Internet e l'aborigeno

31 luglio 2007

Berlino: secondo giorno (2 di 2)

Dopo il meritato riposo, arriviamo a piedi alla fermata di Eberswalder Strasse e ritorniamo verso il centro. Scendiamo di nuovo ad Alexander Platz e prendiamo il 100. Troviamo posto nei primi due sedili del secondo piano e decidiamo di fare tutto il giro fino al capolinea allo Zoo di Berlino.
Abbiamo così il primo contratto con la più opulenta zona ovest, e vediamo la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, chiesa lasciata distrutta per ricordo della follia della chiesa.

Torniamo al Reichstag, sempre con il 100, facendo la strada a ritroso.
Tornando notiamo due bellissimi palazzi, uno antico ed uno moderno che all'andata, attirati dalla Colonna della Vittoria, non avevamo notato: sono lo Shloss Bellevue e la Haus der Kulturen der Welt, all'interno del Tiergarten. Il primo bello per la sua imponenza e per la sua classicità, la seconda, bella, davvero, perla sua modernità (per le sue curve morbidissime è soprannominata "ostrica gravida").
L'antichità si fonde e si amalgama, come sempre a Berlino, con la modernità.

Arriviamo al Reichstag e, ovviamente, c'è fila. Chiedo lì alle guide e ci dicono che trovare la fila al Reichstag è normale. Per visitarla senza fare fila, ci consigliano di andare entro le 9 e 15 (è aperta dalle 8 alle 22 per le visite). Ovviamente, preferiamo fare la fila ora piuttosto che svegliarci presto domani!
Intanto ci guardiamo intorno e vediamo come, anche qui, la modernità affianca la storia. Il Reichstag sorge vicino allo Sprea, e di fronte alla sua entrata vi è un ampio parco, ben curato, dove molti ragazzi giocano a pallone, con il freesbee e con aquiloni (è una giornata molto ventosa). Ma nel Reichstag, dominato nella sua struttura classicista, dalla scritta DEM DEUTSCHEN VOLKE, ospita le riunioni del "parlamento", ma i parlamentari vengono ospitati in una struttura ultramoderna al di là dello Sprea, unita al Reichstag da passaggi sotterranei.

Dopo 1 ora e 15 di fila, entriamo ed un ascensore ci porta nella famosa cupola, dominata da un cono di specchi attorno cui la cupola cresce, circondata da due camminamenti che si intrecciano salendo fino alla cima della cupola stessa. Sotto i nostri piedi, dalle finestre, si vede la sala delle riunioni, dominata da un'ernorme aquila. Dalla cupola si ha una vista dall'alto di Berlino e si comprende quando è grande il Tiergarten. E' tardi, sono le 8, ma ancora Berlino è piena di luce (qui fa buio tardi, fino alle 9.30 c'è luce).

Torniamo in albergo, doccia e via, di nuovo fuori. Ce ne andiamo al Kreuzberg, a mangiare da un cingalese che ci hanno consigliato, il Chandra Kumari, in GnegnaStrasse (in realtà si chiama Gneisenaustrasse, ma rinunciamo da subito a provare a pronunciarlo).

I locali, in questa zona "povera" della città, sono piccolini e non particolarmente curati. Inoltre, il menù è solo in tedesco e il ristoratore non parla una parola di inglese! Prendiamo due antipasti, indicandoli a gesti, e due Reistafel, piatti di riso con assaggi di carne speziata, verdure speziate e un trito di cocco e carote che era spettacolare.

Successivamente ci spostiamo in un locale lì vicino, il Fogo, latino americano con la sabbia all'interno del locale. Sarebbe carino, ma è vuoto. A ben guardare tutto intorno a noi è vuoto, poche persone in giro. In effetti è mezzanotte meno 20, a mezzanotte la metro chiude, è domenica... insomma, un poco delusi e temendo di non trovare gente in giro (e non sapendo esattamente cosa fare), ce ne torniamo mestamente verso l'albergo, dove terminiamo la serata scolandoci due birrette.

30 luglio 2007

Berlino: secondo giorno (1 di 2)



Il progetto per la domenica era quello di prendere la bicicletta ed andare in giro per i parchi e per mercatini delle pulci, poi a vedere il Reichstag.
La domenica a Berlino, ci hanno detto, quasi tutti i negozi sono chiusi e le persone si riversano per i molti parchi della città per un picnic, vere e proprie gite "fuori porta" con barbeque e palloni.
Però ci svegliamo che sta diluviando e ci sono solo 18 gradi!
Rimaniamo, perciò, a letto e decidiamo di alzarci con calma e di modificare i nostri programmi.
Usciamo intorno alle 10.30, non più in calzoncini come il giorno prima ma con giacca e ombrelli al seguito, e ce ne andiamo a fare colazione.
Bè, colazione non è proprio la parola adatta. Le colazioni nei locali di Berlino sono veri e propri pranzi, e fino alle 5 del pomeriggio sono serviti.
Ma noi decidiamo di esagerare! Andiamo al Morgenland, in Skalitzer Strasse, a Kreuzberg, locale famoso per le colazioni mega abbondanti.
E' un locale così famoso che molti prenotano e vengono qui invece di andare a pranzo fuori.
L'ambiente è caldo, da pub, e fa piacere in questa giornata piovosa. I ragazzi che lavorano qui sono simpatici e disponibili.
Il prezzo del self service è 9 euro a persona escluse le bevande, ma ci si può servire quante volte si vuole. C'è ogni ben di dio: wustel, uova, crepes, insalate, pasta fredda, rolles di formaggio, formaggi, salumi, e poi 5 tipi di pane, burro, tanti tipi di marmellate, miele. Di tutto e in gran quantità. Alla fine, passata un'ora e mezza aspettando che spiovesse, presi due tè e avendo mangiato tantissimo, paghiamo i nostri 23 euro e ce ne andiamo. Non prima di aver chiesto al cameriere qualche consiglio per passare una domenica piovosa a Berlino. Lui ci consiglia la mostra di Dalì o degli impressionisti; io mi vergogno di dirgli che non ci interessa chiuderci in un museo, lo ringrazio e ce ne andiamo.

