E SE FOSSE VERO CHE SONO VIVO?
Ci sono dei momenti che mi sembra che la vita mi stia scorrendo via dalle mani mentre io non faccio nulla per viverla.
Non che io mi senta un morto che cammina, no, quello no... ma sicuramente sopravvivo più di quanto viva.
Tempo che scorre intorno, che mi cambia più di quanto io possa capire e vedere. Faccio tante cose, ma quali mi entrano veramente dentro? Lascio che le occasioni si accumulino, intoccate, e le emozioni si impolverino.
Perdo forze per costruire castelli in cui, comunque, non vorrei mai abitare.
"Ho messo le mani sulla mia vita", ma poi le dita stringono l'aria.
Immancabilmente, questi periodi nascono da qualcosa che mi scardina da dentro, un ospite non invitato che mi entra dentro ed apre tutte le finestre.
E' sempre una canzone, un odore, un viso che mi colpisce senza preavviso.
Emozioni improvvise e forti, che sparano immagini nel cervello e mi illuminano da dentro, facendo luce negli angoli scuri dove nascondo molti pensieri che a volte provo a dimenticare.
Può essere anche una canzone sentita per caso all'apertura di un blog (vero Vane?); l'odore della fabbrica dei Gentilini quando guido fino a lavoro con i finestrini aperti, o quello del mare portato dal vento mentre torno a casa; può essere il viso di una bambina che sorride e che mi offre una mollica del suo panino.
Riportano su emozioni vere, ricordi dimenticati, sapori nascosti che so di aver assaggiato; mettono luce su quello che mi ha portato fino qui, su quello che ho dato e su quello che ho ricevuto, meritato e immeritato.
Ma a volte mi illuminano troppo in fretta, mi bruciano gli occhi, fanno perdere il profilo alle cose, e sono un pugno sul petto piuttosto che un'illuminazione.
E tornano su tutti i cattivi pensieri, i rimorsi, i rimpianti (quelli, poi, come bruciano dentro), le cose belle che mi hanno segnato e di cui sento la mancanza, così forte che a volte fa male.
Rigurgiti acidi che alimentano la paura folle che io non sia capace di godermi la bellezza che ho intorno, preferendo non cercarla per la stupida paura di soffrire poi nel perderla.
Poi mi vengono in mente le parole che ho sentito in American Beauty (stupende, vorrei aver saputo anche solo pensarle, se non addirittura scriverle), ed allora cerco solo di rilassarmi:
Ho sempre sentito dire che ti passa davanti agli occhi tutta la vita nell'istante prima di morire. Prima di tutto, quell'istante non è affatto un istante, si allunga, per sempre... come un oceano di tempo. Per me fu lo starmene sdraiato al campeggio dei boy scout a guardare le stelle cadenti, le foglie gialle degli aceri che fiancheggiano la nostra strada, le mani di mia nonna e come la sua pelle sembrava di carta... e la prima volta che da mio cugino Tony vidi la sua nuovissima Fireport. E Jamie... e Jamie... e Caroline.
Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme... ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare e poi mi ricordo di rilassarmi e smetto di cercare di tenermela stretta, dopo scorre attraverso me come pioggia e io non posso provare altro che gratitudine... per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita. Non avete minima idea di cosa sto parlando... ne sono sicuro. Ma non preoccupatevi... un giorno l'avrete.
E' stato il giorno in cui ho capito che c'era... un'intera vita, dietro ogni cosa... e un'incredibile forza benevola, che voleva sapessi che non c'era bisogno di avere paura. Mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so. Ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare.
Non che io mi senta un morto che cammina, no, quello no... ma sicuramente sopravvivo più di quanto viva.
Tempo che scorre intorno, che mi cambia più di quanto io possa capire e vedere. Faccio tante cose, ma quali mi entrano veramente dentro? Lascio che le occasioni si accumulino, intoccate, e le emozioni si impolverino.
