Internet e l'aborigeno

26 novembre 2007

Periodi

A volte non basta un'intera sera, una mattina ed un pomeriggio abbracciati in silenzio per capirsi.
Allora due strade si dividono... ma non diventano parallele, nè divergono.
E speri che nuovi incroci siano pronti a ravvivare la tua guida.

A volte capita che i tuoi comportamenti e pensieri diventino confusi, non sai bene quello che vuoi e da fuori si vede.
E così capita che quelle che tu vorresti fossero attenzioni lusinghiere possano sembrare asfissianti imposizioni di presenza.
Un poco sorridi, perchè capisci che le parole rimangono, purtroppo, un mezzo molto limitato.

A volte capita che non riesci a vivere, ma pensi a come dovrebbe esser la vita.
La vita pensata.
Gran brutta storia.

Allora ti senti in dovere di fermare il mondo e di scendere.
Sperando che siano tutti degli arrivederci, quelli che dai a chi continua il viaggio, e non degli addii.

23 novembre 2007

L'essenziale è invisibile agli occhi

Sono un paio di anni che seguo, oramai, Radio Rock Italia.
Un buon "rapporto", fatto anche di "scambio".
Il sabato e la domenica più intensamente, ma anche quando sono in macchina, andando e tornando da lavoro.
Ultimamente, di mattina, è passata la lettura del Piccolo Principe, un libro che mi è sempre piaciuto molto, che sta sul mio comodino "da consultazione": semplice, lineare, ma profondo e "fulminante".
La lettura del capitolo giornaliero è introdotta da un pezzo: Passi, dei SenzaNome.
Questo pezzo inizia con un estratto della parte più citata del libro: l'incontro con la volpe.
Devo dire che, nel leggerlo, ho sempre provato un amoreodio per questo capitolo: qualche frase non mi piaceva per nulla.
Sentire questo pezzo, però, mi ha fatto venire voglia di adattare quel capitolo, così denso, ai miei desideri.
Ed ecco il mio estratto:

In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo."
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carina."
"Sono la volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", disse il Piccolo Principe.
"Non posso", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa ", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse: "Che cosa vuol dire addomesticare?"
[…]
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami."
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi."
[…]
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C'è un fiore. Credo che mi abbia addomesticato."
[…]
"[…]Ma se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò il rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo, mi farà uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda!
Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai dei capelli color d'oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano."
[…]
Così il piccolo principe addomesticò la volpe.
E quando l'ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "Piangerò".
"La colpa è tua", disse il piccolo principe, "Io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi."
"E' vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E' certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".

20 novembre 2007

Svolta intimista

Mi sono trovato a pensare alla morte, in questi giorni.
Non in modo preoccupante, certo, questi miei pensieri non hanno cambiato il mio umore.
Non posso negare, però, di averci pensato.
Intensamente.
Non ne ho paura, sono sincero.
Non credo in nessun dio, non credo che esista la vita dopo la morte, non credo nella reincarnazione.
Ho sempre pensato che fossero solo giochi di parole, fantasie per non dover avere di fronte la realtà: siamo a tempo determinato, precari in questo mondo.
Questa convinzione non mi spinge al fatalismo, questo no, perchè credo che la vita si autoalimenti: ho questa vita e non chiede altro che esser vissuta, e vivo per renderla migliore possibile, per me e per gli altri.

La morte, per quel che mi riguarda, è un problema dei vivi, di chi rimane.

Altro problema è la sofferenza: quella mi preoccupa di più, ma non voglio divagare.

Ho pensato alla morte.
In modo pratico e in modo sognatore, come mi si addice, dicotomico figlio del pensiero pensato.
Pratico perchè ho lasciato indicato dove e come reperire tutti i miei averi (tanto tempo per guadagnarsi le cose, pensa te se le voglio lasciare in banca, assicurazioni od altro! Ma non iniziate la caccia al tesoro, ho poco da lasciare è inutile che vi affanniate a cercarlo :-) ).
Sognatore perchè ho pensato a come mi piacerebbe che mi ricordassero.
Mi sono trovato a pensare che tante persone, che ho conosciuto ma che non frequento, semplicemente non saprebbero più nulla di me.
Persone che ho conosciuto solo su web probabilmente penserebbero solo che io non mi sono più fatto vivo con loro.

E allora il desiderio di comunicare si è fatto più forte.

La svolta intimista del blog è quindi oramai compiuta: ci sarò sempre di più io, qui dentro, per quanto riuscirò a scrivere di me, delle mie idee e dei miei pensieri.

Aborigeno, io e te non abbiamo un c...o da dirci, ma io scrivo lo stesso.

