza di Dio. Le loro argomentazioni seguono pressapoco questo schema: 'Mi rifiuto di dimostrare che esisto' dice Dio 'perché la dimostrazione è una negazione della fede, e senza fede io non sono niente'. 'Ma' dice l'uomo 'il pesce Babele è una chiara dimostrazione involontaria della Tua esistenza, no? Non avrebbe mai potuto evolversi per puro caso. Esso dimostra che Tu esisti, e dunque, grazie a questa dimostrazione, Tu, per via di quanto Tu stesso asserisci a proposito delle dimostrazioni, non esisti. Q.E.D. Quod Erat Demonstrandum.' 'Povero Me' - dice Dio, e scompare immediatamente in una nuvoletta di logica."

28 settembre 2007

DIO

Dio nun c’è, nun esiste.
Nun ce crede a chi tte dice
che comanna e benedice
e che aiuta chi resiste.

Dio esiste nella mente
di chi nun crede ne la ggente;
ne la mente de chi pensa
che parlà nun conta gnente.

Ne la mente de chi vole
gioia eterna per la prole
e nun pensa che a tal cosa

nun ce deve pensà Dio:
E’ ll’ora che dicemo
“mò ce penso puro io”.

26 settembre 2007

Uno strano pupazzo...

Tra le cose strane di internet, potete vedere lo Gnagno.
A parte il nome, che non mi fa impazzire, per il resto è davvero fico!!
Poi, i nomi dei suoi amici! Si chiamano: Brian Zero, ovvero il cervello, di colore rosa; Art Taak, il cuore rosso; Paul Moony, i polmoni azzurri; Jack Daniel, il fegato viola, e Testy Bezzy, l’intestino rosa.
Paul Moony e Jack Daniel sono geniali!
:-)
Non so dove ho letto che lui si sente cattivo, non va d'accordo con Art Taak, preferisce quando lui non c'è, mentre va molto più d'accordo con Jack Daniel
:-)

24 settembre 2007

I Simpsòn

Sono andato a vedere i Simpsòn (con pronuncia ovviamente "sudista" del buon Winchester).
Non ne parlerò molto, perchè magari qualcuno sta ancora decidendo se andarlo a vedere e non voglio rovinargli la scelta
:-)
Anzi, ne parlo!
Mi sono divertito un sacco, anche perchè io AMO i Simpson.
Devo dire, però, che reggere un'ora e mezza di Simpson può risultare pesante.
Diciamo che la prima ora mi sono divertito un sacco, poi ho aspettato che finisse.
Ci sono molte battute che mi hanno fatto ammazzare dalle risate, ma ne voglio citare solo 4:

20 settembre 2007

Sagre

Sabato scorso sono andato ad Oriolo Romano per la Sagra del Fungo Porcino (nonostante qualcuno sia convinto di avermi visto a cantare a squarcia gola le canzoni di Califano non so bene dove :-).


Davvero niente male!

Siccome c'è anche questo week end, lascio qualche consiglio utile.

La sagra è organizzata nella piazza centrale di Oriolo.

Arrivare ad Oriolo è molto semplice, basta arrivare a Bracciano o a Manziana e seguire le indicazioni.
Noi abbiamo fatto l'autostrada e poi una strada interna, in mezzoretta e poco più eravamo lì.


Ci sono delle bancarelle da vedere (alcune di prodotti mangerecci tipo formaggi, miele, marmellate, creme di funghi, creme di aglio ed altro), una piccola passeggiata da fare, ma, almeno secondo me, la cosa fondamentale è andare lì per mangiare.

Siamo arrivati verso le sette.
Ci siamo fatti una passeggiata, poi ci siamo messi in fila.
La fila era lunga, diciamo che dalle 7,50 alle 8.30 siamo stati in fila.
Consiglio, mentre si è in fila, di andare a prendere il menù e di scegliere cosa si vuole, per non perdere tempo poi alla cassa.


Nel menù siamo stati abbastanza ripetitivi:
  • bruschetta alla crema di funghi

  • pane ai funghi

  • fettuccine ai funghi

  • stufato di carne e funghi

  • funghi fritti

Erano tutto buono, soprattutto i funghi fritti!
I prezzi: 2, 1.5, 7, 6.5, 7 euro.

