Internet e l'aborigeno

27 giugno 2007

L'ombelico del mondo

Si nota nulla di strano, in questa foto?
Oltre al fatto che la modella sembra essere molto bella, intendo...

Bè, la modella non ha l'ombelico! Non è affetta da qualche strana malattia genetica né è un'aliena!
Come è possibile, allora? Semplice, la foto è ritoccata ma il grafico che ha compiuto il lavoro probabilmente aveva molto sonno, oppure la sua vita è piena di donne di carta ma vuota di donne vere e l'inesperienza gli ha tirato un brutto scherzo.

La foto è stata pubblicata su PlayBoy, una rivista con una grande è gloriosa storia alle spalle, soprattutto per il nudo artistico (nel 53, primo anno di vita della rivista, Marilyn Monroe fu sulle copertine della rivista con "una foto che sconvolse il mondo"), ma non solo: ad esempio, pubblicava storie di fantascienza di notevole fattura, con racconti di Bradbury, Clarke e Dick, per dirne alcuni (chi mastica di fantascienza sa che sto parlando di assoluti maestri).

Una rivista capace di incidere sul gusto delle persone e di proporre icone di bellezza femminile.
Ecco, appunto: icone, simboli, rappresentazioni di una realtà da apprezzare, seguire, imitare se possibile. Ma dove è la realtà?
Non ci si può proprio più fidare delle donne! Tra trucchi, tacchi, push-up, eccetera già era alto il rischio di rimorchiare una donna in discoteca e trovarsene, poi, una completamente differente nel proprio letto.
Ora, con i trucchi fotografici, anche gli oggetti del desiderio rischiano di nascondere pessime sorprese (ah, tu sei la playmate di aprile? e che ti è successo tra maggio e giugno, ti hanno calpestato con un tir??)

Spesso ho discusso con amici su quanto la pubblicità, la televisione, il cinema, le riviste di moda incidano sulla realtà.
Non sono loro a seguire la realtà, a darne immagine, ma ne indirizzano l'evoluzione.
La pubblicità, soprattutto, il cui scopo è creare solo finti bisogni (ricordate Fight club? La pubblicita' ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto) traforma la realtà, la rende desiderabile ma mai raggiungibile, in modo che tutti agognino sempre qualcosa che non raggiungeranno mai (gli acquisti nascono dai bisogni, reali o fittizi che siano).

Il marketing, oramai, muove il mondo: bisogna proporre la cosa più bella per attirare il maggior numero di persone e battere la concorrenza. Poichè la bellezza è già stata inventata, allora si deve fare di più, si deve mostrare la superbellezza, quella che non esiste, la perfezione.
Di conseguenza anche il cinema, la televisione, le riviste propongono icone e bellezze che non sono reali, non puoi trovarle nella vita di tutti i giorni, superano l'ambito umano per diventare divinità.

(Per inciso, anche le attrici porno sono preoccupate dall'Alta Definizione: loro, che dovrebbero attirare l'attenzione per tanti altri motivi, sono invece consce che oramai l'immaginario proposto è quello di donne senza difetti e quindi sono preoccupate perchè l'alta definizione sta rendendo palesi dei difetti fisici prima trascurabili)

Questo gioco, alla lunga, sta diventando molto pericoloso. Molte persone non riescono a distinguere il vero dal falso, non riescono a distinguere il raggiungibile dall'irragiungibile e questo loro continuo sforzo di adeguarsi ai gusti comuni, dettati appunto da cinema e pubblicità, li sta buttando nel tritacarne.
La vita estremamente competitiva che ci troviamo a vivere, fa si che "stare fuori dal coro" sia sempre più complicato: ma come fare se i modelli proposti non sono neanche reali?

Abuso di operazioni di chirurgia estetica (nata per aiutare persone con danni estetici anche gravi, è diventato un business per chirurghi senza scrupoli a danno di persone insoddisfatte), anoressia, insoddisfazione cronica e depressione sono oramai molto difffusi.

