Internet e l'aborigeno

29 gennaio 2008

Genesis: The Battle Of Epping Forest

Ci sono periodi in cui ti senti un poco sbagliato.
In cui ti senti un pò portato dagli eventi e sai che non sei tu che li stai dominando.
In questi periodi non so bene come comportarmi: se mi lascio andare ai flutti non so dove arriverò; se tendo troppo la vela o non lascio andare un poco il timore, rischio di distruggere la barca.
In questi periodi parlo poco, molto poco: sarò tipicamente "maschio", forse non è il modo migliore di affrontare le cose, ma mi calo in una caverna e torno al sole solo dopo che la mia meditazione è finita.
Mi dispiace che in questo modo io allontani tante persone, ma non mi deve interessare, purtroppo: questo è il momento dell'egoismo.
A chi non riesce a capirlo, a chi si sente offeso perchè non metto a nudo i miei pensieri e anche a chi pensa che non mi frega nulla di nulla perchè sorrido sempre, posso solo dire che degli altri bisogna saper rispettare i tempi; che i consigli sono solo parole; e che dalla caverna uscirò, come sempre, più forte di prima e pronto a condividere la mia esperienza.
Essendo di poche parole, ne approfitto per continuare la traduzione del "disco perfetto": Selling England by the pound, con la sua The Battle Of Epping Forest. Forse la più elaborata nel testo.