Ci sono cose anche meno costose, ovviamente non di funghi: braciole e salsicce, patate fritte ed altro (tra i 1.5 e i 3.5 euro).

Appena presa la ricevuta dalla cassa, deve essere portata subito alla "mensa": molte persone non avevano capito di doverlo fare e hanno mangiato alle 10.

Data la ricevuta alla "mensa", loro mettono la richiesta in coda: ci vuole una mezz'oretta per poter mangiare.

Nel frattempo conviene andare a prendere da bere (altra e diffente fila, purtroppo) e andare a fermare un posto per sedersi.

Se volete comprare i funghi (25 euro al chilo) dovete andare dove si compra da bere (ma si può non fare la fila e chiedere passando da un lato). Il prezzo è alto, ma a Roma li ho visti a 20 euro e non avevano minimamente lo stesso odore, quindi immagino che non si avvicinassero nemmeno un poco, in quanto a qualità, a quelli che ho comprato ad Oriolo.


Buona cena!

Sempre in questo periodo:

16 settembre 2007

Buona Notte

La notte.
Quanto mi piace la notte.
Tutto sembra fermarsi, rallenta e diventa più a portata di mano.

Ora sono qui, nel buio del salone, la grappa alla melissa e miele che mi aiuta a concentrarmi, la musica di Tiersen che mi aiuta a perdermi.

Durante tutto il giorno si corre, il mondo pratico ha il sopravvento.

Di notte il fare perde un poco di senso, i contorni delle cose sbiadiscono...oppure le cose finalmente prendono la loro vera forma?
Le parole diventano bisbigli o parola scritta, ma acquistano peso specifico.
Alla luce del sole dobbiamo rispettare il personaggio che siamo nel mondo, mentre la notte ci avviciniamo maledettamente a cosa siamo sul serio e le parole, accumulate da tanto tempo, sembrano uscire incontrollate ed incontrollabili.

Buio.
Eppure niente è mai stato così chiaro.

Mi vengono in mente le mille chiacchierate, le mille birre, le mille insonnie: parole che scorrono lente, impastate, ma calde e dolci, ciambelle appena uscite.

Mi piacerebbe saper scrivere bene, per saper condividere tanti pensieri.
Mi piacerebbe poter parlare, ore ed ore, con sconosciuti o amici, lasciar fluire i pensieri e assorbire i loro.

Sembra tutto possibile, in quei momenti che precedono un nuovo giorno.
Sembra possibile ottenere tutto anche solo parlandone o scrivendone.
Ti aspetti che il pensiero si condensi e diventi vero.

Oggi una Voce amica mi ha costretto a pensare: quanti errori voglio ancora compiere.
Forse, se me lo avesse chiesto ora, quegli errori (splendide le imperfezioni, quando finalmente si accetta di non essere perfetti: sono come il piccolo errore nel quadro d'autore, rendono il quadro unico e di inestimabile valore) avrebbero preso corpo dal buio e sarebbero stati lì accanto a me, a parlare e a raccontarsi.

Buona questa grappa, forse un poco forte :-)

11 settembre 2007

Grappa alla Melissa

Un rapido post solo per dire che la Grappa alla Melissa, di cui avevo parlato qui, dopo mesi e mesi di amorevoli cure è finalmente pronta.

L'abbiamo assaggiata al termine di un'ottima cena, dopo un dessert di selezione di formaggi con confettura di fichi (portata dalla Corsica, fenomenale!) ed ha fatto la sua porca figura.

Un poco dolce, forse: avrò esagerato con il miele?

Anche quella miele e menta non era affatto male...


Ringrazio Renzo e Luca per averla testata :-)

07 settembre 2007

ASCOLTATE

Mi sono detto spesso che mi sarebbe piaciuto far sentire il disco dei Genesis che mi piace così tanto... e il magico mondo di Internet mi ha dato una mano, per l'ennesima volta.

Ho trovato questo sito: ti registri, gratuitamente; crei le tue playlist con la musica già condivisa, oppure uploadi le tue scelte; te le ascolti e le condividi con gli altri.

Grandioso.

Permette anche di inserire un player nei blog: ecco, allora, qui accanto due player, uno dedicato a Firth of Fifth per gli oramai noti motivi, l'altro per ascoltare tutto il disco.

Unico limite, purtroppo, la velocità della propria linea, che incide pesantemente sul buon ascolte dei pezzi... ma non si possono fare i miracoli.