Certo, c'è chi potrebbe obiettare che questo è il mondo e i media non fanno altro che rappresentarlo.
Viene, però, in mio aiuto uno studio di Anna Becker, antropologa dell'Harvard Medical School.
Per il suo studio, del 1999, essa controllò l'evoluzione dell'attitudine verso il cibo tra gli adolescenti delle isole Fiji, dove la televisione arrivò solo nel 1995, iniziando a bombardare le persone con i programmi (e le pubblicità) in voga in america.

Purtroppo non posso linkare lo studio della dottoressa (è in vendita e non in libera consultazione), quindi riporto i risultati di cui ho trovato maggior riscontro: si osservò l'aumento della frequenza, tra adolescenti di sesso femminile, di diete nonché i primi casi di anoressia e bulimia; già nel 1998 il 74% di esse dichiarava di percepire il proprio corpo come "troppo robusto e grasso" e di voler dimagrire e che il 15% ricorreva a vomito autoindotto per controllare il peso.
Il tutto in un paese dove, fino al 1995, si era per tradizione apprezzato nella donna un fisico robusto e pieno, e dove non si erano registrati disturbi di carattere alimentare.

Non so neanche io come concludere questo post. La discussione si allarga a macchia d'olio, sull'influsso sociale dei media, su come sia stupido seguire solo l'accettazione da parte degli altri fino a snaturare il proprio fisico, sulla forza di penetrazione della tv i cui messaggi sono, purtroppo, accettati senza spirito critico, su come ci si senta spesso fuori luogo nel mondo perchè i modelli presentati sono troppo lontani dalla realtà... ma lo spazio ed il tempo a me concessi sono terminati, mi vado a fare una carbonara per consolazione.


21 giugno 2007

Senso

Quanti baci inutili, a volte.
Ti lasciano freddo e vuoto.
Le labbra ancora umide,
La lingua ora sola ma ancora calda,
il fiato vaporoso e forte:
sono emozioni che puoi vivere spesso,
ma solo poche volte lasciano il miele
in bocca e l’anima piena.

Con la stessa bocca
a volte mangia il corpo
a volte mangia l’anima!

20 giugno 2007

Versione di Latino per la maturità del 2007

Ok, lasciate perdere il titolo, non c'entra nulla, mi incuriosisce solo sapere se domani troverò accessi casuali da più parti di Italia :-)

Se qualche studente è entrato qui per colpa del titolo... bè, mi spiace, state prendendo parte ad uno studio su come incrementare gli accessi casuali in un blog.

In ogni caso, proprio di maturità volevo parlare.
Ma non dell'esame, che ricordo ancora come una tortura infinita, aggravata da un caldo afoso terribile, come sta accadendo in questi giorni.
Unica fortuna (ma al tempo non mi sembrò tale), fu essere il secondo interrogato di tutta la scuola. Dal secondo giorno di esami orali io ero al mare, a prendere il sole sfottendo quelli che ancora dovevano studiare.

Non degli esami, quindi, ma dei commissari di esame.
Ogni anno devo sentir dire che sono sottopagati e che è difficile trovare dei commissari per gli esami di maturità.
La cosa mi fa letteralmente imbestialire.

Prima di tutto perchè io rimasi vittima di un commissario incazzato che fu precettato per forza e che venne nella nostra scuola a farci pentire di non essere rimasti a casa: presi 40 nonostante fossi stato presentato con la media dell'8 - e la media degli anni precedenti DEVE incidere sul voto. Ricordo che durante la discussione del mio voto 2 professori - che allora erano esterni e quindi non erano i MIEI professori - uscirono dall'aula per protesta. Io presi 40 ed era il 5° voto più alto della mia classe! (tre sessanta, di cui due erano figli di professori di quella scuola - anche se, per onor del vero, erano molto bravi- , un 56, poi io, poi tutti 38 e 36).


Secondo perchè sento sempre lamentele su di una retribuzione inadeguata: secondo quanto ho letto le cifre non mi sembrano così irrisorie. C'è gente che quelle cifre non le riesce proprio a vedere, in un mese di lavoro.

