Internet e l'aborigeno

06 agosto 2007

Berlino: il silenzio

Le conclusioni su Berlino, su cosa mi ha lasciato addosso sono innumerevoli... ma non parlerò di tutto quello che mi ero ripromesso, altrimenti passerei il tempo futuro a parlare solo di questo viaggio!


Parlerò, quindi, solo delle cose che mi sono rimaste più impresse.
La prima cosa è il silenzio.
Oddio, non che sia una città davvero silenziosa, ma in confronto a Roma sembra di essere in una città vuota.
E' rarissimo sentire urlare la gente, è rarissimo sentire macchine suonare il clacson, è ancora più raro incontrare coatti con lo stereo a palla.
In generale, un berlinese mi ha detto che, se senti confusione, è molto probabile che vicino a te ci siano spagnoli o italiani.

Devo dire che, all'inizio, tutto questo silenzio mi dava leggermente fastidio: già non vi era mai caos intorno a me, poi neanche rumore... e che siamo, in una città fantasma?
Poi mi sono reso conto che questa dovrebbe essere la realtà di tutti i giorni: una città viva, movimentata, ma rispettosa dello spazio altrui (spazio vitale, fisico e sonoro).

Ci sono molti fattori che, a ben vedere, portano al raggiungimento di questo rispetto sonoro: l'efficienza dei mezzi di trasporto, l'assenza di traffico caotico, un innato rispetto per gli altri che si mischia al disindeteresse verso l'altro ed alla difesa del proprio mondo personale.

Il primo punto potrebbe fuorviare, ma è fortemente legato ad un mondo "silenzioso". Inoltre mi permette di fare una digressione sui trasporti.

I trasporti a Berlino sono efficientissimi. Ci sono 12 linee di metropolitana, che coprono praticamente ogni angolo della città (almeno del centro, in cui ci siamo mossi noi). A fronte di una spesa abbastanza alta (2,1€ al viaggio - puoi prendere metro e autobus, dura 60 minuti ma puoi prenderlo in una sola direzione! questa è una piccola follia, ma se nei sessanta minuti devi tornare indietro con lo stesso bus che avevi appena preso, devi ripagare!- oppure 6,1 il giornaliero) il servizio è ottimo.
Durante il giorno le metro passano ogni 3-5 minuti, la sera ogni 10. E' aperta fino a mezzanotte, ma il venerdi e il sabato fino alle 3 (ed il biglietto giornaliero rimane valido sino a chiusura). Sia per gli autobus che per le metro, cartelloni indicano l'orario di passaggio e il tempo di attesa, rispettati sempre. Non ho mai visto confusione, ho quasi sempre trovato da sedere e sono sempre arrivato ovunque mi servisse di arrivare. Sulle metro, inoltre, si può salire con biciclette e passeggini, che hanno spazi appositi all'interno di alcuni vagoni (di solito i primi e gli ultimi). Insomma, una pacchia. E non lo dico tanto per dire: io i mezzi, a Roma, li uso tutti i giorni, e purtroppo ne conosco pregi e difetti. Come era quella battuta? I trasporti pubblici li chiamiamo "mezzi" perchè sono la metà di quelli che servirebbero!

NOTA: ho scansito la mappa delle metro di Berlino, mappa che, in ogni caso, troverete gratuita sia all'aereoporto, al vostro arrivo, sia all'interno degli alberghi. Cliccando sull'immagine inserita in questo post, potete scaricarla ed avere un'idea di quanto sia capillare la presenza delle metropolitane. I biglietti sono divisi per zone (zona A-B, zona B-C). A noi sono bastati biglietti per le zone A-B, che coprono tutto il centro ed anche l'aeroporto di Schonefeld.

Come entra questo con il discorso del silenzio? Bè, c'entra perchè parte delle più forti sollecitazioni "sonore" che mi schiantano a Roma derivano proprio dagli spostamenti. Io non amo usare mp3 player o walkman, ma leggo semplicemente il giornale. Mentre vado a lavoro assorbo, tra traffico e confusione nei mezzi, una quantità di rumori mostruosa e quando arrivo in ufficio le orecchie mi ronzano per un poco. A Berlino, non ho mai "subito" una simile confusione. Le persone parlano tra di loro a bassa voce (e, incredibile, riescono a sentirsi!), i messaggi dello speaker si sentono senza dovere abbracciare le casse della diffusione.
Insomma, gli spostamenti erano un momento di relax e di chiacchiere, non una battaglia.

Poi il traffico. Non ho mai visto un ingorgo con gente impazzita attaccata al clacson e urla disumane degli uomini inscatolati. Non che siano dei santi, certo, ma anche questa fonte di confusione possiamo eliminarla dalla lista di quelle che a Roma ci assillano. Avete mai sostano per più di dieci minuti su via Appia, ad esempio? Io credo che potrei impazzire ad abitare lì!

Infine, il rispetto ed il disinteresse. Mediamente, ci siamo imbattuti in persone che ci hanno, letteralmente, ignorato per la maggior parte del tempo. Purtroppo, spesso questo accadeva anche con i camerieri, i baristi e altre persone che ci avrebbero dovuto ascoltare per "lavoro"... mediamente, insomma, c'è un'aria distaccata e disinteressata alle necessità dell'"altro".
A ben vedere, però, a me è sembrata più una chiusura "difensiva".
Noi siamo abituati a scene del tipo: ragazzo in macchina con stereo a palla, mentre urla al telefonino (bè, lo stereo è a palla, il traffico crea ancora più rumore, come pretendiamo che non urli al telefono?) e ci informa, fondamentalmente, di tutti i suoi pensieri!
Bè, difficile che questo accada a Berlino, almeno per nostra esperienza. Le persone parlano tra di loro con voce bassa, aiutati ovviamente anche dall'assenza di rumori assordanti tutt'intorno. Difendono molto la loro privacy e non spiattellano il loro mondo in faccia agli altri. Non ti filano, ma quando riesci ad attirare la loro attenzione, di solito si mostrano interessati e disponibili.

Ovviamente, la nostra visione è limitata, da turisti che sono stati a Berlino solo pochi giorni. Ad esempio, non siamo stati nelle discoteche: dubito che lì si possa chiacchierare con calma come nei posti che abbiamo frequentato noi.
In generale, però, anche i rumori, le voci, la confusione avevano lì un'aria "ordinata": se i rumori fossero immagini, i rumori di Berlino sarebbero un quadro di un pittore, mentre quelli di Roma sarebbero i disegni di un bimbo piccolissimo, che traccia linee a caso con i suoi pennarelli colorati.

2 commenti:

Glauco Silvestri ha detto...

Prima o poi ci andrò pure io a Berlino :D

MT ha detto...

Se è vero che i suoni hanno un colore Berlino, da come la descrivi, sarebbe blu. Roma sarebbe rosso fuoco-vermiglio-arancio acceso diversamente miscelati.

La sensazione che hai provato tu io l'ho provata in molte città nordiche. E' per quello che, quando ho potuto, sono fuggita sempre in città del nord-Europa per le mie vacanze estive: trovo rilassante il non dover urlare, il percepire con l'udito anche i sussurri ed il vento tra le foglie, il non vedere cartacce per terra come se l'intera città fosse un grosso secchio di immondizia.... in Italia siamo (prego, "sono") sporchi dentro e fuori: continuando la metafora, chissà che colore ha la nostra (prego, "loro") sporcizia interiore?

Ti auguro di viaggiare sempre molto e visitare altre città del nord-Europa: ti accorgerai che gli "strani" siamo proprio noi Italiani.

MT