Buon ascolto!
PS: ho rimosso il link al V-DAY perchè oramai passato. Per chi non ci fosse stato, si sappia almeno che sono state raccolte almeno 18.000 firme, qui a Roma.
Quando sono andato io, un gruppo di ragazzi di Forza Nuova (erano molto pochi) hanno provato a provocare, con striscioni e bandiere.
Qualcuno, dimenticando che la manifestazione era apolitica, anzi, antipolitica, ha reagito. Ma pochi, fortunatamente.
I più li hanno ignorati, come è giusto che fosse. 10 minuti e se ne sono andati.
Ognuno deve esser libero di usare le bandiere che vuole. Le idee stupide e vigliacche dovranno essere cancellate da un mare di indifferenza.

06 settembre 2007

E-MAIL

Tre righe. Tre stupide sciocche righe. Tre righe quasi prive di significato, qualche piccolo emoticon, due tre punti di sospensione… qualche frase o parola troncata, quell’italiano strappato e seviziato tipico della posta elettronica…
Guardava il monitor e si chiedeva come fosse possibile che tre stupide fottute righe prive di calore e di consistenza potessero metterlo così a disagio.

-------Ciao. Come va? Io abb bene :-)
sono di nuovo in giro a fare la trottola…
Spero di vederti. CU Baci -------

Fissava il monitor come intontito, e gli sembrava che le lettere pulsassero, tre sciocche righe che prendevano vita e gli danzavano attorno la testa come indiani all’attacco della carovana… e gli urlavano nelle orecchie, violentemente e senza posa, tre note stonate nello spartito regolare della sua giornata.
L’essere in ufficio di fronte a tante persone, seppure ignare di tutto, non faceva che aumentare a dismisura il suo disagio.
Odiava quegli attimi ed i capelli gli si rizzavano sulla nuca.
Continuava a fingersi indaffarato, batteva sui tasti rumorosamente ma in modo privo di logica.
Non riusciva a togliersi dalla testa quelle tre righe, solitarie nella pagina, quasi offensive nella loro stringatezza. Eppure…
Non riusciva a togliersi da dentro quella sospensione creata da quegli sciocchi puntini dopo “trottola”… troppe erano le cose che sottintendevano e nello stesso tempo sottolineavano.
Una sola cosa era certa: lei era di nuovo “free”, la caccia era aperta e quello era un invito a parteciparvi.
La cosa sarebbe dovuta essere eccitante, ma non era così per lui. Gli rivennero su ricordi come l’alcool ad un ubriaco, in modo incontrollabile ed indesiderato. E facevano male…
Quelle tre righe riaprivano un mondo e ricostruivano un dolore.
Il cervello continuava a vomitare ricordi; e più erano belli, più gli si accodavano quelli pesanti.
Poteva sentire gli odori ed i sapori, era di nuovo lì fisicamente… e fisicamente sentiva anche quella sofferenza, quella sensazione d’impotenza, quel disagio d’averla persa e di essersi comportato come non voleva, in un modo che non si aspettava. Perderla era coinciso con il perdere la stima in sé e le due perdite unite lo avevano schiantato, minando fortemente le sue fondamenta, la sua sicurezza e indipendenza.
E ora tre fottutissime righe, quasi fuori luogo in quel posto di lavoro, avevano riavvivato il disagio dalle ceneri di un fuoco mai spento.

Ma quello era anche un invito, una richiesta d’aiuto. Urlava: non mi lasciare ad altri, riprendimi, riconquistami, riottienimi. E lui non voleva vederla con altri…
Forse poteva anche ricostruire tutto e riprendersi ciò che ancora sentiva suo.
Mettere in gioco i ricordi e rischiare di perderli tutti.
Ma anche rischiare di vincerne di nuovi e più caldi.
Ma poter anche schiantarsi di nuovo.
Ma poter davvero riconquistarla.
Ma poter anche scoprire che non ne valeva la pena.
Ma poter anche godere e non soffrire.
Ma le persone non cambiano.
Ma lei gli piaceva così.
…Il tempo sembrava gocciolare lentamente, troppo lentamente, quasi fermo.. eppure mille pensieri gli affollavano le idee. Sudava un poco, era teso, e si sentiva a disagio.
Sentiva che doveva prendere una decisione, veloce, prima che il dubbio gli si piantasse dentro.
In un secondo decidere se salvare i ricordi, vivere di ricordi o cedere ai ricordi. Logica, nostalgia o passione…
Ed alla fine prese una delle decisioni importanti della sua giovane vita:
SHIFT-CANC
…e con sollievo si accorse che erano passati solo 5 minuti.