Terza cosa perchè adducono la scusa della malattia come mezzo per fuggire da questo loro obbligo.
Ricorrere alla malattia l'ho sempre considerato una vera e propria vigliaccata, una cosa davvero triste, che pesa sulle tasche di tutti ma che soprattutto dimostra profonda vigliaccheria e incredibile mancanza di rispetto.
E' il vostro cazzo di lavoro, vi si richiede di tenere degli esami... e non vi si chiede nemmeno di andarci gratis!


Queste sono le persone che dovrebbero insegnarci a vivere. Quelli che "la scuola è soprattutto una scuola di vita, non si impara solo la cultura". Ma dai? Quindi mi stai insegnando ad essere disonesto, a fuggire dai miei doveri perchè il gioco non vale la candela, a lavarmene le mani, a pretendere prima di dare. Complimenti, davvero. Complimenti a tutti quei professori.

Ha ragione Fioroni, almeno non chiediate serietà ai vostri alunni.

Non amo la categoria dei professori. Non la amo affatto e credo che i bravi professori si contino sulla punta delle dita, e che quindi non è giusto che tutti siano pagati allo stesso modo. Ho visto professori aggiornarsi di volta in volta, tenere il passo con i tempi, cercare un dialogo, impegnarsi in prima persona. Ma anche professori che preparavano la stessa lezione da anni, potevi passare l'anno successivo alla stessa ora e avresti sentito dire la stessa fottuta parola. Professori ignoranti, distaccati, stanchi, demotivati, demotivanti, incapaci, interessati solo alla mezza giornata perchè poi il pomeriggio devono fare le lezioni private, repressivi, impauriti dalla vita e dai cambiamenti. Perchè devono ancora poter insegnare?
Perchè devono essere pagati allo stesso modo di chi si impegna e si aggiorna?

E non voglio sentire cazzate del tipo "ma in italiano o in storia per cosa ti vuoi aggiornare"? Ogni anno ci sono mille nuove interpretazioni storiche, mille dibattiti, studi e controstudi... oltre agli studi di psicologia e di metodologia dell'insegnamento che uno dovrebbe fare per imparare a dialogare con giovani che, anno dopo anno, sono sempre più giovani rispetto a loro.

Quanto vorrei che uno di loro leggesse questo blog e provasse a darmi una spiegazione. Quanto desiderei capire davvero con che coraggio affrontano ogni giorno successivo ad una scelta del genere: scappare!

Magari qualcuno saprebbe anche farmi cambiare idea, chissà. Mi permetto di dubitarne.

19 giugno 2007

Lo steampunk

Come mi è già capitato di dire, sono un uomo diviso tra la tecnologia spinta verso il futuro e l'innegabile attrazione che il passato ha su di me.
Bè, un uomo... un.
Comunque, dicevo, sento forte questa "divisione", questo strappo interiore. Forse è una cosa normale per noi di Roma, così abituati a vivere una vita moderna immersa in luoghi dal sapore antico, non so.

Ecco perchè sono stato attirato da questo articolo.
Questi oggetti sono assolutamente fantastici, mi fa impazzire il computer e il portatile all'interno della scatola con i gioielli. Sono assolutamente F-A-N-T-A-S-T-I-C-I.

Lo steampunk ha questo gusto un pò retrò, e mi piace molto. Devo dire che non mi sento proprio a mio agio nella cultura punk, non sono un anti-autoritario nè un anarchico, anche se sono un amante del libero pensiero e dell'individualismo (non si possono coltivare anche all'interno delle regole? credo di si).

In generale, steam=vapore rievoca quel periodo in cui la scoperta del vapore diede un enorme inpulso alle innovazioni tecnologiche, spingendo il mondo verso nuove scoperte ma anche la società verso la crisi irreversibile: nuove regole si sono dovute trovare per gestire questo nuovo stile di vita, più meccanico e meno "libero".
La moda steampunk porta con se questi prototipi: le nuove scoperte, le nuove tecnologie innestate in un gusto retrò.