TEDevoraccontareunacosa

16 novembre 2007

Una sera a Roma


E' che a volte le cose belle arrivano
e, anche se eri lì ad aspettarle, ti prendono un poco alla sprovvista
E' che a volte 4 ore passano in un attimo
e ti trovi a scrivere, come a scuola, in un banco con carta e penna, ma lo fai volentieri
E' che la birra a volte ha un altro sapore e il porto caldo ti scalda meno di quanto faccia ciò che hai intorno
e puoi uscire a bere in una serata fredda anche solo con il maglione addosso
E' che a volte non te lo aspetti, ma ti trovi a tuo agio
e tutto scorre in modo così naturale...
E' che ti chiedi perchè, provi a dargli una dimensione, una profondità
e poi decidi che non è poi così importante inquadrare la prospettiva
E' che a volte le cose belle arrivano
e ti prendono un poco alla sprovvista, ma gli dai il benvenuto

...come io lo do a voi...

13 novembre 2007

Inizio giornata con morale

Esco presto con il cane.
L'aria è frizzantina, mi piace il fresco che mi sveglia le idee.
E poi oggi c'è l'aria di cristallo, quella che quasi quasi parli piano per non rischiare di infrangerla.
Il cane è contento, giochiamo un poco.

Le foglie gialle e rosse d'autunno coprono il terreno e danno un colore spettacolare.
Fa strano vedere dell'erba nuova e tenera che cresce tra le foglie ormai morte.
E il cielo, quelle nuvole tagliate di azzurro, non compatte, che sembrano rincorrersi.
Le guardo a naso in su e...
CIAK ma porc... (due passi indietro) CIAK
Della serie, falla finita di fare il poeta e di stare a naso in su, che che a finire nella merda ci vuole un attimo.

12 novembre 2007

Bel week end

Bel week end.
Gran bel week end davvero.
Una petroliera ha deciso che il Mar Nero non fosse abbastanza nero.
Quindi, vai col greggio, anche perchè tanto costa poco, quindi spargiamolo nella natura.
Visto che ci stiamo, una spruzzatina di zolfo.
Un poliziotto ha deciso di correre con la pistola in mano, un colpo è partito ed è passato tra le macchine di un'autostrada, attraverso la rete che divide le corsie, tra i guardrail, nel vetro di una macchina ed ha colpito in un punto vitale un ragazzo di 28 anni, uccidendolo.
La stessa probabilità di vincere al superenalotto, ma qui han perso tutti.
Gente esaltata ha dato sfogo alla propria rabbia repressa, prendendo come scusa l'uccisione del ragazzo, e ha dato fuoco a macchine, colpito persone, devastato palazzi.
Uno stato assente ha permesso che le partite si giocassero e che la violenza degenerasse.
Giletti è ancora in televisione, nonostante ogni volta apra bocca ci sia da vergognarsi pensando che i soldi che prende sono anche i miei.
Un sedicenne annuncia la strage su YouTube e vuole anche metterla in atto.
Davvero un bel week end.
Perchè un pessimisma non è altro che un ottimista stanco.

08 novembre 2007

More Fool Me

Con calma ma perseverante, ecco la traduzione di un altro pezzo di Selling Englad by the Pound dei Genesis.

Premessa: probabilmente questa è l'unica canzone del disco che non mi piace per niente; la riporto per "dovere di cronaca".

Che stupido (More Fool Me)


Eccomi qui
Buttando via i giorni
Da quando te ne sei andata
Troppo a lungo mi sono coricato da solo
Senza sapere da che parte girarmi.


Ed eccoti là
Così sicura d’aver ragione
Sapendo bene
Che sarei stato io il primo
A crollare.


E tu saresti stata quella a ridere
Eccetto quando le cose non ti andavano per il verso giusto
Quindi avresti detto di averne avuto abbastanza
Andando in giro da sola.


Il giorno che sei partita
Forse già sapevi di non voler ritornare
Beh, almeno sembrerebbe così
Perché non mi hai mai detto addio.
Ma quando il tutto si riduce a me e te
Sono sicuro che tutto si risolverà bene.


E tu saresti stata quella a ridere
Dandomi qualcosa di cui non ho bisogno
Sai, vorrei sempre stringerti e riscaldarti

Oh! Che stupido.
Ma quando il tutto si riduce a me e te
Mi chiedo
Credo io veramente
Nel tuo amore.
Si, sono sicuro che tutto si risolverà bene.

05 novembre 2007

Se improvvisamente la luce...

Roma è una città piena di contraddizioni. Storia gloriosa, presente così così.

Grande capitale, 7 milioni di abitanti, enorme estensione, capace di organizzare eventi di enorme portata e di ospitare un numero enorme di persone.