05 settembre 2007

Genesis: I Know What I Like (In Your Wardrobe)

da wikipediaE' la seconda canzone dell'album Selling England by the Pound, e prende spunto dal dipinto nella copertina del disco (l'uomo sdraiato sulla panchina che vede immagini delle persone che gli parlano).

In effetti non la posso considerare la mia preferita, musicalmente, in questo disco. E' morbida, gradevole, evocativa, ma non dirompente.
E' il brano di lancio dell'album uscito anche in 45 giri, qui si può vedere la copertina.

Il sintetizzatore iniziale e finale dovrebbe simulare una falciatrice elettrica.
L'immagine che mi è sempre venuta in mente è di questo ubriaco sulla panchina nel parco che, nel dormiveglia, unisce i suoi pensieri personali ed interiori al rumore della falciatrice che gli arriva alle orecchie dall'esterno e al pensiero che quel rumore gli fa balenare nel cervello ("Tieni affilate quelle lame da falciatrice").

So quello che mi piace (nel tuo armadio)
È l’una ed è l’ora di pranzo,
quando il sole batte ed io sono sdraiato sulla panchina,
sento sempre che parlano.

C’è sempre stata Ethel:
“Jacob sveglia! Devi mettere in ordine la tua stanza”.
E poi Mister Lewis:
“Non è ora che se la cavi da solo?"
Sopra le mura del giardino, due uccellini – cucù a te!
Tieni affilate quelle lame da falciatrice…

So quello che mi piace, e mi piace quello che so;
migliorando nel tuo armadio, fai un passo avanti nel tuo aspetto.
Domenica sera, Mr. Farmer è venuto, ha detto:
“Senti figliolo, stai sprecando il tuo tempo;
per te c’è un futuro nel mestiere delle uscite di sicurezza. Vieni in città!”
Ma ho ricordato una voce dal passato;
“Il gioco ripaga solo quando stai vincendo”.
Ho dovuto ringraziare Miss Mort per aver prodotto un fallito a scuola.
Tieni affilate quelle lame da falciatrice...
So quello che mi piace, e mi piace quello che so;
migliorando nel tuo armadio, migliori nel tuo aspetto.
Quando il sole batte ed io siedo sulla panchina,
sento sempre che parlano.
Io?
Sono solo una falciatrice di prati
– lo vedi dal modo in cui cammino.

Qui si può vedere il testo completo.

La frase "getting better in your wardrobe, stepping one beyond your show" l'ho tradotta prima con il più letterale "migliorando nel tuo armadio, fai un passo avanti nel tuo aspetto", poi con il più normale "migliorando nel tuo armadio, migliori nel tuo aspetto": se qualcuno sa consigliarmi quale sia la traduzione migliore, è ben accetto :-)

03 settembre 2007

E si va ad incominciare

Eccomi al primo giorno del nuovo lavoro.
Tutto da elaborare, ancora.
Mi hanno regalato un quaderno nuovo, ora posso cominciare a scrivere.
Prima, però, devo pensare. Chi mi conosce sa che per me ora è il momento di capire, di elaborare in silenzio, ed io ho i miei tempi...
D'altronde i post si chiamano così perchè vengono scritti dopo, quindi tra qualche giorno parlerò del mio nuovo lavoro :-)

Per ora posso solo dire che non c'è l'aria condizionata in questo ufficio dove mi trovo ora e credo che ben presto mi squaglierò: ricordate la scena di Amelie che si scioglie al suolo? Bene, sarà la mia fine appena il sole colpirà la finestra che mi è accanto.
(in effetti, mi avevano detto che avrei avuto un'accoglienza calorosa...)
Ho letto i vecchi post, e mi sono accorto che non parlo da molto di computer, tecnologia ed internet.
Il che, essendo il blog nato apposta, in effetti è un poco strano...
Il mio esuberante egocentrismo (quello che, per intenderci, quando ero più piccolo mi spingeva a dire frasi del tipo "Ma basta parlare di me, parliamo un pò di te: che ne pensi di me?") ha avuto la meglio e schegge di me sono uscite qua e là dalle maglie dei miei pensieri.