Certo, lo steampunk è molto di più. In letteratura si considerano come "padri" sia Julius Verne che H. G. Wells, ma loro sognavano un futuro sulle basi del loro presente, e quindi era ovvio che i macchinari avessero quelle strane forme. In loro vi era la paura del futuro, e la curiosità per la scienza che li attirava e spaventava in egual misura.
Ora, invece, lo steampunk, portato avanti anche da molti fumetti giapponesi, e considerato da molti come la parte ironica del cyberpunk, è più il cuore retrò di un mondo spinto pesantemente verso il futuro, e per questo mi piace.

Come al solito, comunque, getto il sasso e nascondo la mano, lascio il gusto di andare a scovare un poco di cose.

A proposito di Wells, vi ricordate l'omonimo personaggio presente in Dylan Dog? Bè, non è casuale l'omonimia, quel personaggio - con tutti i suoi assurdi macchinari - è un chiaro riferimento ed un omaggio al "vero" H. G. Wells.

18 giugno 2007

Gli emuli di Amelie Poulain

Mamma mia, sono riuscito a raffreddarmi! Incredibile, d'estate!!

Quindi, leggete questo blog supponendo una voce profonda e cavernosa, interrotta da starnuti, che vi parla.

Personalmente ho trovato "Il favoloso mondo di Amelie" realmente favoloso: trovate stupende, un modo di raccontare accattivamente, un tema (quello, in fondo, del rifiuto della vita, del riversarsi nel risolvere i problemi degli altri più che affrontare i propri) che mi ha colpito, una colonna sonora che calzava a pennello (ma perchè, i pennelli si calzano? Ah, che odio le "frasi fatte" di cui non so neanche le origini...)... una colonna sonora che sembrava nata solo per raccontare quelle storie (così va meglio :-).

Tra le idee fantasiose e piacevoli vi era il "nano da giardino viaggiatore", un'anima libera pronta a fuggire e a girare il mondo. Foto del nano a New York, in Egitto, in India.
Le foto erano davvero divertenti, tanto che, nel dvd originale, esiste una easter egg che permette di vedere ulteriori foto del nano in giro per il mondo (selezionare "La bottega di Collignon", poi "Polaroid"; una volta arrivati all'ultima foto, premere la freccia in alto).

Come in molte cose, le idee originali sempre vengono copiate o evolute dagli altri. Ecco allora che un gruppo di amici ha creato un sito dove tutti possono pubblicare le foto dei propri pupazzi in giro per il mondo: come dice il loro manifesto, è un modo per "vedere il mondo da un punto di vista diverso, più magico e fantasioso".

Appoggio la loro idea in pieno e, quando andrò a Berlino, proverò anche io a realizzare qualche piacevole foto di un pupazzo liberato.

Purtroppo, poi, c'è chi affronta le idee originali travisandole del tutto. Ricordate questo natale che esisteva un gruppo di persone che "liberavano" i babbi natale stile "ladro appeso alla finestra"? Giustificando in modo assurdo il loro comportamento? (per inciso, a me quei babbi natale fanno proprio schifo, non capisco come si possano comprare, soprattutto perchè i bambini - cioè i destinatari principi della favola di babbo natale - ne escono ovviamente confusi: babbo natale è un ladro? è così che si procura i soldi per farmi il regalo? e poi, a quella velocità, quando mai arriverà a casa mia? eccetera. Beati noi che almeno per un poco ci abbiamo potuto credere).

Quindi, dicevo, ricordate i "rapitori" di babbi natale? Bè, sulla scia loro e su quella di Amelie, è nato il "Movimento Autonomo per la Liberazione delle Anime da Giardino".
La loro potrebbe anche sembrare una idea originale e, in fondo, ci libererebbe da quei nani da giardino che io, personalmente, trovo oggetti davvero brutti. Ma non amo, in generale, chi impone delle scelte e chi ruba qualcosa solo per sfizio.

Molto più originali e intelligenti trovo siano stati dei ragazzi di Cuneo che utilizzarono per farci un poco di soldi onestamente, vendendosi come "nani da giardino viventi".

E ora, vi saluto, devo andare a "sciogliermi" come Amelie, ma in un mare di starnuti e non per l'emozione!