Perdo forze per costruire castelli in cui, comunque, non vorrei mai abitare.
"Ho messo le mani sulla mia vita", ma poi le dita stringono l'aria.
Immancabilmente, questi periodi nascono da qualcosa che mi scardina da dentro, un ospite non invitato che mi entra dentro ed apre tutte le finestre.
E' sempre una canzone, un odore, un viso che mi colpisce senza preavviso.
Emozioni improvvise e forti, che sparano immagini nel cervello e mi illuminano da dentro, facendo luce negli angoli scuri dove nascondo molti pensieri che a volte provo a dimenticare.
Può essere anche una canzone sentita per caso all'apertura di un blog (vero Vane?); l'odore della fabbrica dei Gentilini quando guido fino a lavoro con i finestrini aperti, o quello del mare portato dal vento mentre torno a casa; può essere il viso di una bambina che sorride e che mi offre una mollica del suo panino.
Riportano su emozioni vere, ricordi dimenticati, sapori nascosti che so di aver assaggiato; mettono luce su quello che mi ha portato fino qui, su quello che ho dato e su quello che ho ricevuto, meritato e immeritato.
Ma a volte mi illuminano troppo in fretta, mi bruciano gli occhi, fanno perdere il profilo alle cose, e sono un pugno sul petto piuttosto che un'illuminazione.
E tornano su tutti i cattivi pensieri, i rimorsi, i rimpianti (quelli, poi, come bruciano dentro), le cose belle che mi hanno segnato e di cui sento la mancanza, così forte che a volte fa male.
Rigurgiti acidi che alimentano la paura folle che io non sia capace di godermi la bellezza che ho intorno, preferendo non cercarla per la stupida paura di soffrire poi nel perderla.
Poi mi vengono in mente le parole che ho sentito in American Beauty (stupende, vorrei aver saputo anche solo pensarle, se non addirittura scriverle), ed allora cerco solo di rilassarmi:
Ho sempre sentito dire che ti passa davanti agli occhi tutta la vita nell'istante prima di morire. Prima di tutto, quell'istante non è affatto un istante, si allunga, per sempre... come un oceano di tempo. Per me fu lo starmene sdraiato al campeggio dei boy scout a guardare le stelle cadenti, le foglie gialle degli aceri che fiancheggiano la nostra strada, le mani di mia nonna e come la sua pelle sembrava di carta... e la prima volta che da mio cugino Tony vidi la sua nuovissima Fireport. E Jamie... e Jamie... e Caroline.
Potrei essere piuttosto incazzato per quello che mi è successo, ma è difficile restare arrabbiati quando c'è tanta bellezza nel mondo. A volte è come se la vedessi tutta insieme... ed è troppa. Il cuore mi si riempie come un palloncino che sta per scoppiare e poi mi ricordo di rilassarmi e smetto di cercare di tenermela stretta, dopo scorre attraverso me come pioggia e io non posso provare altro che gratitudine... per ogni singolo momento della mia stupida piccola vita. Non avete minima idea di cosa sto parlando... ne sono sicuro. Ma non preoccupatevi... un giorno l'avrete.
E' stato il giorno in cui ho capito che c'era... un'intera vita, dietro ogni cosa... e un'incredibile forza benevola, che voleva sapessi che non c'era bisogno di avere paura. Mai. Vederla sul video è povera cosa, lo so. Ma mi aiuta a ricordare. Ho bisogno di ricordare.
A volte c'è così tanta bellezza nel mondo che non riesco ad accettarla... e il mio cuore sta per franare.
2 commenti:
Talmente vero che fa paura.. :)
Ieri ho sentito che la Vane ti ha letto e sono venuta subito!
Ylenia
www.lasottilelineabianca.splinder.com
Mi dispiace che tu sia venuta subito e io non non fossi online per farti gli onori di casa.
Certo, letto da Vanessa il post era un'altra cosa... ma che ci vuoi fare :-)
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