Troppo, in effetti, credo che sia più interessante parlare di tecnologia.

Oggi mi soffermerò su due oggetti che non possono davvero mancare nella vita di tutti i giorni.

Il primo, è fondamentale per poter archiviare i propri cd: una custodia parlante! Ci si possono registrare 60 secondi di insulti che ci spieghino perchè riporre immediatamente il cd che abbiamo in mano! A parte gli scherzi, può essere utile per chi volesse mandare presentazioni e volesse far colpo (pensa che bello mandarlo ad un produttore musicale: vorrebbe cestinarlo ma una canzone registrata sulla custodia parte appena lui tocca il cd!), oppure per persone non vedenti, oppure semplicemente per chi volesse fare il coatto.
Ha un prezzo contenuto, potrebbe essere interessante.
Il secondo, è un oggetto fondamentale per poter bere le cose fresche (dio solo sa quanto vorrei averlo qui accanto a me insieme a litri e litri di qualsiasi bevanda): il "cooler" rapido, che può freddare una lattina in un minuto o bottiglie in meno di 5 minuti.
Grandioso
(si prega astenersi da dimostrazioni di tedio e profondo livore da parte di chi pensava di leggere qui cose interessanti)
Per chi volesse passare un poco di tempo, invece, con una cosa interessante, allora può provare a volare sopra ogni città che lui gradisca, simulando il volo con l'easter egg scoperto all'interno di Google Earth!

31 agosto 2007

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E' IL MOMENTO DEI SALUTI

Come mi è già capitato di dire, per me Settembre è il vero inizio dell'anno.

Forse sono infantile, sono rimasto ai tempi della scuola, ma il vero inizio è Settembre.

Quest'anno l'inizio dell'anno significa molto per me.
Non nego che io sia turbato.
O forse "torbato", come direbbe un Lagavulin :-)

La vita mi sta regalando nuovi innumerevoli stimoli, mi sta ricordando emozioni sopite, mi sta regalando adrenalina, mi sta premiando dopo alcuni sforzi.
Mi sta anche obbligando a mettermi in discussione, a mettere in discussione ciò che ho costruito sino ad ora.

Ed è bello e brutto insieme.

Mi ricorda che sono vivo, che tutto si muove.
Mi ricorda che quello che sono ora è l'insieme di tutte le scelte che ho compiuto sino ad oggi.
Degli sforzi che ho fatto, dei pensieri che ho avuto.
Delle esperienze, belle e brutte.
Di ciò che ho visto, di ciò che ho imparato, di ciò che ho sentito.
Di quei giorni in cui mi sentivo un sacco di zavorra da far cadere per salvarmi.
Di quei giorni in cui mi sentivo la mongolfiera, e i sacchi di zavorra non potevano più fermarmi.
Di quei giorni in cui, semplicemente, mi sentivo.
Nulla è andato perduto.

Ma mi ricorda anche che qualcosa sta terminando, e che tutti gli sforzi che possiamo fare per fermare le cose, per bloccarle come sono, sono sforzi inutili, sono orme sulla battigia.

Ne uscirò diverso. Forse più forte, forse no; forse migliore, forse no; sicuramente diverso, cresciuto, accresciuto, vivo.

Dopo otto anni lascio la mia società. Dopo quattro anni lascio il cliente che mi ha ospitato.
Anni di esperienza, di crescita, di conoscenza (e i giorni in cui si impara qualcosa non son mai da buttare), di chiacchiere e caffè, di persone da ringraziare.
Ma anche di abbattimento, di fatica, di nervosismo, di litigi.

Credo di aver dato molto. So di aver ricevuto molto.

Nessuna retorica, solo un saluto.
E la convinzione che non sono stati anni buttati.
E non è poco.

Ho conosciuto persone fantastiche: a voi dico che vi ringrazio, e che - son sicuro - le nostre strade si incroceranno di nuovo.
Ho conosciuto persone meno fantastiche: a voi dico che vi ringrazio comunque, ma - non vi offendete - spero vivamente che le nostre strade "divergano all'infinito".
Ho conosciuto superficialmente molte persone, di cui non so neanche il nome, con cui ho scambiato parole, sorrisi, anche risate: a voi mando un saluto speciale perchè spesso, pur superficialmente e involontariamente, sicuramente disinteressatamente, mi avete regalato momenti piacevoli o cose a cui pensare.
Ho conosciuto poco persone che avrei voluto conoscere meglio: a voi chiedo scusa per non avervi dato più spazio.
Ho conosciuto poco persone che non mi attiravano: anche a voi chiedo scusa per non avervi dato più spazio.