Ci spostiamo, allora, agli Hackesche Hofe, fermata Hackescher Markt, 9 cortili (hof, in tedesco, significa cortile) interconnessi che ospitano alcuni negozi e laboratori (uno bellissimo di impermeabili e uno di Ampelman - uomo del semaforo) e che è un angolo bellissimo di Berlino. Purtroppo è domenica, molti negozi sono chiusi e la gente in giro è poca.
Il primo cortile in cui entriamo ha le mura completamente coperte di mosaici, davvero belli.
Visitati tutti i cortili, ci godiamo un bel tè caldo per riprenderci dal freddo, che comincia a essere meno rigido, e ci rilassiamo un poco.

Finalmente smette di piovere. Anche quella pioggerellina fina fina che ha caratterizzato la nostra visita agli Hackesche Hofe smette di inportunarci e ne approfittiamo per riprendere il programma che ci eravamo fatti: visitare i parchi è saltato, riprendiamo dai mercatini delle pulci.
Sono già le tre, ci dobbiamo sbrigare perchè alle 5 tutti i mercatini chiudono.

Prendiamo la metro fino ad Alexander Platz, prendiamo il 100 e ce ne andiamo fino a Strasse des 17 Juni (la via che taglia a metà il Tiergarten).
Scendiamo praticamente sotto la statua della Vittoria ed arriviamo a piedi fino al mercatino des 17 Juni, tagliando il parco a piedi
.
E' piccolino, molti mercanti se ne stanno già andando, davvero nulla di particolare. Inoltre sembra una trappola per turisti, da sconsigliare.
Riprendiamo la metro lì vicino, stazione Tiergarten, e andiamo a vedere gli altri mercatini.
Scendiamo alla stazione di Bernauer Strasse e andiamo al mercatino di Arkonaplatz: è specializzato in mobili, sembra carino, ma molti mercanti stanno già andandosene, quindi facciamo solo una rapida passeggiata. Ci sono molti mobili stile anni 60, molto belli.
Proseguiamo e torniamo a Bernauer Strasse, al mercatino segnalato come il più "tedesco" di tutti, dove i mercanti sono gente comune che affitta le bancarelle per vendere cose trovate in cantina oppure cose di casa non più utilizzate.
In effetti, è il mercatino più bello. E' in un parco, ci sono tante persone uscite fuori appena la pioggia ha lasciato un poco di tregua. All'interno c'è un bar con wurstel e pretzel e altro, molto carino, con musica, poltroncine e tanta allegria. Norma trova anche una borsetta rossa di pelle davvero carina, 8 euro (sia io sia lei non siamo assolutamente capaci a contrattare, probabilmente sarebbe costata anche meno).
Ne approfittiamo per un poco di riposo e ci mangiamo anche un bel wustel.

Continua...

27 luglio 2007

Berlino: primo giorno (2 di 2)


Pariser Platz è la piazza antistante la porta di Brandeburgo, una piazzetta ben curata con dei bei palazzi costruiti intorno, con architetture moderne e sapientemente dosate.
Sinceramente, però, nulla che mi abbia colpito in modo forte. Non credo che rimarrà nei miei ricordi nel tempo.
Ho notato solo che stanno terminando un palazzo (lì ci sono o hotel, o banche o ambasciate: l'ultimo spazio vuoto è stato colmato con la costruzione dell'ambasciata USA, che sarà terminata nel 2008).

Dalla piazza parte Unter den linden, letteralmente "sotto i tigli", un viale alberato che fa parte della storia della Germania e di Berlino.
Lo percorriamo da Ovest ad Est, dalla porta di Brandeburgo ad Alexander Platz, soffermadoci in alcuni punti interessanti.
Prendiamo Fredrichstrasse, una via piena di negozi non proprio alla nostra portata (è una via molto elegante, con gioielli e vestiti ricercatissimi: c'erano ad esempio un paio di scarpe Manolo Blhanik a solo 480 euro! in saldo del 50%, ovviamente...) e scendiamo a vedere il Gendarmenmarkt.

Il "mercato dei Gendarmi" viene considerata la piazza più bella di Berlino.
Innanzitutto, la parola "piazza" è leggermente fuorviante. Uno, quando parla di piazza, si aspetta uno spiazzo ampio e che allarghi la vista. Il Gendarmenmarkt, invece, è un gioiellino di architetture che sorgono intorno ad una piazza molto piccola, che si estende intorno alla statua di Schiller, oramai circondata di palazzi. Ai lati di questa piazza ci sono le due chiese gemelle, quella francese (gli ugonotti scappati dalla Francia furono ospitati qui) e quella tedesca. La statua di Schiller è sovrastata dalla Konzerthaus.

Ok, siamo abbastanza cotti e ci regaliamo un poco di fresco. Sotto gli alberi a fianco del duomo francese, un chiosco ha preparato delle sdraio con dei tavolini: una bella birra fresca ci rimette in moto. Qui si intravede il chiosco.

Ci rimettiamo in moto e andiamo nei vicini magazzini Lafayette. Sono comunicanti con un altro centro commerciale e ci dedichiamo un poco ai negozi.
E prendiamo anche un poco di aria condizionata, per riprenderci un poco dal caldo. E approffittiamo anche dei loro bagni!

Tornando verso l'Unter den Linden, ci fermiamo in Bebel Platz. Questa piazza ospita uno dei palazzi dell'università (gli altri sono dall'altra parte della strada), ma è famosa per un altro triste motivo. Fu qui, infatti, che ci fu il primo rogo pubblico di libri, durante l'ascesa del nazismo.

Attraversiamo l'Unter den Linden e seguiamo una strada lungo le mura dell'università, con un piccolo mercato.
Tra uno sguardo ad una bancarella e ad un'altra, siamo oramai nell'Isola dei Musei.
Ci sono molti imperiosi palazzi dell'epoca degli Hoenzollern, molti dei quali costruiti da Schinkell.
Tornando sul Unter den Linden ci fermiamo davanti all'Altes Museum. Siamo stanchissimi, però... Alexander Platz la vedremo un'altra volta.

Una doccia e un poco di riposo e ci sentiamo meglio. Inoltre qui fa buio tardissimo (sono le 9 e c'è ancora un poco di sole) e questo ci dà l'energia necessaria per rimetterci in moto.

