Internet e l'aborigeno

08 ottobre 2007

Consigli cinematografici

Non sono un esperto di cinema, lo ammetto.
Però ho visto alcuni film che mi fa piacere "pubblicizzare" in qualche modo, perchè li ho trovati davvero ben fatti.
Guarda caso, entrambi sono presi da libri.
Ho una mia teoria, riguardo alle sceneggiature: mi sono accorto che, mediamente, ogni volta che vedo un film dove i personaggi mi colpiscono perchè sono ben strutturati ed hanno spessore, è un adattamento di un libro.
Non è una regola fissa: ci sono molti film derivati da libri che mi hanno fatto schifo, mentre ci sono alcuni "originali" (Amelie, Lost in Translation, La mia vita a Garden State) che mi sono piaciuti da morire. Però mediamente è così.

Mio fratello è figlio unico, di Daniele Luchetti, mi è piaciuto molto, pur essendo io lontano da ideali politici così forti come quelli che animano i personaggi. Questi ideali sono lo spunto anche per tracciare il percorso di crescita di un ragazzo, Accio, che ha bisogno di qualcosa, ha bisogno di una via, ha bisogno, come lui stesso ammette, di regole.
Fin da piccolo cresce all'ombra del fratello, capace di catalizzare su sè tutte le attenzioni, le ammirazioni, le simpatie. Accio ne soffre e, amando ma invidiando il fratello, sembra scegliere strade completamente opposte. Eppure i due destini sono legati a doppio filo. Solo alla fine del suo percorso di crescita, spezzati i legami con il passato, Accio riesce a prendere in mano la sua vita e a fare ciò che voleva fare fin da piccolo, aiutare gli "ultimi" (l'ultima scena, però, è forse eccessivamente retorica).
Mi è piaciuto molto, soprattutto grazie all'interpretazione di Elio Germano, un ragazzo di cui ho una stima infinita si dai tempi di Romanzo Criminale e di Quo Vadis Baby.
Scamarcio, invece, fa se stesso - che non è moltissimo -, ma non mi sento di criticarlo troppo, nel film fa la sua parte.

L'altro film è "Correndo con le forbici in mano": un film strano, davvero strano.
Non sono riuscito ancora a prendere una posizione a riguardo, soprattutto riguardo la tematica: la crescita di un bambino abbandonato dalla madre egocentrica e malata di mente e dal padre alcolista, che cresce nella strampalata famiglia dello psichiatra della madre -dove nessuno ha regole nè vincoli, libero di esprimersi ma anche lasciato a se stesso -, bambino che si scopre gay a 15 anni, quando ha il suo primo rapporto con un sociopatico 34-enne.
Eppure mi è piaciuto, lo stile del racconto mi è piaciuto e, per alcuni versi, mi ha ricordato i Tenenbaum, anche se quest'ultimo tratta temi meno pesanti e risulta quindi più leggero alla visione.
Anche in questo caso, il giovane cerca regole senza le quali si trova perso. La frase "Allora capii che avevo bisogno di regole, perchè senza regole la vita è sempre una sorpresa".

La scena dell'urlo liberatorio presente in "Correndo con le forbici in mano" mi ha ricordato un film che ho visto tempo fa, La mia vita a Garden State, sceneggiato diretto ed interpretato da Zach Braff (il J.D. di Scrubs) e con una grande Natalie Portam. E' un film lento, questo, ma assolutamente da vedere.

Di "Correndo con le forbici in mano" e "La mia vita a Garden State" mi sono piaciute molto anche le colonne sonore, belle belle belle.

2 commenti:

Renzo ha detto...

Ho preso nota.

TED74 ha detto...

Se dovessi dare un ordine:
- mio fratello è figlio unico
- i tenenbaum
- la mia vita a garden state
- correndo con le forbici in mano