Ho conosciuto persone convinte, in modo assolutamente errato, di avermi capito, di potermi dare consigli, di avermi capito meglio di quanto io abbia capito me stesso: a loro dico solo di dimenticarmi, perchè io dimenticherò loro e tutte le parole che hanno speso inutilmente.

BUENA VIDA Y SUERTE


27 agosto 2007

Buoni propositi (?)

La vita ci chiede solo di esser vissuta. Eppure questo sembra esser la cosa più difficile da realizzare.
Passiamo tanto tempo a fissare le cose, ad inchiodarle, a cementarle... a irrigidirle. Ci dà sicurezza, ci fa sentire forti.
Ma la vita è fluida, trova sempre il modo di entrare, e più ci siamo irrigiditi, più danni farà nel momento in cui entrarà.
Io non so ancora come reagire: se rinforzare le barricate oppure lasciarmi andare nei flutti.
E' probabile, come sempre, che la risposta corretta sia nel mezzo: lasciarmi andare ai flutti stringendo forte il timone; subirò tempeste e bonacce, ma potrò dire di aver davvero navigato; mi pentirò di aver scelto delle rotte, ma apprezzerò i posti nuovi che mi porterà a vedere; non mi lascerò andare al rimorso per le scelte prese, troppo perso nella scelta delle nuove vie; lascerò scorrere il sangue e crescere l'adrenalina e non rimarrò fermo solo in un porto sicuro.
Non voglio più timore... spero solo di non perdermi.

PS: è un buon proposito per l'anno a venire. Sono rimasto ai tempi della scuola, per me è Settembre l'inizio dell'anno
:-)

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,

Ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

Chi non cambia la marea,

Chi non rischia e chi non cambia colore dei vestiti,

Chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione,

Chi preferisce nero su bianco e i puntini sulle "i"

Piuttosto che una serie d'emozioni,

Proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

Quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

Quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

Chi è infelice sul lavoro,

Chi non rischia la certezza per l'incertezza,

Per inseguire un sogno,

Chi non si permette almeno una volta nella vita

Di fuggire dai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

Chi non legge e chi non ascolta musica,

Chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio,

Chi non si lascia aiutare.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

Chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

Chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

Ricordandoci sempre che essere vivo

Richiede uno sforzo di gran lunga maggiore

Del semplice fatto di respirare.

( PABLO NERUDA )

23 agosto 2007

Lost in Translation


Ieri ho rivisto per la quinta volta Lost in Translation (ma l'ho visto in lingua originale, ee).

E' uno di quei film, come il Favoloso mondo di Amelie, che mi colpiscono; con delicatezza, ma mi colpiscono.
E' la storia di un ex attore e di una giovane laureata in filosofia che sono nello stesso albergo, a Tokio, per motivi differenti: lui rincorre un lavoro e una paga ma anche un poco di tregua da una vita familiare che non lo coinvolge più; lei segue un marito sempre assente e, soprattutto, troppo distante da lei.

Tokio, nella sua diversità, con i suoi ritmi frenetici, ha una forza straniante impressionante. I personaggi si trovano, così, soli, persi, insonni, e questa "solitudine in mezzo a molti" (rappresentata dall'hotel, posto dove si è circondati di gente, ma si è, in fondo, estranei a tutto) fa da cassa di risonanza ai loro problemi, costringendoli a dare ascolto al ritmo della loro anima.

Come due profughi, persi in loro stessi, soli in un mondo che non conoscono, si riconoscono come anime affini e si avvicinano: due mondi distanti, quasi opposti, che entrano a contatto e si trovano bene insieme.

Tutto è raccontato per immagini, i dialoghi sono ridotti all'osso.
Tutto è raccontato dai luoghi, dai suoni soffusi (come rimbomba, ogni volta, il sibilo delle porte dell'ascensore che si aprono e chiudono), dagli sguardi e dalle smorfie (Scarlett Johansson e Bill Murray sono fantastici).