Con la metro andiamo a Kreuzberg e scendiamo a Schlesisches Tor e scendiamo per Schlesische Strasse. Il sole sta scomparendo, e ci buttiamo sul canale, in un locale-barcone per una cena a lume di candela. Usciti da lì, ci fermiamo in un Biertgarten lì accanto per una birra mentre ascoltiamo musica dal vivo.
Tornando alla metro ci fermiamo a fare le foto alla sede della Universal che proietta il suo stemma su un palazzo, con colori cangianti nella notte.

Torniamo a Potsdamer Platz, per vederla di notte: anche il Sony Center e la fontana nel suo centro sono illuminate e cambiano colore (ma quanto gli piace 'sta cosa, ai tedeschi??).

La metro oramai sta chiudendo (chiude alle tre, il sabato) e quindi scendiamo a piedi per Potsdamer Strasse fino all'albergo.

Ok, domani è un'altro giorno.

PS: ho messo qui le foto dell'isola dei musei fatte il giorno dopo. Sono poche, ma ho deciso di non mettere le foto dove compariamo noi...
Le altre foto del primo giorno sono, invece, nel post precedente.

26 luglio 2007

Berlino: il primo giorno (1 di 2)


Il primo giorno abbiamo praticamente visitato tutto il centro di Berlino. E' stato l'unico giorno in cui abbiamo seguito, più o meno, le indicazioni della guida.

Partiamo alle 9.40 di mattina, da Ciampino. 2 ore di viaggio e siamo già in quel di Berlino. 115 euro di biglietti (in due) spesi benissimo!
La giornata è splendida, davvero. Ci sono 26, 27 gradi, l'inferno di Roma sembra più lontano dei circa 1500 Km che ci sono tra le due città.
Berlino, vista dall'aereo, è piccola e circondata da boschi, e nell'aria che si respira si sente una certa freschezza.

Fuori dell'aereoporto, grande più o meno come l'Ikea (compreso il parcheggio, però!) troviamo subito le indicazioni per andare al centro. Esiste un treno speciale, 15 euro.
Ma, facendo il biglietto semplice, ci sono due autobus che in pochi minuti portano alla fermata della linea U7, con la quale raggiungere, con il solo prezzo di una corsa normale, il centro di Berlino.

Incontriamo una ragazza di Roma che ora vive a Berlino e ci facciamo aiutare a fare i biglietti giornalieri (6.1 euro a testa, ma ne vale la pena), facendoci raccontare anche un poco della città. Quello che più mi rimane impresso dei suoi racconti è che vive in un'appartamento al centro (quartiere Kreuzberg) con un altro ragazzo e pagano circa 200 euro al mese (a testa), spese comprese. Di elettricità, soprattutto, spende circa 10 euro al mese!

Un salto in albergo (a 1 minuto dalla fermata della metro Kurfurstenstrasse, incrocio Potsdamer strasse, a 10 minuti a piedi o a 3 minuti di autobus da Potsdamer Platz) e siamo di nuovo fuori.

Arriviamo a piedi a Potsdamer Platz, passando accanto alla galleria nazionale e al panorama punkt: l'avevo già vista durante i mondiali, ma ovviamente ora ha un aspetto più umano. Visto che è l'ora di pranzo, ci buttiamo al Sushi Express, nella galleria del Sony Center. E' piccolino, ma buono ed economico. Ogni giorno, dalle 11.30 alle 20 (tranne la domenica) fa l'happy hour: tutto a metà prezzo!
Intorno a noi, nella piazza, ci sono molti ragazzi con i portatili: mi sembra di aver capito che c'è una connessione wi-fi di cui si può usufruire gratuitamente.

Finalmente rifocillati, ci rimettiamo a girare, non prima di essere rimasti a naso in su a vedere il Sony Center, il palazzo della DB, il palazzo della Mercedes, la Daimler City, il Daimler Building: tutte costruzioni modernissime e create, su disegno d'insieme di Renzo Piano, dai migliori architetti del mondo.
In effetti, sino al 1989 quello spazio, occupato ora dai modernissimi palazzi, non era altro che uno spiazzo striato di filo spinato e punteggiato da torrette d'avvistamento, tagliato al centro dal famigerato muro di Berlino (nello slide show, ci sono delle foto in bianco e nero che la mostrano).

La famosa terra di nessuno, di cui rimangono alcuni ricordi: sotto al palazzo DB e all'uscita della metro S di Potsdamer Platz, sono conservati dei pezzi del muro, con delle foto che mostrano come era precedentemente la piazza e una linea, per terra, che indica quello che era il confine tra le due Berlino (vedere lo slide show).

I pezzi del muro che sono presenti nella piazza sono disegnati e colorati, ma rendono comunque l'idea di cosa doveva essere avere una città così divisa e violentata. Almeno per me, perchè, a giudicare dalle migliaia di gomme da masticare appiccicate sopra, non tutti hanno avuto la mia sensazione di "rispetto".

Passeggiamo costeggiando il Tiergarten e arriviamo a Pariser Platz, soffermandoci al monumento all'olocausto.
Il monumento, costruito con 2711 "lapidi" poste su di un terreno ondulato, sembra freddissimo, a prima vista. Ma i giochi di ombre che crea è impressionante. Il monumento è moderno, creato da Eisenmann nel 2005.

Ci fermiamo davanti alla Brandenburg Tor e a Pariser Platz e poi proviamo ad entrare al Reichstag ma c'è troppa fila (c'è sempre fila al Reichstag!) e sotto al sole non ci va proprio di farla.

Torniamo indietro e ci troviamo tra due dei monumenti più famosi di Berlino: in lontananza si vede scintillare la colonna della Vittoria, resa famosa dal film di Wim Wenders "il cielo sopra Berlino", mentre sopra noi grandeggia la porta di Brandeburgo. Quest'ultima è un vero simbolo per Berlino: simboleggia la grandezza del passato, ma anche la sofferenza più moderna (faceva parte della "terra di nessuno" vicino al muro che divideva la città), la speranza della riunificazione (il presidente-attore, il "Grande Comunicatore" Reagan pronunciò qui il suo discorso dirompente "General Secretary Gorbachev, if you seek peace, if you seek prosperity for the Soviet Union and Eastern Europe, if you seek liberalization: Come here to this gate! Mr. Gorbachev, open this gate! Mr. Gorbachev, tear down this wall!") e la raggiunta unificazione - quando la porta è tornata ad essere una porta e non un muro!