La battaglia della foresta di Epping
(Ricavata da una cronaca giornalistica concernente due bande rivali in lotta per i diritti di Protezione nell’East-End) (1)
Lungo la Forest Road, ci sono centinaia di macchine – macchine lussuose.
Tutte sono fornite di bar convertibili, posateria da macchina – supercicatrici (2)!
Perché oggi è il giorno che faranno i conti, faranno i conti, perché non sono d’accordo su un confine di territorio.
Si, non sono d’accordo su un confine di territorio.
C’è Willy Wright e i suoi uomini – un inferno di baccano, gli uomini di Billy!
Con facce alla moda, ci sono i duri di Little John, i teppisti di Barking (3) - superfanatici!
Perché oggi è il giorno in cui faranno i conti, faranno i conti,questi soldati Cristiani lottano per proteggere il povero.
Eroi dell’East-End devono entrare in azione...
La battaglia della foresta di Epping,
È la battaglia della foresta di Epping, proprio fuori della vostra porta.
Non avete mai visto nulla di simile.
No, non avete mai visto nulla di simile, se non dalla Guerra Civile.
Su per la collina vengono gli uomini di Bill, e i ragazzi di Johnny sono in piedi immobili.
Al grido dell’arbitro, tutti insieme iniziano a menare– non ci sono pistole in questo incontro tra gentiluomini.
Georgie entra dalla parte sinistra con una catena che sventola sopra la sua testa;
e Harold Demure, di studi d’Arte e Letteratura, si arrampica sull’albero più vicino.
(Ecco arriva la cavalleria!)
Tra il rumore della battaglia, ragionieri tengono il punteggio: 10 – 4.
Non sono mai stati soli, dopo aver avuto un radiotelefono.
Le campanelle suonano per Sweetmeal Sam, vero cretino,distribuiva pane e marmellata come fosse un qualsiasi picnic.
Siamo 5 – 4 per William Wright; ha fatto il suo mucchio alla sera del Derby.
Quando Billy (4) era un ragazzino, camminando per strada gli altri ragazzini si nascondevano - davvero!
Ora, dopo aver lavorato sodo nel ramo sicurezza, tutto va liscio per lui.
I negozi che hanno bisogno di protezione, sono quelli che non hanno pagato.
“Faccio i miei doppi affari veloci” ha detto Mick il Prick, appena fuori dalla galera.“Vendo vacanze a buon mercato. Come partono, li visito – e come li visito!”
E il suo amico, Liquid Len di nome, con la fama di ubriacone, donnaiolo e carceratoha detto “Spezzo le gambe a quel bastardo che mi ha incastrato!”.
Mi chiamavano il Reverendo quando entrai nella Chiesa immacolato;
i miei datori di lavoro sono cambiati, ma il nome è rimasto.
Tutto iniziò quando andai a fare un girocon la speranza di trovare della mobilia.
Seguii un segnale – diceva “Bel Chest (5)”
Mi condusse da una signora che mi mostrò le sue cose migliori.
Fu sorpresa quando velocemente chiusi gli occhi.
Così suonò il campanello e velocissimo Bob il Nob arrivò per svolgere il suo incarico di vedere la causa del disturbo.
“Louise, il Reverendo è difficile da soddisfare?”
“Dimmelo tu!”
“Forse, signore, se non è troppo tardi, la potremmo interessare nel nostro Staffordshire Plate (6)?”
“Oh no, non io, sono un uomo di reputazione”.
Ma il Diavolo si impossessò della mia anima, e la voce strillò “Spara!”.
Per salvare il mio campanile, ho visitato la gente; fu così che incontrai Little John.
Il suo nome arrivò, credo, quando il giudice disse “Sei un robbing hood(7)”
Mi disse della sua strana fondazione, concepita alla vista di Woodstock e dalla sua popolazione; doveva nascondere la sua reputazione.
Quand’era povero, era salvezza da porta in porta.
Ma ora con un guru di moda ogni settimana,è Amore, Pace & Verità Incorporati per chi li cerca.
Mi ha assunto come un karmacanic (8), con completo di fascino.
Le sue mani erano quindi pronte per ricevere, ricevere donazioni.
Ecco perché siamo nella Battaglia della foresta di Epping, è la battaglia della foresta di Epping proprio fuori della nostra porta.
Salvaguardiamo le vostre anime per pochi spiccioli, e stiamo attenti ai nostri negozi e caseappena per un po’ di più.
Con un uncino di sinistro ecco che entra il Macellaio di Bethnal Green (9)
Ma è fermato alla destra dalla banda delle catene di Mick,e Liquid Len, e i suoi uomini con le bottiglie rotte, sta attaccando Bob il Nob sulla bocca.
Con le labbra maciullate, sembra che Bob stia per capitolare, ma Jones il Jug colpisce Len proprio sulla faccia; e Harold Lemure, ancora non proprio sicuro, tira le ghiande con la fionda.
(Ecco arriva la cavalleria!)
Su, su oltre la folla, nella loro Silver Cloud, orgogliosi,sono i capoccia sfacciati e impudenti, si intravedono tra i vetri scuri.
Il maggiordomo ha beccato marmellata nella sua Rolls (10); Roy distribuisce il tutto,con tè da una teiera d’argento proprio come se fosse ad un qualsiasi picnic.
Lungo la Forest Road, è la fine della giornata, e le Clouds lentamente vanno via.
Tutte hanno il loro carico – torneranno per il punteggio al sorgere del sole.
Quando le limousine ritornano per la recensione finale è tutto terminato- tutto quello che riescono a vedere è il macello del mattino.
“Nessuno che sia rimasto vivo – deve essere un pareggio”.
Così i padrini vestiti di nero tirano la moneta per decidere il punteggio.
NOTE:
1 - Epping è una zona periferica di Londra. L’East-End è il quartiere più londinese di Londra, almeno da tradizione.
2 - Bar in inglese significa anche “Sbarra o spranga”. Posateria da macchine forma un gioco di parole con supercicatrici e sta per coltelli.
3 - Barking è un quartiere periferico.
4 - Billy è diminutivo di Willy e William; quindi Willy Wright, William Wright e Billy sono sempre la stessa persona.
5 - Chest: in inglese può essere “petto” o “cassettone”. Nel caso nostro significa “petto”, quando il Reverendo invece cercava un pezzo di mobilia.
6 - Stafforshire Plate: espressione dialettale per perversione sessuale. Anche qui un gioco di parole per il reverendo che poteva veramente essere interessato in un vero piatto (plate) della contea dello Stafford (Stafforshire).
7 - Robbing hood: da non confondere con Robin Hood, ma da tradurre come “ladro, teppista”.
8 - Karmacanic: ennesimo doppio significato – “karma” e “mecanic”. Una specie di meccanico religioso nell’ennesimo gioco di parole tanto caro a Peter Gabriel e ai Genesis.
9 - Bethnal Green: quartiere londinese.
10 - Silver Cloud e Rolls naturalmente sono macchine Rolls Royce. Notare come Rolls si unisce a Roy… “che distribuisce il tutto”

21 gennaio 2008

Colazione a Roma

E' molto che non parto e che mi mancano quelle mega colazioni alle quali si indulge volentieri quando si è all'estero.
Ieri, allora, ho ceduto e mi sono regalato una mattinata da straniero a Roma.

sono stato a La Baguette, ex Pein Quotidien, in via Tomacelli, ad un passo dall'Ara Pacis (o Arrapacis come si dice a Roma): davvero un posto particolare.