Questo è un film dove vince il non detto, dove tutto è sfumato, eppure, per me, così evidente.
Forse ho passato momenti simili, momenti in cui ho cercato me stesso, e tanto.
Forse non è un film per tutti: se non ci entri in sintonia, probabilmente rimane criptico, lontano, incomprensibile.
Forse ognuno, in quei non detti, mette ciò che vuole, e questo da noia a molti.

In effetti, il film non racconta, ma evoca: un piccolo viaggio spirituale, con scene accennate come i sorrisi di Scarlett Johansonn o le smorfie di Bill Murray.
Un film lento, silenzioso, accennato, delicato, mai invadente: per questo dirompente.

Ci sono mille scene che mi sono rimaste impresse.

La scena in cui si parlano, con aria noncurante ma profonda curiosità, spiega tutto un mondo: si può vedere la scena qui (eccone una traduzione sommaria: "Sai mantenere un segreto? Sto organizzando un'evasione, e sto cercando un complice. Prima dobbiamo scappare da questo bar, poi dall'hotel, poi dalla città, poi dal questo paese: ci stai o no?" "Ci sto, vado a preparare le mie cose" "Io aspetto al bar, bevo per prendere coraggio").

La scena in cui si addormentano insieme, sconfiggendo con la compagnia i fantasmi che li agitano , riuscendo finalmente a dormire, in cui l'unico punto di contatto sono i piedi di lei e la mano di lui, esalta un'affinità mentale che non si perderà nel rapporto fisico.

Le mille scene di Bill Murray con la sua aria ironica sul volto quando si confronta con un mondo così diverso e così lontano da lui (la scena della doccia, troppo bassa per lui; la scena della discussione con il regista, che parla per ore per esprimere pochissimi concetti; quella in cui, in ascensore, supera tutti di almeno un palmo; la scena della prostituta che vuole che lui gli "stlappi" le calze; la scena in cui parla in inglese ad un giapponese che prova a parlargli in francese) e le mille scene di Scarlett Johansson persa per la città (una su tutte, la scena della metropolitana) rendono l'idea della loro difficolta di comunicazione e di relazione, sono il simbolo del momento che si trovano a passare, quel sentirsi avulsi, staccati da tutto ciò che li circonda, fuori luogo, fuori tempo, fuori fuoco.

La scena del pranzo dopo che Bill Murray ha un rapporto con la cantante del piano bar, esprime, senza mai una parola detta ad alta voce o fuori posto, la tensione che c'è tra loro, tra la "gelosia" della Johansonn e l'imbarazzo di Murray.

La scena dell'imbarazzo tra di loro, in ascensore, l'ultima sera, scena che, senza dire una parola, mostra come lei desideri più attenzioni e come lui, seppur a malincuore, non voglia "sfruttare" la situazione.

Su tutte, poi, l'ultima scena, quel bisbiglio indistinguibile ma così chiaro, che chiude con estrema delicatezza tutta una storia.

E' un film che consiglio vivamente a tutti, ben sapendo che o lo ameranno e mi ringrazieranno, oppure lo odieranno e mi prenderanno, una volta in più, per pazzo.

22 agosto 2007

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La Corsica

E così, la settimana è passata piacevolmente e tranquillamente, tra sole, mare, cibo, birra e chiacchiere.

Ma cosa consiglierei di questo viaggio alle altre persone?

Innanzitutto, comincio con il dire alcune cose.

Prima di tutto, Ile Rousse è molto carina e curata, ma nello stesso tempo non è una città snob come può essere S. Florent nè confusionaria come Porto Vecchio.
I locali chiudono a mezzanotte, mezzanotte e mezza al massimo. Le persone non escono di casa vestite come se dovessero andare a sfilate di moda. Ci sono molte famiglie e, soprattutto, ci sono molti bambini. Io non so se in Francia hanno politiche della famiglia più valide rispetto a noi, oppure se Ile Rousse è meta di famiglie benestanti, so solo che lì ogni nucleo aveva con sè almeno due bambini!
Detto tutto questo, sconsiglio questo posto a chi cerca balli sfrenati o feste sulla spiaggia, lo sconsiglio anche ai modaioli, mentre è perfetto per chi cerca posti più tranquilli che non si fanno mancare nulla (locali, ristoranti, servizi).

