Berlino: secondo giorno (2 di 2)
Dopo il meritato riposo, arriviamo a piedi alla fermata di Eberswalder Strasse e ritorniamo verso il centro. Scendiamo di nuovo ad Alexander Platz e prendiamo il 100. Troviamo posto nei primi due sedili del secondo piano e decidiamo di fare tutto il giro fino al capolinea allo Zoo di Berlino.
Abbiamo così il primo contratto con la più opulenta zona ovest, e vediamo la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, chiesa lasciata distrutta per ricordo della follia della chiesa.
Torniamo al Reichstag, sempre con il 100, facendo la strada a ritroso.
Tornando notiamo due bellissimi palazzi, uno antico ed uno moderno che all'andata, attirati dalla Colonna della Vittoria, non avevamo notato: sono lo Shloss Bellevue e la Haus der Kulturen der Welt, all'interno del Tiergarten. Il primo bello per la sua imponenza e per la sua classicità, la seconda, bella, davvero, perla sua modernità (per le sue curve morbidissime è soprannominata "ostrica gravida").
L'antichità si fonde e si amalgama, come sempre a Berlino, con la modernità.
Arriviamo al Reichstag e, ovviamente, c'è fila. Chiedo lì alle guide e ci dicono che trovare la fila al Reichstag è normale. Per visitarla senza fare fila, ci consigliano di andare entro le 9 e 15 (è aperta dalle 8 alle 22 per le visite). Ovviamente, preferiamo fare la fila ora piuttosto che svegliarci presto domani!
Intanto ci guardiamo intorno e vediamo come, anche qui, la modernità affianca la storia. Il Reichstag sorge vicino allo Sprea, e di fronte alla sua entrata vi è un ampio parco, ben curato, dove molti ragazzi giocano a pallone, con il freesbee e con aquiloni (è una giornata molto ventosa). Ma nel Reichstag, dominato nella sua struttura classicista, dalla scritta DEM DEUTSCHEN VOLKE, ospita le riunioni del "parlamento", ma i parlamentari vengono ospitati in una struttura ultramoderna al di là dello Sprea, unita al Reichstag da passaggi sotterranei.
Dopo 1 ora e 15 di fila, entriamo ed un ascensore ci porta nella famosa cupola, dominata da un cono di specchi attorno cui la cupola cresce, circondata da due camminamenti che si intrecciano salendo fino alla cima della cupola stessa. Sotto i nostri piedi, dalle finestre, si vede la sala delle riunioni, dominata da un'ernorme aquila. Dalla cupola si ha una vista dall'alto di Berlino e si comprende quando è grande il Tiergarten. E' tardi, sono le 8, ma ancora Berlino è piena di luce (qui fa buio tardi, fino alle 9.30 c'è luce).
Torniamo in albergo, doccia e via, di nuovo fuori. Ce ne andiamo al Kreuzberg, a mangiare da un cingalese che ci hanno consigliato, il Chandra Kumari, in GnegnaStrasse (in realtà si chiama Gneisenaustrasse, ma rinunciamo da subito a provare a pronunciarlo).
I locali, in questa zona "povera" della città, sono piccolini e non particolarmente curati. Inoltre, il menù è solo in tedesco e il ristoratore non parla una parola di inglese! Prendiamo due antipasti, indicandoli a gesti, e due Reistafel, piatti di riso con assaggi di carne speziata, verdure speziate e un trito di cocco e carote che era spettacolare.
Successivamente ci spostiamo in un locale lì vicino, il Fogo, latino americano con la sabbia all'interno del locale. Sarebbe carino, ma è vuoto. A ben guardare tutto intorno a noi è vuoto, poche persone in giro. In effetti è mezzanotte meno 20, a mezzanotte la metro chiude, è domenica... insomma, un poco delusi e temendo di non trovare gente in giro (e non sapendo esattamente cosa fare), ce ne torniamo mestamente verso l'albergo, dove terminiamo la serata scolandoci due birrette.
Abbiamo così il primo contratto con la più opulenta zona ovest, e vediamo la Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, chiesa lasciata distrutta per ricordo della follia della chiesa.
Torniamo al Reichstag, sempre con il 100, facendo la strada a ritroso.
Tornando notiamo due bellissimi palazzi, uno antico ed uno moderno che all'andata, attirati dalla Colonna della Vittoria, non avevamo notato: sono lo Shloss Bellevue e la Haus der Kulturen der Welt, all'interno del Tiergarten. Il primo bello per la sua imponenza e per la sua classicità, la seconda, bella, davvero, perla sua modernità (per le sue curve morbidissime è soprannominata "ostrica gravida").
L'antichità si fonde e si amalgama, come sempre a Berlino, con la modernità.
Arriviamo al Reichstag e, ovviamente, c'è fila. Chiedo lì alle guide e ci dicono che trovare la fila al Reichstag è normale. Per visitarla senza fare fila, ci consigliano di andare entro le 9 e 15 (è aperta dalle 8 alle 22 per le visite). Ovviamente, preferiamo fare la fila ora piuttosto che svegliarci presto domani!
Intanto ci guardiamo intorno e vediamo come, anche qui, la modernità affianca la storia. Il Reichstag sorge vicino allo Sprea, e di fronte alla sua entrata vi è un ampio parco, ben curato, dove molti ragazzi giocano a pallone, con il freesbee e con aquiloni (è una giornata molto ventosa). Ma nel Reichstag, dominato nella sua struttura classicista, dalla scritta DEM DEUTSCHEN VOLKE, ospita le riunioni del "parlamento", ma i parlamentari vengono ospitati in una struttura ultramoderna al di là dello Sprea, unita al Reichstag da passaggi sotterranei.
Dopo 1 ora e 15 di fila, entriamo ed un ascensore ci porta nella famosa cupola, dominata da un cono di specchi attorno cui la cupola cresce, circondata da due camminamenti che si intrecciano salendo fino alla cima della cupola stessa. Sotto i nostri piedi, dalle finestre, si vede la sala delle riunioni, dominata da un'ernorme aquila. Dalla cupola si ha una vista dall'alto di Berlino e si comprende quando è grande il Tiergarten. E' tardi, sono le 8, ma ancora Berlino è piena di luce (qui fa buio tardi, fino alle 9.30 c'è luce).
Torniamo in albergo, doccia e via, di nuovo fuori. Ce ne andiamo al Kreuzberg, a mangiare da un cingalese che ci hanno consigliato, il Chandra Kumari, in GnegnaStrasse (in realtà si chiama Gneisenaustrasse, ma rinunciamo da subito a provare a pronunciarlo).
I locali, in questa zona "povera" della città, sono piccolini e non particolarmente curati. Inoltre, il menù è solo in tedesco e il ristoratore non parla una parola di inglese! Prendiamo due antipasti, indicandoli a gesti, e due Reistafel, piatti di riso con assaggi di carne speziata, verdure speziate e un trito di cocco e carote che era spettacolare.
Successivamente ci spostiamo in un locale lì vicino, il Fogo, latino americano con la sabbia all'interno del locale. Sarebbe carino, ma è vuoto. A ben guardare tutto intorno a noi è vuoto, poche persone in giro. In effetti è mezzanotte meno 20, a mezzanotte la metro chiude, è domenica... insomma, un poco delusi e temendo di non trovare gente in giro (e non sapendo esattamente cosa fare), ce ne torniamo mestamente verso l'albergo, dove terminiamo la serata scolandoci due birrette.
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