Come ulteriore ricordo di quel pessimo periodo, tra la porta ed il Reichstag ci sono delle croci appese su di una rete, in ricordo delle persone morte per colpa della Stasi o nel tentativo di superare il muro.

Continua...

25 luglio 2007

Berlino: il ritorno

Ebbene si, sono tornato.

E devo dire che mi girano parecchio le palle.


Per quattro giorni sono stato al fresco, in una città ordinata che non conosce il traffico, la ressa, le spinte, le urla, i palazzi tutti attaccati uno all'altro, la mancanza di prati e parchi, la mancanza dell'uso della bicicletta, la mancanza della raccolta differenziata.

Ieri sono rientrato in Italia e:

  • l'aereo ha fatto 1 ora e trenta di ritardo
  • fa caldo
  • c'è ancora traffico nonostante sia Luglio inoltrato (oggi ho visto sul raccordo andando a lavoro la quantità di macchine che ho visto in 4 giorni a Berlino)
  • i mezzi non passano mai regolarmente
Insomma, non voglio fare l'esterofilo per forza, ma Berlino, per un romano, è un posto strano.
Sicuramente ci sono meno persone, anzi, molto meno persone rispetto alla nostra città.
Ma sembra di stare in un altro universo. La città ha tutto, offre tutto, e ti chiede così poco in cambio che ti senti quasi in colpa. Gli affitti sono bassissimi e questo è dovuto anche al fatto che vi sono tantissime case ancora a disposizione.
Di spazio ne hanno molto a disposizione, eppure non lo stanno occupando tutto, anzi esistono enormi parchi all'interno della città ed i palazzi sono mediamente bassi.
I prezzi sono assolutamente accettabili.

Ci sarebbero miliardi di cose da raccontare e non lo farò sicuramente in un post solo.
Anzi, credo che li dividerò ordinatamente, da buon aspirante Berlinese.
Metterò anche delle foto, anche se la mia macchinetta mi ha giocato brutti scherzi e non mi ha servito a dovere.

I primi post saranno dedicati a ciò che abbiamo fatto. Io e la mia ragazza amiamo fare giri senza lo stress di una guida, anche se la Lonely Planet ci ha aiutati nello scegliere cosa vedere.
Il nostro metodo di visita è detto "a cazzo": dove ci va giriamo, e spesso non riusciamo a vedere tutte le cose che un turista dovrebbe vedere, ma almeno scopriamo i veri autoctoni, i loro modi di vivere e passeggiare e acquistare. Non andiamo quasi mai per musei, quello che ci attira sono le persone e i loro posti... fondamentalmente, quindi, siamo degli impiccioni :-)
Soprattutto, ci piace andare a mangiare ciò che troviamo. Non abbiamo palati fini, nè pretendiamo di trovare il maccherone o la pizza che ci aspetta.
Berlino, da questo punto di vista, è stata una scoperta, con i mille sapori così diversi dalla nostra cucina. Il curry ed il cumino la fanno da padroni, ma anche cucina giapponese e super wurstel ci attendevano in ogni angolo. E birra, tanta birra.

Concluderò poi con le impressioni che mi sono rimaste appiccicate addosso come la camicia in questi giorni di caldo.
Parlerò dei trasporti, della gente e del senso di sicurezza che si respira, della libertà - negata nel passato e così difesa ora -, del cibo, del tempo e dello spazio (meteorologico e fisico, ma anche come stile di vita), della storia e dell'architettura che ho potuto assaporare.

Nel frattempo, lì a Berlino, nei grandi magazzini dell'ovest (KaDeWe), ho comprato l'ultima uscita del maghetto occhialuto (Harry Potter), e qui e là, a tradimento, scriverò qualcosa del libro.
Ad esempio, nel primo capitolo muore già la Umbridge...
scherzavo! :-)
muore solo Malfoy!
...
scherzavo di nuovo!
o no??
;-)

20 luglio 2007

Cara, al telefono, è per te...

Avete da poco ottenuto in regalo dal vostro partner uno stupendo cellulare e da quel giorno lui indovina ogni vostro più piccolo desiderio e pensiero?
E sembra capire ogni vostra idea, quasi come fosse la/il vostra/o migliore amica/o??

Allora, o avete un partner fantastico, oppure il cellulare che vi ha regalato è un telefono spia e ascolta tutte le vostre telefonate.

Eh, si, un telefono spia.
In un periodo nel quale i discorsi su quanto sia lecito, anche in caso di necessità, irrompere nella privacy delle persone con intercettazioni telefoniche, esiste su internet un mondo fatto di accessori per il piccolo 007.

L'oggetto che, sembra, vada per la maggiore è il telefono spia.
In generale il telefono spia è "legato" ad un secondo apparecchio: chiameremo il telefono spia il "controllato" ed il telefono di riferimento il "controllante".
Ebbene, chi ha il controllante può avere una serie enorme di possibilità di controllo.
Il controllato ha ricevuto una telefonata? Il controllante riceve un sms che segnala il numero chiamante.
Il controllante vuole sapere la lista delle telefonate fatte e ricevute dal controllato? Il controllante comunica una password al controllato e riceve la lista degli ultimi 5 numeri e, se il nome è stato inserito nella rubrica del controllato, saprà anche a chi corrisponde il nome.
Esistono poi funzioni evolute, come attivare il microfono o la videocamera a distanza (intercettazione ambientale) e vedere e sentire cosa accade attorno al telefono controllato, mettersi in preascolto, conoscere la posizione con il gps (questo, anche a telefono spento, da quello che so, a meno che non si stacchi fisicamente la batteria).