15 giugno 2007

Te la ricordi la scuola?

Oggi mi manca la scuola.

Un libro vecchio, la pagina che scivola tra le mani serie e mi manca la scuola.

Odori forti, voci che rimbombano
Le finestre sempre rotte, le scale ora piene ora vuote di un fiume di persone che scorre, ora veloce, ora lento, ora frenetico
e tu che ne fai parte, goccia tra le gocce
ma non sempre, e ne esci asciutto

Mi mancano le parole vere dette per finta, la serietà spensierata, gli amori nascosti per un bacio

Mi mancano le lezioni: mai sono riuscito a stare solo con me stesso come durante le lezioni

Mi manca
l'entusiamo
la fiducia
l'ingenuità
il rumore
il silenzio
la rabbia
la paura
la spensieratezza
che solo la scuola mi ha dato

Il corridoio vuoto, il corridoio pieno
Lampi di ricordi
Lei ti piace, gli piaci, domani la vedo, le parlo
le feste, imbuchiamoci, entra, ti ho visto a scuola
baciami...
il sesso ha un altro sapore, più fresco, più leggero, molto più eccitante
i brividi su una pelle ora dura e secca, meno morbida e sensibile

Mi manca la scuola, quando una parola o una frase giusta poteva creare un mondo
Quando si pensava all'amore e al sesso e al gioco ed i problemi erano sassolini nella scarpa anche se a volte sembravano macigni

Quando amarsi era più facile, le vene bruciavano di vita sotto pelle, i pensieri rimbalzavano continuamente nella testa, ed ogni giorno si imparava molto più di quanto ci insegnassero

E la voglia di scappare, la noia delle lezioni, la paura delle interrogazioni
i giorni di sega, le passeggiate la mattina mentre gli altri sono in classe
il freddo ti punge il viso o la sabbia ti entra nelle scarpe, ma lo fa in modo diverso dal solito, perchè oggi tutto ha un sapore diverso, condito di libertà insperata.

Emozioni che non torneranno più ma che lasciano ricordi indelebili e adorabili, ed il cuore pieno

13 giugno 2007

Ahh, il gelato

In questi giorni, alcuni senatori si sono un poco risentiti perchè non possono usufruire, alla buvette, di un sano gelato.

"Ma come", avranno pensato, "è appena uscito uno studio che indica il gelato come uno dei cibi che, per eccellenza, porta alla felicità e a noi, poveri ed unici veri lavoratori d'italia, ci viene negato?".



Come gli sarà sembrato strano: nella loro vita di stenti, devono rinunciare ANCHE al gelato!
Incredibile: ma chi glielo fa fare?? Che vita di privazione e stenti.
Chissà come si sono sentiti offesi quando hanno letto la
risposta dei senatori-questori.

La richiesta, in particolare, era la seguente:

"Ci rivolgiamo a voi con una richiesta di miglioramento della qualità della vita in Senato. La buvette non è provvista di gelati. Noi pensiamo che sarebbe utile che lo fosse e siamo certi di interpretare in questo il desiderio di molti. E' possibile provvedere? Si tratterebbe di adeguare i servizi del Senato alle esigenze della normale vita quotidiana delle persone."

Ora, in questa lettera già vedo due parole che non vanno. La prima, come fa notare il redattore dell'articolo di repubblica che denunciava l'accaduto, è "desiderio".

La seconda è "esigenza"; o meglio, tutta la frase "esigenze della normale vita quotidiana delle persone" mi fa veramente dare di matto.
Ma come è possibile che, in un periodo in cui si registra un forte scollamento tra cittadino e politica, si possa anche solo pensare di chiedere una cosa del genere? Proprio in un periodo in cui si dovrebbe trottare a testa bassa, e in silenzio...

Comunque, io sinceramente il gelato glielo concederei... a patto che poi si adeguino i servizi forniti al cittadino alle esigenze delle normale vita quotidiana del Senato: i loro vantaggi, i prezzi a loro applicati per molti servizi, le pensioni, eccetera.

