Mi sono trovato a pensare alla morte, in questi giorni.
Non in modo preoccupante, certo, questi miei pensieri non hanno cambiato il mio umore.
Non posso negare, però, di averci pensato.
Intensamente.
Non ne ho paura, sono sincero.
Non credo in nessun dio, non credo che esista la vita dopo la morte, non credo nella reincarnazione.
Ho sempre pensato che fossero solo giochi di parole, fantasie per non dover avere di fronte la realtà: siamo a tempo determinato, precari in questo mondo.
Questa convinzione non mi spinge al fatalismo, questo no, perchè credo che la vita si autoalimenti: ho questa vita e non chiede altro che esser vissuta, e vivo per renderla migliore possibile, per me e per gli altri.
La morte, per quel che mi riguarda, è un problema dei vivi, di chi rimane.
Altro problema è la sofferenza: quella mi preoccupa di più, ma non voglio divagare.
Ho pensato alla morte.
In modo pratico e in modo sognatore, come mi si addice, dicotomico figlio del pensiero pensato.
Pratico perchè ho lasciato indicato dove e come reperire tutti i miei averi (tanto tempo per guadagnarsi le cose, pensa te se le voglio lasciare in banca, assicurazioni od altro! Ma non iniziate la caccia al tesoro, ho poco da lasciare è inutile che vi affanniate a cercarlo :-) ).
Sognatore perchè ho pensato a come mi piacerebbe che mi ricordassero.
Mi sono trovato a pensare che tante persone, che ho conosciuto ma che non frequento, semplicemente non saprebbero più nulla di me.
Persone che ho conosciuto solo su web probabilmente penserebbero solo che io non mi sono più fatto vivo con loro.
E allora il desiderio di comunicare si è fatto più forte.
La svolta intimista del blog è quindi oramai compiuta: ci sarò sempre di più io, qui dentro, per quanto riuscirò a scrivere di me, delle mie idee e dei miei pensieri.
Aborigeno, io e te non abbiamo un c...o da dirci, ma io scrivo lo stesso.
TEDevoraccontareunacosa