Insomma, tutte funzionalità davvero interessanti, per chi vuole spiare gli altri.
Io ho immaginato due scenari angoscianti.
1) la mia ragazza non si fida di me e mi regala un telefono controllato. Appena ricevo una telefonata, riceve un sms sul telefono controllante e sa subito da chi l'ho ricevuta. Vede che è una donna, allora attiva l'intercettazione ambientale e mi ascolta!
2) sono un uomo d'affari e sto nel mezzo di una riunione di lavoro in cui si stanno decidendo cose davvero importanti insieme ad altre persone. Supponiamo che è in corso un grosso affare ed io con dei miei due colleghi stiamo cercando di convincere una quarta persona, che è venuta a trovarci nel nostro ufficio. Ad un certo punto questa quarta persona riceve una telefonata ad uno dei suoi due telefoni e si allontana dall'aula riunioni, scusandosi e lasciando tutte le sue cose. A questo punto io ed i miei colleghi discutiamo su come volgere a nostro favore la contrattazione. Ma la persona che è uscita dalla stanza ha lasciato un cellulare controllato nella giacca e con l'altro cellulare ci sta ascoltando!

Devo dire che sarebbe una cosa davvero angosciante.
Eppure, facilmente realizzabile, anche se un poco costosa... e ovviamente illegale!
Non metto alcun riferimento ai siti che vendono questi oggetti, nonostante sia ovvio che vendere queste cose non sia reato (il reato è nell'eventuale uso non autorizzato). Inserendo, però, "telefoni spia" o "spy phone" in un motore di ricerca, i risultati che usciranno saranno molti.

Come ho accennato prima, fortunatamente l'uso non autorizzato di questi apparecchi costituisce un grave reato, da codice penale. E le sanzioni sono anche molto pesanti, con reclusione dai sei mesi a 5 anni (per vari reati connessi a questa fraudolenta acquisizione di informazioni private).

Almeno, quando ero ragazzino, provavano a venderti solo la penna-canocchiale e gli occhiali per vedere sotto i vestiti...

18 luglio 2007

Selva ritira le dimissioni

Ho letto che il senatore Gustavo Selva ha ritirato le proprie dimissioni perché - parole riportate dal resoconto stenografico della seduta del Senato - "Mi spiace per il ministro Livia Turco, ma più delle sue accuse mi interessa il giudizio sereno di tanti cittadini che in questo lungo mese mi hanno inviato e-mail, che mi hanno telefonato e che ho incontrato, specialmente nel Veneto così come nelle strade. E sono tutti messaggi che mi invitano a restare".

Ora, io sono cittadino italiano e non lo invito assolutamente a restare, anzi.
Quindi, tenendoci a farglielo sapere, potendo sfruttare la potenza di internet per quanto riguarda le comunicazioni, ho inviato la seguente email:

A: selva_g@posta.senato.it
CC: marini_f@posta.senato.it, finocchiaro_a@posta.senato.it, schifani_r@posta.senato.it, salvi_c@posta.senato.it, matteoli_a@posta.senato.it, russospena_g@posta.senato.it, donofrio_f@posta.senato.it, cutrufo_m@posta.senato.it, peterlini_o@posta.senato.it, castelli_r@posta.senato.it, palermi_m@posta.senato.it, formisano_a@posta.senato.it

OGGETTO: Dimissioni Senatore Gustavo Selva

Buongiorno Senatore,
in merito a quanto da Lei affermato in Senato (seduta n° 195, 17/07/2007), ovvero che Lei ha ritirato le dimissioni perché i cittadini La invitavano a restare, ci tenevo a farLe sapere che io, cittadino italiano, con serenità NON La invito a rimanere.

Cordiali Saluti

Gli indirizzi non li ho ottenuti con qualche strano stratagemma elettronico, ma che sono a disposizione di chiunque li voglia sul sito del Senato Italiano.
In particolare, ho ottenuto da quel sito gli indirizzi del senatore Gustavo Selva e del Presidente del Senato Franco Marini, oltre a quelli di tutti i Presidenti dei Gruppi Parlamentari al Senato.

Sono a disposizione di tutti, nello stesso sito, anche le informazioni sul trattamento economico dei senatori.

Spero che molte altre persone vogliano far sentire la loro voce in merito a questa vicenda, in modo che si possano contare le persone che chiedono realmente al senatore di rimanere al proprio posto.

PS: il resoconto della seduta riporta un'accorata autodifesa del senatore: invito tutti a leggerla per farsi una propria idea. Se non si riesce a vedere il file pdf del resoconto stenografico, si può accedere da qui, poi selezionare la seduta 195 e cliccare sul resoconto stenografico.

17 luglio 2007

Genesis: Firth of Fifth

Avevo promesso di scrivere le traduzioni del disco Selling England by the pound, che io adoro.

Visto che nel week end c'è stato il concerto dei Genesis ed è cominciato con Firth of Fifth, ne propongo la traduzione.
E' degno di nota lo spirito medievale, cavalleresco, che pervade tutta la canzone (come, del resto, tutto il disco), alimentando la dimensione "epica" di questa produzione.

Poichè non sono un esperto di inglese, se qualcuno avesse ulteriori indicazioni o volesse indicare altre possibili interpretazioni, è il benvenuto.

Firth of Fifth (1)

Il cammino è chiaro
Sebbene nessun occhio può vedere il corso tracciato molto tempo fa.
E così con dei e uomini le pecore rimangono nel loro recinto, sebbene molte volte hanno visto il modo di andarsene.

Cavalca maestoso oltre case di uomini che non fanno caso (a lui) oppure (lo) fissano con gioia, per vedere là riflessi gli alberi, il cielo, i bei lillà, la scena di morte si stende appena sotto.

La montagna taglia fuori la città dalla vista, come un cancro rimosso con abilità.
Lascialo che si riveli. Una cascata, suo madrigale. Un mare interno, la sua sinfonia.

Canzoni di ninfe(2) spingono i navigatori fino a che vengono adescati dal grido delle sirene.

Ora così come il fiume si dissolve in mare, così Nettuno ha rivendicato un’altra anima.
E così con dei e uomini le pecore rimangono dentro il loro recinto, finché il pastore guiderà il suo gregge lontano.

Le sabbie del tempo sono erose dal fiume del costante cambiamento.