La domanda (come è possibile? come è possibile? come è possibile???) mi ronzava in testa.
Poi ho capito (io? capito? miracooolo)!

In realtà non vogliono altro che tornare ad avere la "Antica Segreteria del Corso"!

Dice il saggio: meglio il culo gelato che un gelato al culo.

12 giugno 2007

Sveglia!!!

Oggi avrei voluto parlare dei "conti dormienti", ovvero di quei conti non movimentati per anni di cui le banche si "appropriano" e che sono, a dispetto di quanto uno possa credere, davvero tanti.

Avrei voluto fat notare di come, attualmente, le banche non siano tenute a cercare ed avvertire il correntista o gli "aventi diritto" in un qualsiasi modo, anche con una semplice telefonata del tipo "salve, lei si è dimenticato che ha tutti i soldi da noi"?

Avrei voluto dire che molti di questi conti rimangono "dormienti" per la morte del correntista (e pare che, con l'aumento delle morti violente per incidente stradale siano aumentati enormemente tali casi) ma anche per semplice dimenticanza (incredibile, c'è chi si permette di dimenticarsi di avere dei soldi) e le banche non sono tenute ad avvertirti, nè a sapere perchè tu non ti fai più sentire (e comportarsi, poi, di conseguenza).

Avrei voluto dire che solo alcuni politici suggeriscono maggiori tutele per il consumatore, mentre tutti gli altri desiderano utilizzare quei soldi per propri scopi: l'attuale governo sta facendo un passo avanti per obbligare le banche a segnalare ai correntisti che il conto sta per essere acquisito, ma poi, nella sostanza, suggerisce che quei soldi passino, dopo i famigerati 10 anni di dormienza, dalle banche alla banca d'Italia, che li utilizzerà per coprire vittime di frodi bancarie o li userà per il precariato.

Avrei potuto dire tutto questo, ma non mi va di innervosirmi. E poi, questo blog doveva parlare dell'attualità tecnologica e "gadgettistica", non politica...

E quindi, eccovi un simpatico regalo da fare a chi si sveglia con difficoltà: LA SVEGLIA CHE SI FA RINCORRERE!

Quante volte, la mattina, uno spegne la sveglia e si riaddormenta? Nel migliore dei casi, la sveglia ha lo snoozer, e dopo 8 minuti rieccola a ricordarci di alzarci. Nel peggiore dei casi, ci alziamo straniti (MA COME, E' COSI' TARDI??? COME E' POSSIBILE?) e costretti, in pochi minuti, a fare tutto quello che avremmo fatto in mezz'ora (o un'ora, a seconda delle abitudini). Mi viene in mente la scena di fantozzi, con i suoi "tempi dal valore europeo".

Bene, con questa sveglia tutto questo non accadrà più! La sveglia, appena comincia a suonare, inizia anche a girare per casa, obbligando lo sfortunato possessore ad alzarsi e a rincorrerla per la casa. Una volta in piedi, dopo aver strisciato ad occhi chiusi per casa, sdraiandosi sotto i mobili per stoppare quel maledetto mostro che ci urla nelle orecchie, chi avrebbe il coraggio di rimettersi a letto?

Questo simpatico oggetto di tortura quotidiana è prodotto dalla Nanda, e mi stupisco che ancora nessuno abbia fondato un partito contro quest'arma di distruzione di massa. In alto, un video preso da Youtube che mostra la terribile sveglia all'opera: per dovere di cronaca, il video si chiama "clocky is the evil"!
Io, per cattiveria e con un sorriso maligno sul volto, volevo regalarlo a mio fratello, ma sono stato, diciamo così, vivamente sconsigliato a farlo :-)

Per chi, invece, vuole svegliarsi davvero, ecco i riferimenti ai conti dormienti che ho potuto trovare (qui, qui, qui, qui e anche qui)

08 giugno 2007

Stanchezza

Non amo dormire, trovo che sia una perdita di tempo ed associo il dormire senza reale stanchezza a pessimi ricordi di tristezza e noia che non voglio riprendano spazio nella mia vita.