Eppure, incapace di non allagarsi appena cadono due gocce d'acqua più del normale. Il che fa specie, perchè le precipitazioni medie in questa città non sono elevatissime, ma neanche così basse, soprattutto a Novembre.
L'altra sera mi sono trovato a casa di mia madre durante un temporale bello forte. Dieci minuti e le strade erano tutte intasate e allagate.
Ho deciso, pertanto, di aspettare che spiovesse.... e mi sono trovato per un poco nel passato.
Mentre eravamo in corridoio, un tuono molto forte ha fatto vibrare i vetri e, contemporaneamente è andata via la luce.
Attimo di panico.
Il cane, terrorizzato dal tuono, correva al buio in mezzo alle gambe di tutti.
Mia nipote, impaurita, è scoppiata a piangere.
Noi non vedevamo nulla.
Mi stavo per incazzare come al solito (non sono dotato di enorme pazienza, devo ammettere), soprattutto perchè siamo così poco abituati a non avere la tecnologia a portata di mano che per un attimo non sapevamo cosa fare:
"Accendi la luce" "ma se manca" "apri la porta per la luce delle scale" "manca a tutto il quartiere" "allora prendi una torcia" "non ce l'ho
Stavo per incazzarmi, dicevo, invece m'è venuto da ridere :-)

Sono riuscito a radunare il "gregge" in salone e sono andato a tastoni a prendere un pò di candele. Le ho accese tutte! sembrava un salone dell'800, con le persone a chiacchierare sui divani a lume di tante candele.
Mia nipote, ora calma, andava in giro cantando, nel suo linguaggio ancora stentato, "tanti auguri a te" soffiando per spegnere le candele. Mi sono calmato e mi sono anche divertito.
Siamo così abituati alla tecnologia che, ogni tanto, ricordarci che potremmo tranquillamente farne anche a meno (la tecnologia semplifica la vita, è vero, ma non ne siamo dipendenti) fa solo che bene. E le risate di mia nipote mi suonano ancora nella testa.

Per un'associazione strana, mi è poi venuta in mente una poesia che da poco ho ricordato, parlando di "francesi" con Eba, a cui sono affezionato.

Parigi di notte

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte
Il primo per vederti tutto il viso
Il secondo per vederti gli occhi
L’ ultimo per vedere la tua bocca
E tutto il buio per ricordarmi queste cose
Mentre ti stringo fra le braccia.

02 novembre 2007

Una sentenza importante

Ogni tanto mi ricordo che questo blog è nato principalmente per parlare di internet e tecnologia (è una cosa che dimentico spesso e facilmente, il mio ego ha avuto il sopravvento ;-).

Premetto che io non sono una persona che odia Microsoft, non credo che debba scomparire dalla faccia della terra, non ritengo che Linux sia migliore e non faccio di tutto per boicottarlo.Tuttavia, il comportamento spregiudicato che mantiene sul mercato è da criticare e, quando possibile, da fermare (non credo che in amore ed in affari tutto sia ammesso, anzi).

Un'altra mia convinzione è che spesso noi non facciamo il nostro dovere di "cittadini" in senso lato, ovvero non eseguiamo quel ruolo di controllo che, in parte, ci appartiene (in parte, mi raccomando, non penso che ognuno debba per forza avere la forza di combattere battaglie sociali, dovrebbe già esistere chi si occupa della nostra difesa).
Il nostro ruolo è quello di indignarsi, non prendere tutto per scontato, non dire "tanto è così, non ci posso fare nulla" o, ancora peggio, dire "così va il mondo, è NORMALE".

Per questo motivo, ho salutato con piacere la sentenza che ha portato alla cancellazione del costo di ricarica (partita dall'intervento di un singolo ragazzo che si è indignato ed ha combattuto: devo ammettere che, in quel caso, io ero uno di quelli che considerava la cosa NORMALE, cieco al problema). Ecco qui un poco di storia ed un poco di informazioni, tra cui la campagna per il rimborso dei costi di ricarica.

Per questo motivo, saluto con piacere questa nuova sentenza che impone alla HP, società che produce anche Hardware, a vendere i pc anche senza Microsoft preinstallato, oppure ad accettare di stornare il costo delle licenze dei software al momento della vendita del pc.

Anche in questo caso, mi devo purtroppo unire al gruppo degli "è NORMALE". Infatti, non sapevo che, nel costo di acquisto di un pc, la presenza del software preistallato avesse un costo (il pagamento delle licenze) che si aggira sugli 80-100 euro (a seconda dei pacchetti). Io ero convinto che l'accordo tra le società fosse del tipo "tu metti il mio software, io non ti faccio pagare le licenze". Bè, mi sbagliavo. Si ha diritto, pertanto, ad un eventuale rimborso per le licenze che non si andranno ad utilizzare.

A differenza del caso della sentenza per la rimozione del costo di ricarica, nel quale le associazioni dei consumatori si dileguarono alla richiesta di aiuto da parte del ragazzo per poi ripresentarsi solo quando c'era oramai la certezza della vittoria - l'aiuto attivo venne solo da Beppe Grillo -, in questo caso una associazione dei consumatori ha avuto un ruolo primario nella storia (e meno male, sennò che difesa dei consumatori sarebbe??).

Ecco qui un poco di informazioni.