NOTE:
1 - Titolo intraducibile nato da un gioco di parole con Firth of Forth che è un fiume scozzese. Forth di pronuncia come come fourth che significa “quarto”. Da qui il Fifth del titolo che significa “quinto”.

2 - Undinal non esiste, come parola, ma Peter Gabriel amava creare le "sue" parole: in ogni caso, undine è una specie di sirena, ma della cultura mitologica nordica.

16 luglio 2007

Salta sul letto!

Quando ero ragazzino, uno degli insegnamenti base, una conditio sine qua non si mangiava (a letto senza cena!), era quello di non saltare MAI sul letto.


Gioco fantastico, soprattutto sul lettone matrimoniale, quelli a molle che ti sparavano a metri di altezza (ora, con le doghe di legno, credo che sia più alta la probabilità di trovarsi inchiavardato nel letto piuttosto che sollevato "elasticamente").
Anche la variante "wrestinlg" sul letto era fantastica: certo, al tempo c'erano antonio inoki nella realtà e l'uomo tigre nella finzione, le evoluzioni erano più "normali", mica c'erano i pazzi che si lanciano da dieci metri di altezza come ora.

Gioco fantastico ma davvero difficile da fare: si doveva trovare il modo di distrarre i mille occhi attenti, di saltare senza lanciarsi contro un muro e senza distruggere il letto.
Se si riusciva a superare tutte queste difficoltà, poi si dovevano anche nascondere le prove del misfatto! Io non ero capace di fare il letto come mia madre (tecnica evololutasi nel tempo fino al perfezionamento totale, tale che cento lire lanciate sul letto avrebbero potuto rimbalzare per ore) e, quindi, abbandonai il gioco quasi subito.
Ma mi rimase sempre il desiderio di quella "leggerezza", in fondo all'animo, tanto che spesso andai a zompare sui teli elastici (li misero anche al Luneur, per un periodo).

Ebbene, credo di non essere l'unico ad essere rimasto con il desiderio di saltare sul letto senza freni.
Esiste, infatti, un sito dove le persone pubblicano foto scattate negli alberghi, foto che ritraggono il momento del volo sul talamo, che fermano un attimo di ribellione alle regole imposteci da bambini.

In albergo tutti si sentono di poter fare come vogliono, e sicuramente non si preoccupano di lasciare il letto disfatto oppure di mettere a rischio la resistenza elastica del letto stesso.
Inoltre, si è abbastanza grandi per poter accettare le eventuali ferite conseguenti ad un volo senza la rete (Huston, abbiamo un valore negativo nella traiettoria!).

Alcune foto, poi, sono davvero fantastiche, le persone sembrano ferme in aria, che stanno per atterrare sul loro letto dolcemente. Dei momenti senza peso, mentale e fisico.


Alla prossima vacanza, emancipatevi pure voi con il bed jumping :-)

12 luglio 2007

Le vacanze al mare

In generale, non amo l'estate.
Il caldo mi stressa, mi fa sudare, mi cuoce il cervello e mi fa incazzare, il tutto in rapida e inarrestabile sequenza.

Sono uno di quelli che pensa che, chi dice "amo l'estate", in realtà stia pensando solo "amo andare in vacanza d'estate".

Perchè dovrei amare una stagione che mi fa sudare qualsiasi cosa faccio e che mi offre giornate splendide che io vedo semplicemente dalla finestra?
Mi chiedo perchè, se la temperatura supera i 29 gradi e l'umidità è oltre il 70%, (a meno che, ovviamente, non sono al mare con una bibita in mano) io debba essere contento.

Tranne il piacere degli occhi nel vedere le donne che, lentamente, perdono sempre più vestiti di dosso :-)

In generale, tuttavia, confesso di non amare molto neanche il mare: io sono il tipo che in spiaggia ci scende alle 6 del pomeriggio, quando il sole è meno forte e mi posso andare a fare una birra in pace. Quando rimani al mare mentre il sole scende, poi, è davvero fantastico.

Ecco allora che voglio vedere che cosa esce fuori dal sondaggio che ho inserito in testa al blog.

Io sono per le vacanze in giro per città (ora me ne vado a Berlino, a dicembre dovrei andare a NY) e non concepisco svenarmi per andare in posti di mare dove non faccio altro che vedere du palme e du spiagge.
A fine estate scoprirò quanto sono "isolato" in questa scelta
:-)

10 luglio 2007

Messico e Nuvole Arancioni

Sono stato una sola volta in Messico ed ho visto solo lo Yucatan. E sono stato lì tra Marzo ed Aprile, a ridosso della stagione delle pioggie.

Fuori luogo e fuori tempo, quindi, per vedere lo spettacolo di cui sto per parlare e di cui ho letto ultimamente.

Sembra che in particolari periodi dell'anno (nei vari siti si parla di fine Agosto, di Settembre e anche di Ottobre) una quantità enorme di farfalle Monarca, di colore arancione-nero, si riversi in una particolare zona a nord di Città del Messico per una enorme orgia estiva (anche loro avranno ben diritto alle ferie!).

E, quando parlo di enorme quantità, parlo proprio di "enorme". Si parla di milioni di farfalle.
Questo accanto, ad esempio, non è un albero di frutti arancioni, ma una "spiaggia" estiva per i lepidotteri orange. E noi che ci lamentiamo di Ostia la domenica!

Certamente vi è una spiegazione scientifica, oppure tentativi di spiegazione scientifica.

Mi piace pensare, tuttavia, che avessero ragione gli aztechi e che queste riunioni non sono altro che l'incontro degli spiriti dei guerrieri, vestiti con i colori del combattimento, che si incontrano per raccontarsi la loro vita dopo la morte.

09 luglio 2007

Le nuove sette meraviglie del mondo: i risultati

Un paio di mesi fa avevo affrontato il tema della votazione delle nuove sette meraviglie del mondo: appuntamento mediatico di impressionanti dimensioni, organizzato in concomitanza di una data altamente evocativa, il 7/7/7 (ma perchè il 6 giugno del 2006 non si è organizzata alcuna festa particolare?? :-)

Credo, ovviamente, che vi siano stati interessi grandiosi e campanilistici, nella votazione di questi luoghi: ognuno avrà tirato acqua al suo mulino, per forza qualcosa è rimasta fuori e sicuramente le polemiche si susseguiranno per mesi (e quando mai riusciranno a superare la sofferenza i francesi per la loro Torre Eiffel - che io trovo un obbrobrio - e gli americani per la Statua della Libertà - altro mostro, a mio avviso- ?)