Quando ero pischelletto, ricordo, riuscivo a farmi delle gran dormite, piacevoli, serene: sentivo in mano tutto il tempo del mondo e non mi pesava sprecarne un poco. Mi lasciavo andare nei pensieri, la musica ad accompagnarmi fino al sonno. E in quel sonno vi erano tutte le soluzioni, tutte le trovate, tutti i pensieri: progetti, sogni, desideri si mischiavano con la musica, nel dormiveglia, alimentando tutte le mie fantasie fino a farle esplodere. Era piacevole sciogliersi nel sonno, per un attimo rimandare tutto a dopo.

Poi il sonno è diventato un rifugio, sia con la sua assenza che con la sua presenza.
Con la sua assenza perchè riempivo ogni secondo delle mie giornate di eventi che mi impedissero di fermarmi a guardarmi negli occhi, costretto a darmi delle risposte che non volevo sentire.
Con la sua presenza perchè riempivo i tempi morti con un sonno pesante, nero: come erano lontani i sonni sognanti e luminosi del pischelletto che ero.
In quel sonno vi era solo negazione: una vita pensata e non vissuta, sognata e non goduta, una simulazione di una realtà che non si avverava.

Tutte e due le fasi della mia vita sono, purtroppo e per fortuna, passate. Non ho più il coraggio di perdere tempo dormendo senza sonno, non ho più voglia di dormire o non dormire solo per far finta, incontrandomi, di non riconoscermi.

Ora cerco di dormire perchè ho sonno e di stare sveglio perchè ne ho voglia.
Dormo, oramai, circa 6 ore a notte, perchè altrimenti non avrei modo di fare tutto quello che voglio.
Ma in questa settimana ho esagerato: il sonno è sceso a 5 ore di media, ed oggi, fine settimana, sono oramai cotto.
Sono qui in ufficio, in pausa pranzo, senza desiderio di uscire per mangiare, con le cuffie nelle orecchie per farmi accarezzare da Imogen Heap ho farmi dare una calorosa pacca sulle spalle dai Muse, facendo scorrere la "penna" liberamente su questo post.
E, forse per la morbidezza del mio torpore, forse per la voce così particolare di Imogen, forse per gli assoli dei Muse che mi permettono di isolarmi da questo posto così straniante come il luogo del lavoro, vedendo gli altri nella stanza come fossero scene innocue viste attraverso un'acquario...
forse per tutte queste cose insieme oggi mi sento davvero vicino a quel pischelletto che ero e come lui sento la fantasia riempirmi...
forse per questo mi costa così tanto staccarmi da questa tastiera, ma la pausa pranzo è finita e io devo andare a combattere il mio sonno con un buon caffè.

05 giugno 2007

8x1000, lo Stato, la Chiesa

E' periodo di 730, per chi lo fa.
E' periodo di decidere a chi donare parte del denaro che noi diamo allo stato.

E' un privilegio che non dobbiamo sprecare e quindi, dopo una discussione molto breve con
Fabio, ho pensato che potrebbe essere utile un piccolo riassunto di quanto ci siamo detti.

Anche in questo caso il principale riferimento sarà Wikipedia, sperando che sia realmente attendibile come penso.

Innanzitutto l'
otto per mille, pur essendo una piccola cifra, sommando tutte le piccole cifre del paese porta ad una montagna di denaro che alcuni "enti" possono spendere a patto che ne specifichino l'utilizzo.
Questi "enti" sono soprattutto religiosi: Chiesa Cattolica, Chiesa Valdese, Chiesa Luterana, Comunità Ebraica, Chiese Avventiste, Assemblea di Dio.

Ognuno è libero di lasciare la propria piccola parte a chi vuole, secondo il proprio pensiero.

