Internet e l'aborigeno

08 giugno 2007

Stanchezza

Non amo dormire, trovo che sia una perdita di tempo ed associo il dormire senza reale stanchezza a pessimi ricordi di tristezza e noia che non voglio riprendano spazio nella mia vita.


Quando ero pischelletto, ricordo, riuscivo a farmi delle gran dormite, piacevoli, serene: sentivo in mano tutto il tempo del mondo e non mi pesava sprecarne un poco. Mi lasciavo andare nei pensieri, la musica ad accompagnarmi fino al sonno. E in quel sonno vi erano tutte le soluzioni, tutte le trovate, tutti i pensieri: progetti, sogni, desideri si mischiavano con la musica, nel dormiveglia, alimentando tutte le mie fantasie fino a farle esplodere. Era piacevole sciogliersi nel sonno, per un attimo rimandare tutto a dopo.

Poi il sonno è diventato un rifugio, sia con la sua assenza che con la sua presenza.
Con la sua assenza perchè riempivo ogni secondo delle mie giornate di eventi che mi impedissero di fermarmi a guardarmi negli occhi, costretto a darmi delle risposte che non volevo sentire.
Con la sua presenza perchè riempivo i tempi morti con un sonno pesante, nero: come erano lontani i sonni sognanti e luminosi del pischelletto che ero.
In quel sonno vi era solo negazione: una vita pensata e non vissuta, sognata e non goduta, una simulazione di una realtà che non si avverava.

Tutte e due le fasi della mia vita sono, purtroppo e per fortuna, passate. Non ho più il coraggio di perdere tempo dormendo senza sonno, non ho più voglia di dormire o non dormire solo per far finta, incontrandomi, di non riconoscermi.

Ora cerco di dormire perchè ho sonno e di stare sveglio perchè ne ho voglia.
Dormo, oramai, circa 6 ore a notte, perchè altrimenti non avrei modo di fare tutto quello che voglio.
Ma in questa settimana ho esagerato: il sonno è sceso a 5 ore di media, ed oggi, fine settimana, sono oramai cotto.
Sono qui in ufficio, in pausa pranzo, senza desiderio di uscire per mangiare, con le cuffie nelle orecchie per farmi accarezzare da Imogen Heap ho farmi dare una calorosa pacca sulle spalle dai Muse, facendo scorrere la "penna" liberamente su questo post.
E, forse per la morbidezza del mio torpore, forse per la voce così particolare di Imogen, forse per gli assoli dei Muse che mi permettono di isolarmi da questo posto così straniante come il luogo del lavoro, vedendo gli altri nella stanza come fossero scene innocue viste attraverso un'acquario...
forse per tutte queste cose insieme oggi mi sento davvero vicino a quel pischelletto che ero e come lui sento la fantasia riempirmi...
forse per questo mi costa così tanto staccarmi da questa tastiera, ma la pausa pranzo è finita e io devo andare a combattere il mio sonno con un buon caffè.

3 commenti:

Ylenia ha detto...

Io invece vojo dormì!!!!!!!!
Uff..
Io studio Storia mio caro..
In questo caso neanche io credevo molto nella manifestazione ma è un bel momento di agregazione se non ci sono i coglioni.
Invece c'erano.
E ad un certo momento per "scappare" sono dovuta pssare proprio in mezzo agli scontri(seppur non esagerati)e un pò di pauretta me la sono presa!
Vieni stasera all'incontro bloggante organizzato dalla djea?
Bacio

Ylenia ha detto...

Avrai un dettagliato resoconto!! :)
Peccato però..

Daikirja Javakz ha detto...

....Dormi che è meglio pensarci domani alla muta distanza che scorre tra noi quando non sei vicino a scaldare i miei sogni,
quando i sogni nemmeno son qui...