Dando sfoggio anche io di spirito campanilistico, sono molto contento che sia stato votato il Colosseo: credo che noi romani siamo così abituati a trovarcelo accanto - rassicurante amico sempre presente da molti secoli, incrollabile sicurezza della nostra romanità - che spesso ne trascuriamo la grandiosità.

PICCOLA NOTA: Sgarbi ha trovato anche questa volta il modo di far parlare di se, dicendo che la scelta è stata obbligata per rappresentare l'Italia. E ha detto che, se Milano fosse stata una città più visitata, forse si sarebbe votato il Duomo di Milano.
Bè, faccio solo notare che la votazione era su internet, tutti potevano accedere e dare il proprio voto.
Che non ci siano stati "solo" interessi campanilistici, lo dimostrano i numeri: secondo quanto dice il buon Sgarbi, è stato votato solo perchè gli italiani dovevano essere rappresentati: ma gli italiani sono così tanti al mondo da permettere di superare in votazioni la Statua della Libertà americana? Oppure, se gli interessi fossero solo politici, non sarebbe stato meglio votare proprio la Statua della Libertà, visto che gli americani contano nel mondo un tantino più di noi?

E poi, tutto questo prevede che le votazioni siano truccate, o crede che l'intero mondo abbia pensato che sarebbe stato ingiusto non rappresentare l'Italia e abbia votato di conseguenza per spirito civico internazionale?
Parlando di interessi, credo che Sgarbi, come ampiamente mostra la chiusa del suo discorso, stia dando solo voce al suo campanilismo politico, e quindi passiamo oltre senza fermarci troppo.

Tra parentesi, credo (l'ho sentito ma non trovo la conferma, i più danno la lista dei "votati" solo in ordine alfabetico) che il Colosseo sia stato il secondo, in quanto a numero di voti.

Come che siano andate le cose, qualunque siano le proteste, nonostante l'Unesco non riconosca la votazione, contuttociocchè sicuramente l'evento fosse costruito come una macchina crea-soldi, le nuove sette meraviglie del mondo sono:
Le prime due le ho viste, mi mancano solo le altre 5 :-)

Continuo a rimanere perplesso, comunque, sul fatto che la Sagrada Familia non fosse neanche tra le prime 77 scelte che erano presenti all'inizio della votazione.

06 luglio 2007

Berlino, passato e presente

Il 21 Luglio andrò a Berlino.
Grazie a voli low cost e a prenotazioni su internet, per 4 giorni-tre notti con hotel 3 stelle su PotsdamerPlatz (ovvero proprio al centro di Berlino) spendiamo 350 euro in due.
175 euro a testa, viaggio in aereo e tre notti a Berlino... e non lo dico per darvi utili informazioni, ma proprio per farvi rosicare!!

Sto già pensando a cosa posso fare, ma accetto consigli se qualcuno ne ha da darne.

Pensando al futuro, però, mi è venuto in mente il passato.
L'altr'anno, infatti, il 30 Giugno ero ad Amburgo a vedere l'Italia battere 3 a zero l'Ucraina (du palle de partita, nonostante tutto, ma un posto da applausi a scena aperta), mentre il 1° Luglio ero a Berlino, a vedere sotto la porta di Brandeburgo, vicino alla di cui sopra piazza, l'Inghilterra perdere con il Portogallo 3-1 ai rigori.
Una tragedia per un'intera nazione, la nazione che il calcio lo ha inventato!!!

Nel mio cuore cinico, la cosa che ricordo meglio è questa ragazza, che sono riuscito a fotografare senza essere picchiato.
Non so se si vede bene, ma quelle lacrime che tagliano la St. George's Cross sul suo viso mi hanno colpito da morire, le ho trovate bellissime, moderno pierrot da immortalare per forza, anche a rischio di sembrar cinico.

Questa foto mi piace veramente tantissimo, sia per le emozioni che mi dà sia perché mi ricorda un periodo felice: era veramente tanto che non facevo una vacanza con i miei amici, solo uomini a cazzarare in giro, con il solo pensiero di parlare di calcio e bere birra.
Lo consiglio a tutti, serve ogni tanto staccare il cervello ed essere davvero superficiali: dà di nuovo il senso alle cose che si stanno facendo, ridona le giuste prospettive, alleggerisce l'anima e la ricarica.

Certo, lo potete fare solo se avete degli amici come i miei, e su questo non ci metterei la mano suo fuoco :-)
Giorni di fuoco, poche ore di sonno, la convinzione che il tempo speso insieme era la cosa più importante in quel viaggio da emigranti: devo molto a quel viaggio, ho tanti ricordi da tenermi dentro, per un sacco di giorni a venire.

ps: Vitto, Sergio, Fab, Emi, se mai leggerete questo post, grazie per quei giorni... però poi mi dovete 10 euro per tutti i complimenti che vi sto facendo... tanto che vi frega, la carta è di Carmine!

02 luglio 2007

Il disco definitivo - Selling England by the pound

Eh si, ognuno credo che abbia il suo "disco definitivo", un disco del quale pensa che non ce ne potrà mai essere un'altro uguale, che non può subire i danni del tempo nè l'onta della dimenticanza.

Un disco che gli fa provare tutti i sentimenti: gli fa avere un sorriso come quello che ho messo qui accanto; basta girarlo per avere una smorfia di tristezza; basta una mano per cancellare tutto; basta un dito per disegnare qualche nuovo sentimento o basta il caldo per far sparire tutto.

Ecco, Selling England by the pound è questo per me: un insieme di emozioni che mi porto dietro da anni, e che si ripetono ogni volta che lo sento. Ed ha anche un anno più di me! (è del 1973)

Ci sono pochi altri dischi che si avvicinano a darmi la stessa vasta gamma di sensazioni: sicuramente Disintegration dei Cure, The dark side of the moon dei Pink Floyd, la colonna sonora di Amelie, The visit di Loreena McKennith.
Questi ultimi, però, sono dischi che mi ammaliano, appena sento una nota non posso che fermarmi e perdermi nei miei pensieri e ricordi, portato dalle note.

