Internet e l'aborigeno

26 luglio 2007

Berlino: il primo giorno (1 di 2)


Il primo giorno abbiamo praticamente visitato tutto il centro di Berlino. E' stato l'unico giorno in cui abbiamo seguito, più o meno, le indicazioni della guida.

Partiamo alle 9.40 di mattina, da Ciampino. 2 ore di viaggio e siamo già in quel di Berlino. 115 euro di biglietti (in due) spesi benissimo!
La giornata è splendida, davvero. Ci sono 26, 27 gradi, l'inferno di Roma sembra più lontano dei circa 1500 Km che ci sono tra le due città.
Berlino, vista dall'aereo, è piccola e circondata da boschi, e nell'aria che si respira si sente una certa freschezza.

Fuori dell'aereoporto, grande più o meno come l'Ikea (compreso il parcheggio, però!) troviamo subito le indicazioni per andare al centro. Esiste un treno speciale, 15 euro.
Ma, facendo il biglietto semplice, ci sono due autobus che in pochi minuti portano alla fermata della linea U7, con la quale raggiungere, con il solo prezzo di una corsa normale, il centro di Berlino.

Incontriamo una ragazza di Roma che ora vive a Berlino e ci facciamo aiutare a fare i biglietti giornalieri (6.1 euro a testa, ma ne vale la pena), facendoci raccontare anche un poco della città. Quello che più mi rimane impresso dei suoi racconti è che vive in un'appartamento al centro (quartiere Kreuzberg) con un altro ragazzo e pagano circa 200 euro al mese (a testa), spese comprese. Di elettricità, soprattutto, spende circa 10 euro al mese!

Un salto in albergo (a 1 minuto dalla fermata della metro Kurfurstenstrasse, incrocio Potsdamer strasse, a 10 minuti a piedi o a 3 minuti di autobus da Potsdamer Platz) e siamo di nuovo fuori.

Arriviamo a piedi a Potsdamer Platz, passando accanto alla galleria nazionale e al panorama punkt: l'avevo già vista durante i mondiali, ma ovviamente ora ha un aspetto più umano. Visto che è l'ora di pranzo, ci buttiamo al Sushi Express, nella galleria del Sony Center. E' piccolino, ma buono ed economico. Ogni giorno, dalle 11.30 alle 20 (tranne la domenica) fa l'happy hour: tutto a metà prezzo!
Intorno a noi, nella piazza, ci sono molti ragazzi con i portatili: mi sembra di aver capito che c'è una connessione wi-fi di cui si può usufruire gratuitamente.

Finalmente rifocillati, ci rimettiamo a girare, non prima di essere rimasti a naso in su a vedere il Sony Center, il palazzo della DB, il palazzo della Mercedes, la Daimler City, il Daimler Building: tutte costruzioni modernissime e create, su disegno d'insieme di Renzo Piano, dai migliori architetti del mondo.
In effetti, sino al 1989 quello spazio, occupato ora dai modernissimi palazzi, non era altro che uno spiazzo striato di filo spinato e punteggiato da torrette d'avvistamento, tagliato al centro dal famigerato muro di Berlino (nello slide show, ci sono delle foto in bianco e nero che la mostrano).

La famosa terra di nessuno, di cui rimangono alcuni ricordi: sotto al palazzo DB e all'uscita della metro S di Potsdamer Platz, sono conservati dei pezzi del muro, con delle foto che mostrano come era precedentemente la piazza e una linea, per terra, che indica quello che era il confine tra le due Berlino (vedere lo slide show).

I pezzi del muro che sono presenti nella piazza sono disegnati e colorati, ma rendono comunque l'idea di cosa doveva essere avere una città così divisa e violentata. Almeno per me, perchè, a giudicare dalle migliaia di gomme da masticare appiccicate sopra, non tutti hanno avuto la mia sensazione di "rispetto".

Passeggiamo costeggiando il Tiergarten e arriviamo a Pariser Platz, soffermandoci al monumento all'olocausto.
Il monumento, costruito con 2711 "lapidi" poste su di un terreno ondulato, sembra freddissimo, a prima vista. Ma i giochi di ombre che crea è impressionante. Il monumento è moderno, creato da Eisenmann nel 2005.

Ci fermiamo davanti alla Brandenburg Tor e a Pariser Platz e poi proviamo ad entrare al Reichstag ma c'è troppa fila (c'è sempre fila al Reichstag!) e sotto al sole non ci va proprio di farla.

Torniamo indietro e ci troviamo tra due dei monumenti più famosi di Berlino: in lontananza si vede scintillare la colonna della Vittoria, resa famosa dal film di Wim Wenders "il cielo sopra Berlino", mentre sopra noi grandeggia la porta di Brandeburgo. Quest'ultima è un vero simbolo per Berlino: simboleggia la grandezza del passato, ma anche la sofferenza più moderna (faceva parte della "terra di nessuno" vicino al muro che divideva la città), la speranza della riunificazione (il presidente-attore, il "Grande Comunicatore" Reagan pronunciò qui il suo discorso dirompente "General Secretary Gorbachev, if you seek peace, if you seek prosperity for the Soviet Union and Eastern Europe, if you seek liberalization: Come here to this gate! Mr. Gorbachev, open this gate! Mr. Gorbachev, tear down this wall!") e la raggiunta unificazione - quando la porta è tornata ad essere una porta e non un muro!

Come ulteriore ricordo di quel pessimo periodo, tra la porta ed il Reichstag ci sono delle croci appese su di una rete, in ricordo delle persone morte per colpa della Stasi o nel tentativo di superare il muro.

Continua...

5 commenti:

Renzo ha detto...

Quanti ricordi...
Devo assolutamente tornarci.

R.

Renzo ha detto...

Domandina: ma quel peluche che appare ovunque nelle foto?

TED74 ha detto...

In un vecchio post (leggi qui)
avevo scritto che esisteva un sito di pazzi che emulavano Amelie, pubblicando foto di pupazzi in giro per il mondo.
E io ho fatto mia la loro idea, e ho portato in vacanza un pupazzo
:-)

Anonimo ha detto...

Ciao Ale,
ho dato una rapida occhiata alle indicazioni riportate sul blog e devo dire che sono molto precise, particolareggiate e soprattutto fanno venir voglia di andarci subito. Praticamente stamperò il tuo blog e lo ripercorrerò..ovviamente ti pago i diritti d'autore :)
Domattina, primo giorno di sospirate,agognate e meritate ferie, darò una letta a tutto ciò che hai scritto, cartina alla mano.
p.s.
mi piaciono gli slideshow che hai inserito e l'idea di mettere le indicazioni stradali sparse nel blog.
CIAO

TED74 ha detto...

Sono contento che siano utili... per me il piacere è stato ripercorrere tutta la strada, vederla dall'alto e fissarmi nella memoria i nomi: sono sicuro che, così, non li dimenticherò
:-)