Io, però, ho la mia idea, che è abbastanza facile intuire in seguito, e voglio che tutti sappiano che:

- la chiesa cattolica utilizza il denaro per le proprie necessità: in questo non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che la pubblicità passata in televisione tende a dare l'idea che, con l'otto per mille, si stia facendo la carità ai meno fortunati. Bè, le percentuali mostrano che non è così: solamente il 20-25 per cento va in opere di carità. Le cifre più imponenti sono, infatti, utilizzate per costruire e manutenere i luoghi di culto e per pagare stipendi e pensioni alla classe sacerdotale. Sembrano cifre enormi, visto che l'otto per mille dovrebbe essere il surplus per la chiesa, che vive già di donazioni e che cura anche i propri interessi come Stato del Vaticano, ha una propria banca, propri organi di informazione eccetera.
E, se qualcuno non credesse alle cifre riportate su Wikipedia, può controllare direttamente sul sito del "
8x1000" appositamente creato (vedi voce "rendiconto").

- lo Stato stanzia il 44.64 % dell'8x1000 alla conservazione di beni culturali legati al culto cattolico. Si, avete letto bene, non si parla di culto, ma del solo culto cattolico.
Quindi, parte di ciò che viene dato allo Stato, in realtà torna alla Chiesa: infatti, non contento di aver esentato la Chiesa Cattolica (tutti i luoghi di culto, per onor del vero, ma diciamo che la percentuale è nettamente a favore del culto cattolico) dal pagamento dell'ICI di qualsiasi immobile (vedere
qui, soprattutto articolo 6 - notare che la legge ha validità retroattiva, quindi si dovrebbero rifondere alla Chiesa anche 13 anni di pagamenti; vedere anche qui per completezza, parola alla difesa), non contento di aver assicurato agli insegnati di religione (anche qui si parla solo di religione cattolica, non ho mai sentito parlare di insegnanti di altra religione, men che mai sentito parlare di "religioni", al plurale) delle corsie preferenziali, lo Stato si sente in dovere di dare un'altra parte dell'8x1000 sempre per cose riguardanti il culto cattolico.

Ma come, io do la mia piccola parte allo Stato... e quella piccola parte viene usata per quasi la metà di nuovo a favore della Chiesa Cattolica? Singolare.

Si potrebbe decidere, allora, di non prendere una decisione: non specifico nulla, che se lo dividano.
Bè, sarebbe una cosa buona se la divisione fosse fatta in parti uguali, ma non è così: i soldi di chi non ha espresso la propria preferenza vengono divisi in percentuale rispetto ai consensi già espressi dagli altri cittadini. Poichè siamo un paese a maggioranza cattolica, si parla di nuovo di dare i propri soldi alla Chiesa Cattolica, in maggior parte, ed allo Stato (e lo stato di nuovo alla Chiesa Cattolica e così via).

Ecco, questa è la situazione: visto che si è parlato di questo problema volevo che fossero chiari questi punti, sperando che possano chiarire le idee a qualche altra persona.

Visto che ci sono, ricordo che esiste anche il 5x1000: cerchiamo di usare bene anche quello.

04 giugno 2007

LOST: ci siamo persi!


Ho appena terminato di vedere la terza serie di LOST.

Ho seguito la serie, inviatami dall'america, in inglese e devo dire che mi sono innamorato della "presa diretta", tanto da iniziare a vedere molti film in lingua originale (ora sto vedendo Battle Star Galactica 3 in inglese).

Non conosco l'inglese così bene da poter seguire tutto in inglese (Jack, Kate, Ben, Locke, i coreani si capiscono molto bene, ma Sawyer, Desmond, Charlie e Hugo sono un disastro!) ma sono riuscito a trovare i
sottotitoli in italiano (come adoro internet!).

Devo dire che questa serie mi è piaciuta molto, non mi ha lasciato il senso di "inutilità" della seconda serie (alla fine di ogni puntata, se qualcuno mi chiedeva "ehi, che cosa è successo nell'ultima puntata", mi accorgevo che NON C'ERA MAI NULLA DA RACCONTARE).

Ora dovrò resistere alla crisi di LOSTINENZA (termine coniato da mio fratello Simone e che rende parecchio bene l'idea :-) ed aspettare un bel pò per capire cosa succede.

Nel frattempo dedico un minifilm a LOST. Buona visione

PS: ah, lo sapevare che Charlie muore nella terza serie??!???

]:-)