Selling England by the pound, invece, è qualcosa di più.
E' un'opera d'arte sonora. Una storia raccontata con passione.
E' una poesia continua fatta di note, di strumenti che si rincorrono e si richiamano. Ci sono tutti gli strumenti, senti magari solo tre note di uno strumento in una canzone di 8 minuti, però ti rendi conto che senza quelle tre note non sarebbe la stessa cosa.

After the Ordeal, ad esempio, un pezzo strumentale di una dolcezza infinita, dove un flauto prende coraggio piano piano, prima con discrezione, poi con decisione fino a portarti alla fine del pezzo: bè, quel pezzo di flauto oramai fa parte di me, e ogni volta che lo sento mi vengono i lucciconi, e pensare ad una versione della canzone senza quel flauto mi fa rabbrividire.

Oppure i temi di una disgregazione dei valori galoppante, in cui l'apparire sta diventando più importante dell'essere.

E poi quell'aria "antica" che ci si respira, quasi medievale.

Nella versione italiana del vinile, poi, vi era qualcosa di unico, che non ho più visto ripetuto da nessuna parte e che invece avrebbe dovuto fare scuola (sai quanti dischi in più si venderebbero, senza rompere troppo per la musica scaricata? Se i dischi fossero tutti così chi se li perderebbe?): conteneva le traduzioni dei testi di Armando Gallo (qualcuno che qualcosina dei Genesis doveva saperla...).

Le traduzioni e le spiegazioni nei passi più ostici, visto che i testi avevano mille riferimenti.
Se non mi sbaglio (ma credo di non sbagliarmi) nessun'altra versione di Selling England by the pound presenta una simile particolarità, rendendo la versione italiana una rarità.

Purtroppo io non ho non ho questo cimelio pur avendo ancora molti vinili.
Ma ho avuto la fortuna di vederlo, da piccolo, di sentirlo e di rimanerne completamente ammaliato.
E mi ricordo quante volte ho letto quei testi, quante volte ho letto quelle traduzioni.
Avevo 10 anni, non sapevo l'inglese, eppure ancora ora ricordo i testi e le note a pedice nella traduzione italiana!

Però mi copiai, a mano su carta, le traduzioni (e ora le ho portate su supporto digitale).
Ecco quindi un regalo, la traduzione di Dancing With The Moonlight Knight, con le note di cui parlavo prima.



Danzando con il cavaliere illuminato dalla luna
(Dancing With The Moonlight Knight)

“Mi puoi dire dov’è il mio paese?”
disse l’unifaun (1) alla persona amata.
“E’ con me!” gridò la Queen of Maybe (2)
- per le sue mercanzie, egli barattò il suo amore.

“Ultima edizione!” strillò una voce tra la folla.
“un vecchio muore!” La nota che ha lasciato era firmata “Vecchio Padre Tamigi”
- Sembra che sia annegato;
vendendo l’Inghilterra alla libbra.

Cittadini di Speranza e Gloria (3),
Il tempo passa – è “ Il momento migliore della vostra vita”.
Piano ora, sedetevi.
Masticando attraverso i vostri sogni di Wimpey (4)
Mangiano senza il minimo rumore;
digerendo l’Inghilterra alla libbra.

Il giovane dice “ti distingui da quello che mangi” – mangia bene.
Il vecchio dice “ti distingui per quello che indossi” – vestiti bene.
Tu sai cosa sei, non ti interessa;
facendoti scoppiare la cintura che è la tua falsità fatta in casa.

Il Capitano conduce la danza per l’intera notte
- unitevi alla danza…
Venite! Finché il Grail (5) tramonterà nella muffa.
Seguite! Finché l’oro sarà freddo.
Danzando con il cavaliere illuminato dalla luna,
Cavalieri degli Scudi Verdi (6) battono il passo e gridano

C’è una vecchia grassona fuori da saloon;
giocando con carte di credito indovina la Fortuna (7).
Il banco è sbagliato fin dall’inizio;
tutte le mani vanno per conto proprio.

Il Capitano conduce la danza per l’intera notte
- unitevi alla danza…
Seguite! Andiamo per una discussione da Tavola Rotonda.
Voi siete lo spettacolo!
Iniziamo con: Tu fai il cavallo a dondolo,
io faccio il pazzo.
Prenderemo in giro il toro
scampanellando dappertutto, ovunque (8).

Venite! Con un colpo di giro del mondo andiamo.
Seguite! Finché l’oro sarà freddo.
Danzando con il cavaliere illuminato dalla luna,
Cavalieri degli Scudi Verdi battono il passo e gridano.


NOTE:
1 - Unifaun: gioco di parole che sta a rappresentare la vecchia Inghilterra storica. Da Uniform = uniforme militare, unicorn = unicorno, faun = cerbiatto o anche fauna in generale.
2 - Queen of maybe: da Queen of May = Regina di maggio che nell’antica inghilterra rappresentava l’inizio della buona stagione e l’augurio di un buon raccolto. Qui è la regina di Maybe = forse.
Oggi la regina di maggio in Inghilterra è usata solo per reclamizzare prodotti, e questa “Regina del Forse” rappresenta l’Inghilterra moderna.
3 - Cittadini di speranza e gloria è il popolo inglese. Dall’inno Land of hope and glory.
4 - Wimpey: doppio significato tra wimpey = famosa società edilizia inglese e wimpy = famosi ristoranti d’hamburger. La pronuncia è la stessa.
5 - Grail: è il calice di Gesù Cristo nell’ultima cena che secondo la leggenda venne portato in Inghilterra alla corte di Re Artù. Rappresenta lo splendore del periodo.
6 - Anche in questa frase viene usato un doppio significato. Oggi in Inghilterra i Green Shield stamps sono bollini-punti premio equivalenti ai nostri punti Star o Mira Lanza.
7 - L’indovina d’oggi non usa più carte da gioco, ma carte di credito per saper dire la fortuna.
8 - Il cavallo a dondolo e il pazzo sono i personaggi della Morris dance, tradizionali danze inglesi.