Non ha le mega colazioni a buffet di cui godo all'estero, nè una scelta molto varia... ma è comunque un posto dove il tempo sembra finalmente fermarsi per un poco.

Arriviamo intorno alle 12, il locale è ancora mezzo dormiente, ma si sta svegliando.
Entriamo in questo ambiente, dai soffitti alti, con mobilia di legno di ciliegio o altro ma di colore chiaro e di sapore antico, una vecchia credenza sulla destra con esposte le creme e le confetture, tavolini da due e da quattro davanti a noi, il bancone sulla sinistra con la macchina del caffè e i dolci in bella vista. Più in fondo, un tavolo più grande e la vendita del pane (che, come fa intendere il nome del locale, soprattutto il vecchio nome, è la specialità della casa).
Ai tavoli già alcuni avventori, che finiscono la colazione e leggono i giornali che il locale mette a disposizione. Mi colpisce un muffin al cioccolato, servito al tavolo con panna e cioccolato caldo. Altri avventori sono al bancone, con un buon caffè e dolci vari.

Nell'ora in cui arriviamo sta per esserci il "cambio" di clienti: si passa dalla colazione al pranzo.
Ci sediamo nella sala (c'è un altra sala sotto, ma è buia) e, dopo una rapida occhiata, decidiamo per il brunch: non è economicissimo, ma abbondante e vario, ci si può mangiare in due e poi prendere un dolce per terminare.
Si parte con confetture (fragola e frutti di bosco) e creme (cioccolato bianco, cioccolato fondente, cioccolato al latte, nocciola) da spalmare su un burrossissimo cornettone e sul loro pane: alle noci, alla segale e bianco. Uno yogurt ed una bevanda calda terminano la prima parte.
Poi viene servito un piatto con uova e un piatto con insalata, salame, brie miele e noci, formaggio e mozzarella, prosciutto cotto e crudo.
Infine prendiamo tartine di rucola, parmigiano e bresaola. Ovviamente, prima di andare via, mi compro anche un barattolo di nocciola e il pane di segale.

Un posto davvero da consigliare, soprattutto se si è in buona compagnia... e la mia compagnia era ottima e ha riempito il tempo di chiacchiere e dolcezza.

Uscendo da lì, pieni e sazi, una bella passeggiata per via del corso ci aiuta a rimettere in circolo il sangue.
Passeggiata fino ad arrivare a Fontana di Trevi, dove entriamo al Papyrus, in via dei Lucchesi.
Un locale bello, dove si pratica il bookcrossing, si è accolti da colori caldi come l'arancione delle pareti e il legno delle librerie. Un posto bello, curato, elegante e dove il caffè, servito in cialda di cioccolato, è davvero da provare!

15 gennaio 2008

Il labirinto del Fauno

Ho visto ultimamente il Labirinto del Fauno.
E' un bel film un film sulla guerra, sulla sua insensatezza, sull'insensatezza della violenza gratuita e sull'importanza di combatterla.
Nella Spagna del dopo guerra civile, vinta da Franco, un gruppo di soldati cerca nei monti i ribelli. Una bambina viene portata dalla mamma, neo sposa del comandante in carica, presso il cascinale di montagna diventato il quartier generale dei franchisti.
Si respira violenza ovunque, e la bambina, già provata per la morte del padre e per il nuovo matrimonio della madre, non trova altro modo per sopravvivere che rifugiarsi nella fantasia. E la sua fantasia la porta ad immaginare prove che si mischiano con la realtà, nella sua mente addirittura la modificano...
Trovo che il film sia erroneamente indicato come fantasy.
E' un film drammatico, sulle brutture della guerra, la violenza della repressione e l'eroismo di chi, anche sotto minaccia, non vuol perdere la sua dignità.
Soprattutto NON E' UN FILM PER BAMBINI.
La violenza di alcune scene è insostenibile per gli adulti, figuriamoci per un povero bambino.
Ad esempio, tutti quelli che ho sentito ricordano la scena in cui il capitano della brigata uccide un ragazzo catturato prendendolo a bottigliate sul viso fino a fargli esplodere le pareti occipitali. Una scena così cruenta l'ho vista raramente ed ha segnato me e tutti quelli che l'hanno vista; figuriamoci cosa potrebbe fare ad un povero bimbo.
Un bel film, quindi, ma da vedere con l'animo giusto, sapendo di trovarsi davanti ad una drammatica e violenta storia di guerra.