Importante è, poi, l'accoglienza riservata ai cani. Qui sono davvero i migliori amici dell'uomo, godono di molti "diritti": possono entrare nelle spiagge senza limitazioni di sorta; nelle case e nei campeggi sono accettati; spesso, fuori dai locali, si trovano dei TouTou Bar, con le ciotole per l'acqua, oppure nei ristoranti vi portano subito una ciotola per il cane e poi vi chiedono cosa volete da mangiare. Un vero paradiso per i cinofili.
Consiglio molto la Corsica a chi ha un cane e vuole andare in vacanza, la sconsiglio, ovviamente, a chi ne ha fobia.
Ulteriore consiglio, la Corsica Ferries obbliga il proprietario a far viaggiare il cane in celle separate dalle persone, mentre la Moby, che parte da Livorno, lascia tranquillamente la libertà di portarlo con sè. Prima di partire, però, il cane va vaccinato per filaria e rabbia.

Per quanto riguarda il mangiare, i ristoranti di Ile Rousse sono curati, spesso molto carini (come quelli sulla spiaggia, davvero "pittoreschi"). Ma, generalmente, sono molto costosi e la qualità del cibo non è incredibile. Conviene spostarsi sulle colline intorno, magari unendo la cena ad una passeggiata sulla Balagne, la via degli artisti, sulle colline che sovrastano la costa tra Ile Rousse e Calvi.
In particolare, mi sento di consigliare "I Scalini", a S. Antonino (ci sono delle foto del posto nello slider).
Un ristorante costruito all'interno di una casa di 3 piani, sovrastata da una terrazza con vista a 360 gradi, arredata con gusto arabeggiante, drappi colorati, cuscini colorati, tende colorate. Ci si possono mangiare buonissime insalate e altri piatti sfiziosi, ed il prezzo è contenuto. Due soli problemi: il primo, che chiudono la cucina un pò presto, conviene prenotare e non presentarsi mai tardi; il secondo, che il posto più bello è la terrazza con la vista a 360 gradi, ma nelle giornate ventose (e in Corsica il vento forte non è una rarità, spazzata come è da tramontana, maestrale o libeccio, a rotazione) viene chiusa.
S. Antonino è molto carina, con una vista splendida su tutta una vallata che scende sino al mare e, intorno, le brulle colline corse che creano un paesaggio da far west: dopo il pasto una passeggiata è d'obbligo.

Per uno spuntino, invece, mi sento di consigliare "A Casa Corsa", che è nella piazza centrale di Ile Rousse: ci si preparano taglieri di formaggi e salumi, oltre a insalatone. Consiglio di farci un aperitivo-cena, e di bagnare tutto con della buona birra Pietra alla spina (vedere sotto).

Parlando di cucina più in generale, non credo che il pesce possa essere considerato il loro piatto forte. La carne e gli insaccati, invece, soprattutto di cinghiale, li consiglio vivamente.
I formaggi sono assolutamente da provare, soprattutto a fine pasto e accompagnati da confettura di fichi, davvero un dessert "da paura".
La verdura è molto buona.
Le birre locali, poi, sono da provare. La Pietra ci ha colpito molto: scura, aromatizzata alla castagna, a bassa fermentazione: grandiosa! In bottiglia, però, non rende come alla spina, deve esser provata assolutamente alla spina. La Serena e la Colomba, invece, son buone, da provare, ma non mi hanno colpito particolarmente (ed è difficile trovarle alla spina).
Anche il vino locale non è male, soprattutto il rosè (so che questo farà storcere il naso a molti intenditori).

Infine, un consiglio per chi ama il jazz. A Ile Rousse, esiste un locale che in Agosto, praticamente una sera si ed una no, ospita un complesso di jazz/swing davvero bravo. Soprattutto, il 14 Agosto sera, ogni anno, questo locale di via Graziani, di cui - purtroppo - non ricordo il nome, è pieno zeppo di gente che corre ad ascoltarli (consiglio, sempre, di prenotare).

Per la lingua, infine, non vi preoccupate: il Corso sembra italiano con la U in ogni dove, ci si capisce sempre :-) (da vedere, ad esempio, questa descrizione di S. Florent e la pagina wikipedia corsa associata, grandiosa!)

PS: Ho aggiunto le altre foto nello slider in alto, passateci sopra con il mouse per vedere la caption