Internet e l'aborigeno

27 giugno 2007

L'ombelico del mondo

Si nota nulla di strano, in questa foto?
Oltre al fatto che la modella sembra essere molto bella, intendo...

Bè, la modella non ha l'ombelico! Non è affetta da qualche strana malattia genetica né è un'aliena!
Come è possibile, allora? Semplice, la foto è ritoccata ma il grafico che ha compiuto il lavoro probabilmente aveva molto sonno, oppure la sua vita è piena di donne di carta ma vuota di donne vere e l'inesperienza gli ha tirato un brutto scherzo.

La foto è stata pubblicata su PlayBoy, una rivista con una grande è gloriosa storia alle spalle, soprattutto per il nudo artistico (nel 53, primo anno di vita della rivista, Marilyn Monroe fu sulle copertine della rivista con "una foto che sconvolse il mondo"), ma non solo: ad esempio, pubblicava storie di fantascienza di notevole fattura, con racconti di Bradbury, Clarke e Dick, per dirne alcuni (chi mastica di fantascienza sa che sto parlando di assoluti maestri).

Una rivista capace di incidere sul gusto delle persone e di proporre icone di bellezza femminile.
Ecco, appunto: icone, simboli, rappresentazioni di una realtà da apprezzare, seguire, imitare se possibile. Ma dove è la realtà?
Non ci si può proprio più fidare delle donne! Tra trucchi, tacchi, push-up, eccetera già era alto il rischio di rimorchiare una donna in discoteca e trovarsene, poi, una completamente differente nel proprio letto.
Ora, con i trucchi fotografici, anche gli oggetti del desiderio rischiano di nascondere pessime sorprese (ah, tu sei la playmate di aprile? e che ti è successo tra maggio e giugno, ti hanno calpestato con un tir??)

Spesso ho discusso con amici su quanto la pubblicità, la televisione, il cinema, le riviste di moda incidano sulla realtà.
Non sono loro a seguire la realtà, a darne immagine, ma ne indirizzano l'evoluzione.
La pubblicità, soprattutto, il cui scopo è creare solo finti bisogni (ricordate Fight club? La pubblicita' ci mette nell'invidiabile posizione di desiderare auto e vestiti, ma soprattutto possiamo ammazzarci in lavori che odiamo per poterci comprare idiozie che non ci servono affatto) traforma la realtà, la rende desiderabile ma mai raggiungibile, in modo che tutti agognino sempre qualcosa che non raggiungeranno mai (gli acquisti nascono dai bisogni, reali o fittizi che siano).

Il marketing, oramai, muove il mondo: bisogna proporre la cosa più bella per attirare il maggior numero di persone e battere la concorrenza. Poichè la bellezza è già stata inventata, allora si deve fare di più, si deve mostrare la superbellezza, quella che non esiste, la perfezione.
Di conseguenza anche il cinema, la televisione, le riviste propongono icone e bellezze che non sono reali, non puoi trovarle nella vita di tutti i giorni, superano l'ambito umano per diventare divinità.

(Per inciso, anche le attrici porno sono preoccupate dall'Alta Definizione: loro, che dovrebbero attirare l'attenzione per tanti altri motivi, sono invece consce che oramai l'immaginario proposto è quello di donne senza difetti e quindi sono preoccupate perchè l'alta definizione sta rendendo palesi dei difetti fisici prima trascurabili)

Questo gioco, alla lunga, sta diventando molto pericoloso. Molte persone non riescono a distinguere il vero dal falso, non riescono a distinguere il raggiungibile dall'irragiungibile e questo loro continuo sforzo di adeguarsi ai gusti comuni, dettati appunto da cinema e pubblicità, li sta buttando nel tritacarne.
La vita estremamente competitiva che ci troviamo a vivere, fa si che "stare fuori dal coro" sia sempre più complicato: ma come fare se i modelli proposti non sono neanche reali?

Abuso di operazioni di chirurgia estetica (nata per aiutare persone con danni estetici anche gravi, è diventato un business per chirurghi senza scrupoli a danno di persone insoddisfatte), anoressia, insoddisfazione cronica e depressione sono oramai molto difffusi.

Certo, c'è chi potrebbe obiettare che questo è il mondo e i media non fanno altro che rappresentarlo.
Viene, però, in mio aiuto uno studio di Anna Becker, antropologa dell'Harvard Medical School.
Per il suo studio, del 1999, essa controllò l'evoluzione dell'attitudine verso il cibo tra gli adolescenti delle isole Fiji, dove la televisione arrivò solo nel 1995, iniziando a bombardare le persone con i programmi (e le pubblicità) in voga in america.

Purtroppo non posso linkare lo studio della dottoressa (è in vendita e non in libera consultazione), quindi riporto i risultati di cui ho trovato maggior riscontro: si osservò l'aumento della frequenza, tra adolescenti di sesso femminile, di diete nonché i primi casi di anoressia e bulimia; già nel 1998 il 74% di esse dichiarava di percepire il proprio corpo come "troppo robusto e grasso" e di voler dimagrire e che il 15% ricorreva a vomito autoindotto per controllare il peso.
Il tutto in un paese dove, fino al 1995, si era per tradizione apprezzato nella donna un fisico robusto e pieno, e dove non si erano registrati disturbi di carattere alimentare.

Non so neanche io come concludere questo post. La discussione si allarga a macchia d'olio, sull'influsso sociale dei media, su come sia stupido seguire solo l'accettazione da parte degli altri fino a snaturare il proprio fisico, sulla forza di penetrazione della tv i cui messaggi sono, purtroppo, accettati senza spirito critico, su come ci si senta spesso fuori luogo nel mondo perchè i modelli presentati sono troppo lontani dalla realtà... ma lo spazio ed il tempo a me concessi sono terminati, mi vado a fare una carbonara per consolazione.


2 commenti:

Ylenia ha detto...

Oddio che impressione!!!!
Mi fanno proprio schifo ste cose..(e detto per inciso,lei non mi sembra neanche bella).
Ho letto tutti i post che mi mancavano..anche io fui interrogata per seconda agli esami di maturità!!!Che ficata..
Baci(ps.ti ero mancata????)
:)

Ylenia ha detto...

Tutto bene!!
Ho fatto due esami la scorsa settimana e ne ho un altro il 3..Sono un pò stanchina però sto bene!!
Spero anche tu..:)