Barcellona in un giorno
E anche Barcellona è andata.
E' stato moooolto più faticoso che andare a Venezia, ma ne è valsa la pena.
18 euro di aereo, 1, 30 di volo.
21 euro di pulman, 70 min di viaggio (90-120 euro se avessi preso il taxi o 100 euro se avessi preso la macchina in affitto, e lì la benzina è poco costosa)
Bella. Davvero
E con un'aria allegra e festosa.
Alle 9.30 ero a Barcellona (stazione Nord, vicino all'arco di trionfo).
Ci siamo fatti un bel giro, davvero un bel giro (vedere qui).
Per prima cosa, visto che ci eravamo accanto, siamo passati sotto l'arco di trionfo.
Auff, nulla di che, e non si capisce bene per cosa dovessero "trionfare": un monumento senza storia e senza passato.
Poi siamo risaliti passeggiando per la "Passeig de Gracia", la via del quartiere Eixample dove gli architetti si son sbizzarriti a dar sfogo al loro genio.
Qui, passeggiando, si incontrano palazzi bellissimi ed i famosi Casa Battlò e Casa Milà.
La prima è stata costruita da Gaudì per i famosissimi "inventori" del Chupa Chups (il cui logo è stato disegnato da Dalì: si trattavano bene, i tipi).
E' bellissimo, sembra vivo, e i colori e le "scaglie" voglion ricordare il drago ucciso da San Giorgio.
Il secondo, chiamato anche "La Pedrera" (la pietraia), è il fantastico esempio di come Gaudì odiasse ogni linea retta ("Non esistono in natura" diceva sempre).
E' bellissimo e sinuoso, con ringhiere di ferro battuto dalle forme intricate.
In alto, i comignoli strani sembrano rappresentare delle teste, delle persone; si dice che a loro si siano ispirati gli inventori delle maschere dei "cattivi" di Guerre Stellari.
Sembra che la mancanza di linee rette sia una prerogativa anche degli interni. Essendo un condominio, le case dovevano soddisfare anche le necessità "pratiche" della vita di tutti i giorni.
Così una signora disse a Gaudì: "E io dove lo metto, il pianoforte? Non c'è una parete dritta". Allora Gaudì, altezzosamente risposte: "Signora, credo che lei debba imparare a suonare il flauto".
Tra i due palazzi, una mangiatina alla Cerveceria Catalana, con un panino di Jabugo che, seppur costosissimo (costa sui 100 euro al chilo) era veramente fantastico.
Poi di nuovo a piedi fino alla Sagrada Familia, sogno o incubo dello stesso Gaudì.
Gaudì morì investito da un tram, probabilmente assorto in pensieri relativi proprio a quella che doveva essere la sua opera più importante.
La Sagrada Familia fu pagata da un gruppo conservatore che ne voleva fare il centro di espiazione dei peccati di tutta la città.
Quel bigotto di Gaudì si senti tanto investito di un compito "divino" che ne fu ossessionato, tanto che, quando i costi divennero insostenibili e il gruppo committente tagliò i fondi, Gaudì pago di tasca propria o andò in giro a chiederne a chiunque.
Tutto il complesso è un inno a Dio (e Gaudì fu chiamato l'"architetto di Dio") e le guglie sono lavoratissime; a chi gli disse "Perchè perdere tempo con cose che gli uomini non vedono?" lui rispose, serafico "le vedranno gli angeli".
Una facciata è completamente dedicata alla passione di Cristo, gli ultimi giorni della sua vita e la crocifissione.
Vi è anche un "quadrato magico" dove le somme di tutte le cifre fa 33, gli anni di Cristo.
Non sono state realizzate da Gaudì, ma da un altro scultore che ha imposto il suo stile, squadrato, spigoloso, così differente dal sinuoso stile di Gaudì.
Questo stile è stato molto criticato: a me personalmente piace molto.
All'interno, stanno andando avanti i lavori, e la parte in costruzione è "la foresta", un complesso intrico di colonne che deve dare l'idea della foresta, appunto, anche per il modo in cui la luce filtra all'interno.
Purtroppo la fila per salire sulle guglie era davvero troppo lunga (2 ore!!) e abbiamo dovuto rinunciare.
Consiglio di passare alla Sagrada Familia subito, di prima mattina, se si vuol salire senza attendere ore.
Usciti dalla Sagrada Familia siamo scesi verso il mare, ci siamo fermati al Parco della Cittadella per riposare e mangiarci un panino con Jamon.
Purtroppo, mentre da noi diluviava, a Barcellona c'è stata siccità e quindi, per risparmiare acqua, la Cascada (una grossa fontana presente nel parco) era chiusa.
Scendendo per la via di Picasso (dove è un improbabile monumento-fontana, un cubo trasparente con dentro dei mobili incastrati uno nell'altro), siamo arrivati lungo le strade della Barceloneta, con vista sul porto pieno di barche.
Birretta, riposo, e siamo risaliti per le Rambla.
La mappa che ho riportato fa vedere un giro strano... in realtà esiste un ponte, da davanti al Maremagnum direttamente alla piazza di Cristoforo Colombo, con un ponte semovibile (ruota su se stesso quando deve far passare le barche).
Purtroppo, però, google maps è fatto per itinerari in macchina, e non a piedi. Il che, soprattutto nel caso di Barcellona, è un problema: la città è basata su strade intersecantesi tra loro, una in un verso ed uno in un altro... tutte a strade a senso unico, che si incrociano ogni 5 metri con altre strade a senso unico, in incroci a 90 gradi... un incubo per gli automobilisti, praticamente un incrocio ogni 5 secondi e, se non trovi parcheggio, devi fare tutto il giro dell'isolato!!!
Insomma, dicevo... Birretta, riposo, e siamo risaliti per le Rambla.
Erano circa le 16, e la gente oramai era ovunque. Le rambla erano strapiene, con gente a fare compere, artisti di strada a fare spettacoli, e ladri a rubare.
Abbiamo visto gente in lacrime dalla polizia, private di tutti i soldi e i documenti. Mamma mia.
Risalendo per le Rambla, ci siamo fermati alla Cattedrale, davvero bella, il quartiere Gotic davvero fantastico.
Oramai era ora di tornare.
Ci siamo incamminati un poco prima verso la stazione dei bus, e meno male, perchè c'era davvero il panico e abbiamo temuto di non riuscire ad entrare.
Ok, fine, ma davvero bello.