10 gennaio 2008

Dialogo immaginario con Dio


Premetto che non voglio offendere nessuno, con quanto ho scritto.
E' solo la mia idea, e la forma del dialogo è scelta solo perchè mi piaceva.
Non mi credo Dio, e so che sto affrontando l'argomento in modo superficiale.
Non scendo in particolari teologici, non ne sarei in grado.
Non ho fede, questo dovete permettermelo.
Non amo chi ha fede solo perchè ha paura del futuro.
Ammiro molto, invece, chi vive la fede con dignità e coraggio, ma soprattutto la vive dentro e non vuole a tutti i costi modificare la visione della vita degli altri.
E, in cuor mio, ho un conto aperto con qualsiasi tipo di religione, struttura ecclesiale o setta, non certo con l'idea di un essere superiore...

"Ted"
"Chi mi vuole?"
"Sono Dio."
"Io chi?"
"Non Io, Dio! Non ti inchini a me?"
"Mi dispiace, non ti riconosco."
"Non puoi riconoscermi, devi avere fede."
"Ok... Allora diciamo che non mi fido di te."
"E perchè, buon dio?"
"Perchè non credo che tu esista."
"Eppure sono in ogni cosa."
"Mi spiace, ma non riesco a sentirtici. So che sei abituato ad essere adorato. Perdona se non ci riesco. Non voglio bestemmiarti, ma non riesco a credere in te.
Penso tu sia esistito.
Ogni persona durante un atto creativo mi fa pensare che tu sia esistito.
Le regole naturali, così perfette, mi fanno pensare che tu ci sia stato, tanti anni fa.
Se il mio sangue scorre ora, però, è grazie a te, ma non per te.
Hai terminato il tuo compito nella creazione, ora tutto scorre.
Grande Geometra, ora la tua creazione é in piedi, passi solo per la manutenzione ordinaria e non.

Non credo che tu sia interessato al destino degli uomini, perchè ci sono troppi destini diversi spesso in contraddizione tra loro: cosa sceglieresti tra l'uno e l'altro? Non credo tu sia buono, perchè se sei buono e sei in ogni cosa... allora cos'è lo schifo che vedo tutti i giorni? Non credo che tu sia giusto, perchè altrimenti saresti più fallace ed in ritardo della giustizia italiana. Non credo che tu guidi le persone, ma se davvero lo fai allora non credo in te perchè non credo nelle parole del tuo Ciambellano Bianco e nelle magagne del tuo IOR, e non credo ai tanti, troppi gruppi che parlano in tuo nome."
"Ma io sono la giustizia superiore!"
"Allora non credo in te perchè non ti capisco, non ci riesco, sono limitato."
"Non puoi parlar così se non hai letto tutti i libri su di me!"
"Sai quanti libri ci sono su di te? Miliardi! Dirmi così significa dirmi nulla. E poi, in questo caso non potrei parlar di nulla, perchè non ho letto tutti i libri di alcun argomento."
"Allora perchè parli con me, ora?"
"Perchè se anche solo una persona si comporterà meglio o morirà più sereno per merito tuo, allora son contento che tu esista."

Per concludere, una cosa scritta tanti anni fa, stessa disillusione:


Dio nun c’è, nun esiste.
Nun ce crede a chi tte dice
che comanna e benedice
e che aiuta chi resiste.

Dio esiste nella mente
di chi nun crede ne la ggente;
ne la mente de chi pensa
che parlà nun conta gnente.

Ne la mente de chi vole
gioia eterna per la prole
e nun pensa che a tal cosa
nun ce deve pensà Dio:
E’ ll’ora che dicemo
“mò ce penso puro io”.

02 gennaio 2008

Ossimoro

Ossimoro concettuale, ossimoro vivente

Ho bisogno della sicurezza necessaria per perdere il controllo